Ryu Ga Gotoku: Come un drago riesce a nascere persino in occidente

Pubblicato il 3 Novembre 2020 alle ore 14:00
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Ryu Ga Gotoku (letteralmente “Come un drago”) è un nome che dirà poco a tantissimi dei videogiocatori, ma che, in realtà, è diventato quasi un mantra per gli appassionati dei videogiochi giapponesi. RGG è, infatti, il nome giapponese di quello che noi conosciamo come Yakuza, serie creata da Toshihiro Nagoshi e che negli ultimi anni ha letteralmente creato un nutrito drappello di persone pronte a seguire le gesta di Kiryu Kazuma e di tutto ciò che lo ha circondato. Caratterizzato da folli elementi che hanno fatto la fortuna del brand, Yakuza si è creato una nomea anche nel nostro Paese permettendo così a Sega di decidere di spendere dei soldi per adattare completamente il prossimo episodio, Like a Dragon, in uscita il prossimo 10 novembre su Xbox (famiglia One e Series X|S), Playstation 4 e Steam. Quello che infatti ci troveremo davanti sarà un gioco completamente localizzato in italiano (a esclusione dei dialoghi che resteranno o in giapponese o in inglese), ma la domanda è: come siamo arrivati a questo punto? Come siamo arrivati a costringere il publisher a far uscire un gioco come Like a Dragon in italiano? Cercheremo di arrivare al punto nel corso di questo speciale in una sorta di cammino verso la nuova direzione dello studio RGG.

Ma cos’è Yakuza?

Nell’introduzione abbiamo parlato di un fenomeno che è stato riconosciuto come tale da Sega e dal publisher italiano, tanto da dedicarci molto più tempo e molta più spesa rispetto al passato. Ma da dove nasce questa serie? Yakuza nasce ufficialmente nel 2005, quando il producer Nagoshi ha voluto spiegare come il suo obiettivo fosse quello di arrivare a creare un titolo potente dove il giocatore potesse immedesimarsi e umanizzare un mondo crudele come quello della mafia giapponese. La yakuza è stata proprio scelta grazie alla crudezza dell’ambiente e per attrarre così i giocatori, conquistati da un mondo poco conosciuto se non tramite il romanzamento attuato da serie tv o film.

Nel corso degli studi per la creazione del primo capitolo, l’intero team iniziò ad approfondire il mondo degli Hostess Club (posti dove ragazze avvenenti cercano di far spendere il più possibile l’uomo che si presenta semplicemente acquistando bevande o consumazioni, senza offrire una prestazione sessuale, ma solo facendola intendere subdolamente) e delle classiche ossessioni sull’onore (il jingi) e sulle abitudini. Mentre il team ha studiato l’ambiente, la narrazione è stata lasciata a un esperto del calibro di Hase Seishu che si è occupato principalmente della trama principale. Questa si è sempre contraddistinta per la crudezza, ma anche per il voler sempre insegnare come gli Yakuza siano si uomini crudeli e senza scrupoli seppur, come in ogni ambito, i buoni esistano davvero e che l’onore non va mai calpestato.

Il primo Yakuza fu un mezzo successo per la critica, con un metacritic di 75 che fu centrato principalmente per i voti oltreoceano, dove hanno visto la serie come un seguito spirituale di Shenmue e questo parallelismo è stato spesso fonte di discussione per i fan, in quanto i due titoli, seppur simili per struttura, hanno delle sostanziali differenze nelle tematiche e nel come queste siano state espresse dai rispettivi scrittori.

