recensione

The Precinct

The Precinct è un sandbox poliziesco imperfetto, ma pieno di carattere

Pubblicato il 13 Maggio 2025 alle ore 15:00
0
di Paolino Maisto
@PerrinAybara

Con il recente rinvio di Grand Theft Auto VI, molti di noi stanno cercando qualcosa che possa colmare il vuoto lasciato dall’attesa. In questo clima d’impazienza, l’attenzione si è spostata su The Precinct, un nuovo sandbox poliziesco che ha attirato curiosi e appassionati grazie alla sua estetica neo-noir, ai crimini sopra le righe e alla grande libertà d’azione offerta al giocatore.

Abbiamo passato ore divertenti con The Precinct. Nonostante un tutorial iniziale piuttosto lento, il gioco è riuscito a crescere insieme a noi, rivelando un’esperienza caotica nel bene e nel male. Chi saprà approcciarsi con le giuste aspettative, si troverà davanti a un'avventura sorprendentemente ricca.
Questa nostra recensione di The Precinct sarà completamente priva di spoiler. Nel gioco vestiamo i panni di Nick Cordell, un agente alle prime armi appena uscito dall'accademia. Siamo nel 1983 e lavoriamo per il dipartimento di polizia di Averno, città fittizia ma ben caratterizzata. Dopo la morte del padre in servizio, Nick si mette sulle tracce della verità; la storia principale è lineare, ma ben strutturata: collaboriamo con il veterano Kelly, pronto alla pensione, e con il resto del distretto per sconfiggere diverse bande criminali. Abbiamo apprezzato lo sforzo narrativo compiuto da Fallen Tree Games Ltd; la progressione si sviluppa attraverso il lavoro quotidiano: raccogliamo prove, affrontiamo boss criminali e proseguiamo nella trama. Semplice ma funzionale. Peccato che Kelly, inizialmente molto presente, tenda a scomparire nella fase centrale della storia per poi riapparire sul finale. Tuttavia, il suo arco narrativo si conclude in modo soddisfacente.

Parallelamente, seguiamo una sottotrama legata a un serial killer. Ogni volta che ricevevamo una chiamata collegata al caso, eravamo piacevolmente colpiti dalla varietà del gameplay. Quando la storyline si è conclusa, però, abbiamo avuto la sensazione che gli sviluppatori non avessero osato abbastanza con questo interessante spunto. All’inizio di ogni turno possiamo scegliere se avanzare nella storia o concentrarci su incarichi secondari. Quando decidiamo di affrontare un boss di una banda, collaboriamo con i detective per costruire il caso. Se ci concentriamo solo sulle missioni principali, la durata complessiva del gioco si aggira attorno alle 10 ore. Di solito non ci soffermiamo sul doppiaggio, a meno che non risulti particolarmente incisivo o problematico, e in questo caso, purtroppo, rientriamo nel secondo scenario. Le cutscene, costituite da ritratti statici e dialoghi a turno, presentano pause innaturali e momenti goffi, specialmente nelle scene comiche. Non tutti i personaggi soffrono dello stesso problema, ma una buona parte sì. Pur non essendo una simulazione realistica, The Precinct offre una rappresentazione leggera e drammatizzata della vita da poliziotto. Ogni turno ci porta a svolgere pattugliamenti, emettere multe o fermare infrazioni. Col tempo, possiamo scegliere liberamente dove intervenire, vagando per Averno per far rispettare la legge.

Quando viene commesso un crimine, veniamo allertati via radio o assistiamo all’evento. La maggior parte dei criminali si arrende alla vista della divisa, ma altri resistono: in questo ultimo caso, possiamo usare metodi non letali o affrontarli con la forza. Se esageriamo, perdiamo punti esperienza o torniamo all’ultimo checkpoint. Dopo un arresto, dobbiamo assegnare le accuse corrette; possiamo controllare i documenti del sospetto, verificare eventuali mandati di cattura o perquisirlo per trovare oggetti illegali. È una delle meccaniche più riuscite del gioco, che dona un tocco da “simulatore” a un’esperienza altrimenti frenetica. Idealmente, dovremmo poter pattugliare con calma e svolgere il nostro dovere, ma Averno è una città in cui può succedere di tutto. Basta poco: un crimine improvviso, un inseguimento ad alta velocità, un’auto rubata e il turno diventa puro caos. Fortunatamente, possiamo richiedere rinforzi, attivare strisce chiodate o chiedere supporto aereo. Abbiamo spesso chiamato i rinforzi, e non solo per motivi tattici. Gli agenti di Averno sono delle vere schegge impazzite e, tra derapate, incidenti e inseguimenti folli, ci siamo ritrovati a ridere più volte per l’assurdità delle loro azioni. Abbiamo vissuto alcune delle situazioni più bizzarre viste in un videogioco sandbox.

