Like a Dragon: Ishin!

Il ritorno del Samurai colpisce ancora

Pubblicato il 13 Marzo 2023 alle ore 9:10
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Il brand Yakuza è una di quelle serie che negli anni ha sempre portato titoli di grandi qualità e tutt’oggi riesce a splendere di luce propria, facendo emergere ad ogni suo giocatore quella voglia di (ri)scoprire gli albori della serie. Questo è esattamente il caso della recente Remaster di tre capitoli a seguito del totale remake dei primi, storici, due giochi che hanno fatto la storia di Yakuza.
Dopo un semi-reboot con Like a Dragon, nello scorso 2022 ci sono stati annunci importanti con l’ufficialità dell’arrivo di due nuovi titoli della serie e il remake di Ishin: uno di quei giochi che l’Occidente non ha mai avuto modo di vivere. L’innovato amore per Yakuza - diventato ora ufficialmente Like a Dragon per evitare qualsiasi problema legato al nome - ha infatti portato Sega e il Ryu Ga Gotoku Studio, orfano del suo leggendario fondatore, a cercare fortuna anche con uno dei più ricercati spin-off per testare se l’amore per il brand potesse superare anche le barriere di un capitolo meno convenzionale. Dopo aver passato le ultime settimane a vedere galli correre e sconfiggere mercenari nei dungeon, siamo pronti a dirvi la nostra su Like a Dragon: Ishin!

La storia di Sakamoto Ryoma

Like a Dragon: Ishin! ci mette nei panni di Sakamoto Ryoma, un samurai che nel 1866 ritorna nella sua terra dopo aver passato molti anni a studiare l’arte della spada a Edo. Ryoma viene arrestato subito dopo il suo arrivo per aver difeso una donna da alcuni samurai di alto rango che l’hanno attaccata a seguito di una sua mancanza di rispetto; l’uomo viene così portato in prigione e condannato alla tortura. A salvarlo, però, sarà il padre adottivo: Yoshida Toyo, un magistrato della provincia che ha appena formato un’alleanza di tutti i samurai di Tosa che vogliono terminare l’egemonia dei Tokugawa e la loro rigida classe gerarchica. Una notte, però, mentre Ryoma e il fratello Takechi Hanpeita sono a colloquio con il padre, un misterioso assassino entra nella stanza e uccide Toyo sotto gli occhi dei suoi figli. Il protagonista si ritrova così accusato dell’assassino del padre, dovendo fuggire per scampare a un nuovo arresto e – soprattutto – ritrovare chi ha zittito Yoshida Toyo una volta per tutte.

La trama di Like a Dragon: Ishin! ci porta a visitare sia Tosa che Kyoto, cittadina dove si svolge gran parte della trama principale che, nel corso dei 14 capitoli che la compongono, ci porteranno a vivere la storia di Sakamoto Ryoma alla ricerca della vendetta per la morte del padre in un ambiente tutt’altro che amichevole. Questo, però, non impedisce al titolo di mantenere la solita verve in stile Yakuza e anche questa volta vengono trattati temi importanti come – appunto – la vendetta e il costante pericolo per la propria vita. La Shinsengumi – corpo di polizia istituito dallo Shogunato Tokugawa – per Ryoma diventa infatti uno spiraglio di salvezza ma al tempo stesso anche condanna, vista la propria situazione. Parlavamo di come lo stile Yakuza sia rimasto e anche in Ishin si nota: tante storie secondarie fanno da accompagnamento all’avventura principale e molte attività extra – anche simpatiche – faranno passare numerose ore. Parliamo ad esempio della corsa dei galli che è diventato un ottimo metodo di farming a causa di come si possa utilizzare un particolare iter per raccogliere soldi, oppure dei dungeon in cui combattere e ottenere ottimo materiale da portare al fabbro per costruire nuove e potentissime armi. Tantissimo del tempo che passerete nel mondo di gioco sarà dedicato, appunto, ad attività secondarie e capiterà spesso di dimenticarsi cosa effettivamente stia vivendo il protagonista. Ad aiutarci, però, arriverà tranquillamente il nostro Ryoma che nei suoi pensieri ricorderà l’effettivo obiettivo da affrontare nella trama principale.
Like a Dragon: Ishin! è in tutto e per tutto un titolo vicino a quelli intesi come principali, la sua composizione li ricorda completamente e la qualità del lavoro effettuato da Sega e RGG Studio è qualcosa di superlativo.