La continuazione dopo il primo successo

Negli anni successivi, la serie Yakuza continuò, sempre su Playstation 2, con il secondo capitolo che portò alcune novità sul lato gameplay, ma soprattutto su quello narrativo che ha compiuto il passo successivo andando a presentare anche una storia d’amore profonda. L’idea di Nagoshi è stata quella di proporre un gioco dalla trama più drammatica e profonda rispetto a quella presentata nel primo capitolo, che i fan della serie ricordano ancora oggi come una delle migliori. Pur mantenendo la sua follia, Yakuza 2 si presentò quindi come un titolo più maturo e profondo rispetto al predecessore anche grazie alla costruzione del nemico principale, quel Ryuji Goda che ancora oggi è considerato da tutti come il migliore dell’intera saga. Goda è stato il primo vero nemico per Kiryu e la storia costruita da Nagoshi (e scritta magistralmente da Seishu) per loro due beneficia proprio della maggiore profondità voluta dallo scrittore a seguito delle critiche del primo capitolo. Se questo ha contribuito alle enormi vendite giapponesi (circa 830 mila copie nell’anno di rilascio), la scarsa fama del brand in Occidente ha quasi affossato ogni speranza per quei pochi appassionati che avevano enormemente apprezzato il predecessore, andando così a metter a serio rischio la continuazione della serie nel nostro continente. Yakuza 3 fece il suo debutto nel 2009 (su suolo Giapponese) e nonostante i giudizi siano stati buoni (metacritic circa di 79), è stato il capitolo più debole a livello di vendite e nel giudizio del pubblico, che ha ampiamente criticato la trama in quanto troppo casuale e di passaggio rispetto a quello che poteva e doveva essere andando così a piazzare questo terzo capitolo tra i peggiori mai usciti. A riscattare la sua brutta figura arriva, dopo solo un anno, Yakuza 4 che punta maggiormente sulla trama e sul racconto con l’introduzione di ben 4 protagonisti e di una storia incentrata proprio su questa particolarità per risollevare le sorti di un brand che sembrava quasi destinato al calo dopo il fallimento precedente.

La vetta e il successo definitivo

Quasi a sorpresa, oppure no, nel 2012 uscì Yakuza 5 che venne riconosciuto come il miglior capitolo rilasciato fino a lì, in una serie che stava affrontando un calo quasi sistematico dopo l’uscita di 4 giochi principali e 3 spin-off. Questo gioco fu visto dagli sviluppatori come un nuovo inizio, anche se non cambiò il protagonista (che rimase Kazuma Kiryu) che fu affiancato da 4 nuovi personaggi giocabili, un record per l’intera serie. L’arrivo in Occidente fu ritardato per ben 3 anni con la data di uscita annunciata da Sega un anno prima l’effettiva release (5 dicembre 2014 l’annuncio con uscita l’8 dicembre 2015 solo in digitale), nella speranza di poter suscitare attesa nel pubblico costruendolo come l’ultimo capitolo di una serie che si è guadagnata pian piano la sua fanbase sempre più esplosiva. All’arrivo, infatti, Yakuza 5 fu recepito da critica e fan come uno dei migliori titoli presenti su Playstation 3 con dichiarazioni anche pesanti della stampa proprio verso questa direzione. Hobby Consolas dichiarò come Yakuza 5 fosse stato uno dei migliori giochi presenti sulla console, uno dei migliori giochi dell’intera generazione. Questo giudizio, unito a quelli della maggior parte della stampa occidentale, ha contribuito a un sostanziale riconoscimento della serie Yakuza tra gli appassionati non giapponesi anche se, in realtà, i dati sono rimasti per la maggior parte fumosi, in quanto non vengono comunicati da Sony i numeri riguardanti le vendite digitali, formato con cui uscì Yakuza 5 in Occidente in quanto Sega stava probabilmente per gettare la spugna, non aspettandosi una ricezione così calorosa.

Yakuza 5, però, non chiude la storia di Kazuma ed è necessaria una fine dopo 7 anni (e altrettanti giochi), ma lo studio RGG non è dello stesso avviso e presenta addirittura Yakuza 0, quello definibile in tutto e per tutto un prequel. Dopo circa 10 anni dal primo capitolo giapponese siamo di fronte all’esplosione definitiva del fenomeno Yakuza, con critica e pubblico estasiati dalle possibilità offerte da un semplice prequel. 0 fu acclamato a gran voce dalla critica con Metacritic superiori all’85 con grandi testate del livello di Polygon e The Verge che lo hanno nominato uno dei migliori titoli del 2017 e il pubblico che ha risposto mandandolo semplicemente a ruba, tanto che i negozi ebbero problemi di scorte per un periodo considerevole, in quanto Sega semplicemente non si aspettava questa calorosa accoglienza. 0 ha segnato anche l’esplosione del fenomeno Goro Majima, uno dei personaggi diventati più iconici dell’intera saga, tanto da avere dei segmenti tutti suoi nei due remake usciti successivamente del primo e del secondo capitolo.