Il caos è dietro ogni angolo. Una semplice multa infatti può trasformarsi in una sparatoria, mentre un arresto si svolge con un’altra pattuglia che piomba sulla scena. Delegare parte del lavoro al nostro partner aiuta a snellire i processi, ma il disordine è parte integrante del fascino di The Precinct. La guida, inizialmente, è un po’ ostica: le auto accelerano in modo esagerato, ma non reggono le curve strette della città. Imparare a derapare è essenziale. Abbiamo adottato uno stile di guida “alla Batman”, sfondando recinzioni e pali con la nostra quasi indistruttibile volante. Alcuni veicoli sbloccabili sono ancora più resistenti e ancora più divertenti. Non mancano però bug e momenti frustranti, soprattutto durante gli inseguimenti: i criminali guidano in modo impeccabile, mentre noi possiamo perdere tempo prezioso con animazioni lente. Anche rubare un’auto non è immediato, e spesso il bersaglio è già lontano quando riusciamo a metterci al volante.

Le due bande principali si distinguono solo per i colori: una rossa, l’altra viola. Avremmo voluto un po’ più di varietà nei comportamenti o nelle tattiche. Forse qualche differenza esiste, ma non è così evidente da influenzare l’esperienza. Anche i turni di lavoro potevano essere più vari e scegliere cosa fare ha un impatto marginale. Che si pattugli o si emettano multe, tutto contribuisce allo stesso modo all’accumulo di XP. Non c’è una vera penalizzazione per uscire dai binari, e le attività si somigliano troppo tra loro. La visuale isometrica funziona sorprendentemente bene, la città neon-noir è illuminata con gusto, e ogni quartiere ha la sua personalità. Tuttavia, il mondo non sembra veramente vivo, i PNG svolgono azioni basilari, ma gli edifici sono per lo più facciate. Avremmo gradito più dettagli e qualche interazione in più per alimentare l’illusione di una città abitata. Anche il comparto audio lascia a desiderare. La musica è scarsa e ripetitiva, mentre l’ambiente sonoro è quasi assente. Mancano voci, rumori ambientali, e tutto ciò che renderebbe Averno una città vibrante. È l’aspetto più debole del gioco e ci auguriamo venga migliorato con futuri aggiornamenti.

In definitiva, possiamo dire che nonostante queste imperfezioni, The Precinct è un progetto ambizioso che merita rispetto. Il mix tra narrativa poliziesca, meccaniche quasi da simulatore e momenti di puro caos crea un’esperienza originale e coinvolgente. Averno City è un parco giochi ricco di potenzialità, e noi ci siamo divertiti un mondo a esplorarle. Un debutto imperfetto, ma carico di personalità.

Il codice ci è stato fornito dal distributore per PS5.

Good

Titolo sandbox esilarante e divertente
Libertà di affrontare i compiti come meglio credi
Ambienti dall'aspetto bellissimo
Narrazione coinvolgente
Vari loop di gameplay ben sviluppati

Bad

Qualche bug e glitch
Mancanza di suoni d'atmosfera
Gli edifici sembrano finti
I membri delle bande necessitavano di maggiore varietà
7.3
"PRETTY GOOD"

Sviluppatore: Fallen Tree Games
Distributore: Kwalee
Data di uscita: 13 maggio 2025
Genere: Action Sandbox
PEGI: N.D.
Piattaforme: Xbox Series X|S, PS5, PC

Approfondisci:

Lascia un commento

Tribe Games ® Tutti i diritti riservati.
tagbubblehistorycheckmark-circlecross-circle