Like a Samurai

Abbiamo parlato dell’incredibile somiglianza tra Ishin e un gioco della serie principale e il gameplay riflette l’affermazione quasi totalmente. Abbandonati i diversi stili di combattimento a mani nude, Ryoma si affiderà alle sue abilità da spadaccino e alla tecnologia che viene in aiuto con l’invenzione della pistola, che si rivelerà molto importante. Non parliamo di un totale abbandono al classico combat system con i pugni nudi e crudi, ma l’importanza delle armi in questo capitolo è fondamentale in quanto gli scontri diverranno più variegati proprio prendendo in considerazione le varie alternative. Si può iniziare il combattimento con uno stile più brawler per poi arrivare a sfruttare le armi a distanza per infliggere più danni possibili e chiudere, magari, con la combinazione tra spada e pistola e danzare tra gli avversari concludendo lo scontro con rapidità.
La bellezza di Ishin sta proprio nella sua varietà e su come sia possibile, in scioltezza, passare da una tipologia di combattimento all’altra e di come ciascuno sia studiato proprio per essere mirato a un determinato modo di giocare. C’è da ammettere, però, come le pistole siano molto – forse troppo – potenti, in quanto tendono a stordire in pochissimo tempo i nemici e fare grossi danni senza mai dover ricaricare, avendo munizioni praticamente infinite. Tolto questo inconveniente, possiamo parlare di come, a difficoltà più elevate, il sistema di combattimento dia praticamente il suo massimo con i vari stili che saranno intercambiabili in base alla necessità e al nemico che ci si ritrova davanti: imparare le varie finestre di parate e parry o di schivate, renderà il tutto un piacere enorme ed estremamente divertente. Inizialmente le capacità presenti nei vari stili sono limitate e non è possibile effettuare numerose azioni, man mano che si utilizzano verranno guadagnati particolari orb da spendere nell’albero delle abilità e sbloccare così numerose combinazioni di attacchi e mosse furore. Queste sono le classiche azioni della serie Yakuza da utilizzare con oggetti vari ma, in Ishin, serviranno principalmente per infliggere numerosi danni ai nemici con le proprie armi. Niente più biciclette lanciate o cartelli stradali sbattuti in testa, questa volta vedremo dei colpi di pistola al fianco o spade infilzate fare il loro capolino in uno dei capitoli più violenti da questo punto di vista.

Poco fa abbiamo parlato dell’importanza dei materiali per le creazioni di armi, ottenuti specialmente durante gli scontri nel dungeon dedicato ai briganti, e su questo c’è da fare una chiacchierata a parte. Nella serie Yakuza, infatti, non sono mai stati fondamentali i potenziamenti degli equipaggiamenti mentre in Ishin è una componente vitale: potenziare la spada e la pistola permette di fare molti più danni e poter sconfiggere nemici a una frequenza maggiore e – soprattutto a difficoltà più elevate – riuscire a superare i numerosi boss che il gioco possiede. Per farlo dovremo portare un enorme quantitativo di denaro e materiale dal fabbro e potenziare man mano le armi, consentendo al contempo al nostro negoziante di fiducia di salire di livello grazie alle sue creazioni. Uno dei pochi problemi del gioco è l’enorme quantitativo di materiale necessario per fare questi passaggi; infatti per poter ottenere le armi definitive sarà necessario guadagnare un grosso numero di denaro e l’unico modo sarà proprio quello di sfidare numerose volte il dungeon dei briganti. Se a difficoltà di gioco minori questo non sarà un problema, al livello maggiore il farming sarà estremo fino a raggiungere picchi non molto carini anche a causa dei numerosi globi di potenziamento presenti nel gioco, necessari per poter ottenere le armi più forti possibili. Ishin mischia quindi le meccaniche da gioco di ruolo andando però ad estremizzare il concetto in un modo poco carino nei confronti del giocatore.