Ogni viaggio, però, deve avere una conclusione e quella di Kazuma Kiryu arriva nel 2016 (2018 in Europa) con Yakuza 6: The Song of Life. La serie Yakuza è ormai consolidata nell’immaginario collettivo ed è diventata quasi un’istituzione e la decisione di andare a chiudere l’arco narrativo di Kiryu dopo circa 11 anni ha provocato nei fan una sorta di diniego, ma anche di consapevolezza che doveva esserci quel momento in cui era necessario chiudere tutto. Il gioco fu, come prevedibile, l’ennesimo capolavoro con voti molto alti anche grazie all’implementazione del Dragon Engine che ha rivoluzionato l’aspetto grafico e tecnico, facendolo rivaleggiare con giochi più importanti e con budget maggiore rispetto alla serie RGG. Yakuza 6 ha letteralmente demolito ogni record di vendita con circa 500 mila copie vendute al dicembre 2016 e con il terzo posto negli UK durante il lancio Europeo, rendendolo il lancio più grande per la serie nel Paese. Le vendite nel giugno 2018, invece, arrivarono circa al milione, con la metà effettuate proprio nel nostro continente rendendo ormai la serie famosa in tutto il mondo.

Il giudizio e il dragone

La serie Yakuza dopo il sesto capitolo si prende una piccola pausa con uno spin-off creato proprio da Toshihiro Nagoshi, in cui si è voluto distaccare, almeno a parole, dalla sua creatura. Judgment (in giappone Judge Eyes), è stato annunciato nel 2018 e, nonostante sia stato creato e lavorato dallo stesso team, non è stato giudicato ufficialmente come spin-off di Yakuza. La storia del detective Yagami è stata ben implementata e risulta significativamente diversa – seppur seguendo quasi le stesse tematiche e dinamiche – da quella di Yakuza, rappresentando una breve pausa da una serie che nel frattempo è arrivata al suo culmine per popolarità. Questo ha aiutato i distributori occidentali che hanno scelto, per la prima volta, di proporre qualcosa di diverso con l’aggiunta del doppiaggio inglese e – soprattutto – la localizzazione in EFIGS (Inglese, Francese, Italiano, Tedesco e Spagnolo) che ha portato molto sgomento tra i fan della serie che proprio non si aspettavano questa mossa. Come al solito la critica ha apprezzato totalmente il gioco che, seppur con un protagonista nuovo da digerire, è riuscito a mantenere quasi intatto lo spirito del brand in un modo quasi insperato da parte dei vecchi appassionati. Anche se non sono stati forniti numeri da parte di Sega, il producer Daisuke Sato ha parlato di come le vendite occidentali abbiano superato le aspettative del team creativo, facendo così intuire come la scelta di proporre una localizzazione abbia aiutato nella distribuzione e nella ricezione a nuovi fan, bloccati prima dalla barriera linguistica che non ha permesso loro di godersi una delle serie migliori di sempre.

Dopo alcuni esperimenti, come anche la riproposizione di Fist of the North Star (la storia di Kenshiro fatta proprio dal team RGG), ecco arrivare il progetto di un nuovo Yakuza. Inizialmente proposto come pesce d’aprile, il video su Twitter ha spopolato tra i fan e sempre di più hanno iniziato a sperare che la clip – che mostrava un combattimento a turni stile Persona – fosse reale. Il sogno è diventato realtà nell’agosto del 2017 quando Shin Ryu ga Gotoku (tradotto come Like a New Dragon) è stato ufficializzato come nuovo titolo della serie Yakuza, venendo classificato come settimo episodio. Like A Dragon, come verrà chiamato da noi, è in arrivo il prossimo 10 novembre e sembra essere un vero e proprio nuovo inizio per la serie: nuovo protagonista, nuovo sistema di gioco e nuova ambientazione. Nel corso degli ultimi mesi gli utenti che hanno testato la versione giapponese (uscita a inizio 2020) ne hanno parlato come uno dei migliori Yakuza di sempre e l’hype è sempre più alto per questo gioco che si prospetta essere l’emblema di una nuova vita con l’arrivo della nuova generazione. Like a Dragon, infatti, verrà pubblicato il prossimo 10 novembre su Playstation 4, PC e famiglia Xbox con, appunto, la sua versione migliore proprio su Series X|S, mentre su Playstation 5 arriverà il prossimo 2 marzo. La storia ci ha indicato come Yakuza sia stato un brand legatissimo a Sony, ma negli ultimi mesi Microsoft ha deciso di provare a portare anche da loro quel briciolo di giapponesità che è da sempre mancata sulle sue consoleYakuza Kiwami 1 e 2 (i remake dei primi due Yakuza) insieme allo 0 sono presenti sul Gamepass e Like A Dragon arriverà in esclusiva temporale next gen proprio su console Microsoft. Che sia l’inizio di una nuova epoca per i dragoni del RGG Studio? Solo il tempo potrà dircelo, per il resto potete attendere i nostri giudizi su Yakuza: Like a Dragon che diventerà protagonista nel corso di novembre di una corsa serrata verso le nostre console.

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