Dal Dragone all’Unreal

Like a Dragon: Ishin! è stato un remake molto particolare dal punto di vista della lavorazione. La serie Yakuza, infatti, si è sempre basata sul proprio motore proprietario, chiamato Dragon Engine, mentre questo remake non ne fa uso. La motivazione è tanto semplice quanto disattesa: il team, nella versione originale di Ishin, aveva semplicemente utilizzato una versione interna del proprio engine e per questo erano state incluse numerose scene all’aperto durante il giorno. Il Dragon Engine, invece, si è sempre specializzato in ambientazioni notturne piene di neon e luci artificiali, facendole particolarmente splendere in maniera incredibile per la loro qualità. Una volta arrivati a realizzare il remake di Ishin, quindi, il team si è trovato in difficoltà e si è adagiato su uno dei motori più utilizzati: l’Unreal Engine 4. La differenza, però, non si fa notare rispetto a quanto visto in precedenti titoli e la qualità non ne ha risentito per nulla. Il lavoro fatto risulta incredibile e visivamente stiamo parlando di uno dei remake più riusciti, forse anche più di quanto visto con Kiwami 2 nel recente passato.
Il grande utilizzo di modelli precedenti ha probabilmente facilitato questo processo. Infatti nel gioco molti antenati dei nostri personaggi preferiti faranno la loro comparsa: ad esempio proprio il protagonista Sakamoto Ryoma ha le sembianze  e la voce di Kazuma Kiryu, per molti anni il volto della serie. Sono tante le citazioni per i fan della saga che potranno apprezzare enormemente il lavoro effettuato da Sega e dal team RGG nel portare finalmente nel nostro paese un gioco come Ishin.

Dal punto di vista grafico stiamo parlando di un titolo che nulla ha da invidiare ad altri della saga e a capolavori moderni, e lo stesso discorso si può fare per tutto ciò che circonda il lato puramente tecnico. Abbiamo avuto modo di testare il gioco nella sua versione Playstation 5 e non abbiamo mai notato mezzo problema o calo, anche nelle fasi più concitate e con molti personaggi a schermo. L’unico problema, se in realtà così si può ritenere, è la totale mancanza di un doppiaggio in lingua inglese, anche se la localizzazione italiana – presente da anni ormai nei titoli targati Sega – è onnipresente e molto ben realizzata, con un glossario in grado di spiegare qualsiasi termine per l’epoca di riferimento.

Like a Dragon: Ishin! è quello che si potrebbe definire in tutto e per tutto un ottimo remake e una riedizione di un gioco uscito ormai troppi anni fa in Giappone. Il lavoro effettuato da Sega e RGG Studio è di ottima fattura e il passaggio all’Unreal Engine 4 non sembra far rimpiangere il Dragon Engine per la bellezza degli elementi visibili a schermo. Il punto in cui vogliamo soffermarci particolarmente, però, è come la trama sia molto più matura rispetto a quella degli Yakuza e molto più tendente alla violenza, non salvaguardando il giocatore da virulenti morti a schermo.
Per quanto riguarda il gameplay, invece, pur avendo un farming forse un po’ troppo accentuato verso il miglioramento totale dell’albero delle abilità e delle proprie armi, il divertimento è assicurato.

Good

Remake di altissima qualità
Sistema di combattimento interessante
Graficamente siamo ai livelli del Dragon Engine
Enormemente longevo

Bad

Farming troppo invasivo
Ad alcuni potrebbe non piacere la violenza implementata
9.1
TRIBE APPROVED

Sviluppatore: Ryu ga Gotoku Studio
Distributore: Sega
Data di uscita: 21 Febbraio 2023
Genere: Azione, Avventura
PEGI: 18
Piattaforme: Playstation 4, Playstation 5, Xbox Series X|S, Xbox One, PC

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