Horrormania: Giochi da paura per Halloween

Pubblicato il 30 Ottobre 2020 alle ore 14:00
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di Dario Bin
@DrioAkuma

Tribù, siamo ad Halloween, un ottimo periodo per mettere mano a qualche terrificante titolo con cui ricevere insulti dalle nostre coronarie.
Il sottoscritto oggi vi consiglia alcuni giochi che ha avuto modo di apprezzare nel corso degli anni, buona parte facilmente reperibili, altri un po’ meno perché retrò, ma valgono la pena di essere giocati.
Iniziamo!

Alien: Isolation

Partiamo subito col botto, dato che nel periodo di Halloween questo titolo torna spesso in scena e viene ancora adesso consigliato.
Alien: Isolation” è sicuramente un ottimo gioco horror e, al tempo stesso, si può definire uno tra i migliori titoli ambientati nell’universo di Alien, specialmente dopo la grossa scottatura che i fan ricevettero tempo addietro con il discutibile “Alien: Colonial Marines”.
Questa terrificante avventura è cronologicamente ambientata quindici anni dopo gli eventi del primo film, Alien.
Nei panni di Amanda Ripley, veniamo invitati ad unirci a una squadra per prelevare la scatola nera appartenente alla Nostromo (la stazione spaziale del primo film), così che la ragazza possa finalmente avere delle risposte riguardo la scomparsa di sua madre, Ellen Ripley (protagonista della quadrilogia cinematografica).
Purtroppo, durante l’approccio presso la stazione spaziale in cui è attualmente situata la scatola nera, qualcosa va storto, Amanda viene separata dal resto della sua squadra e si ritrova sola in una situazione fuori dall’immaginario.
La stazione contiene al suo interno un equipaggio dove la gran parte delle persone è pronta ad uccidere qualunque straniero si presenti davanti, gli androidi da assistenti diventano macchine assassine e poi c’è lui… Lo Xenomorfo!
Quello che più mi ha affascinato di “Alien: Isolation” è stata la cura nei dettagli riguardo la struttura su cui si incentra la storia, perché riprende fedelmente com’erano immaginate le tecnologie viste nei primi due film.
Questo gioco sa tenere sempre col fiato sospeso, specialmente per l’IA realizzata sul nostro bavoso amico; essendo un essere praticamente immortale, le uniche cose che possiamo fare sono nasconderci e sfruttare tutte le risorse che abbiamo a disposizione per distrarlo o scacciarlo.
Man mano che si avanza, lo Xenomorfo apprenderà le nostre azioni e proverà ad anticipare le nostre mosse per poterci prendere e diventare il suo pasto, senza contare tutti gli altri pericoli citati prima che non aiutano nella drastica situazione in cui ci troviamo.
Alien: Isolation” è sicuramente un ottimo titolo, non perfetto perché in alcune cose pecca, per esempio alcune fasi di gameplay ripetitive, a dimostrare che si è cercato di allungare il brodo per non rendere l’esperienza troppo breve.
Nel complesso, è da aggiungere alla propria collezione perché sa molto bene tenere fede al termine survival horror.

The Coma 1 & 2

The Coma è un titolo che per diversi aspetti mi ha incuriosito e affascinato, scoperto totalmente a caso, questo indie si è dimostrato un’interessante esperienza.
Principalmente è stato il tema ad avermi intrigato, siamo spesso abituati a giocare (o vedere film) basati sulla cultura cinese e (soprattutto) giapponese, mentre non si sente molto spesso parlare di storie horror a tema coreaneo.
Nel primo The Coma, vestendo i panni del giovane Youngho, ci risvegliamo nella nostra scuola di notte, dopo esserci addormentati nella mattinata durante un esame (cosa che accade a fare le ore piccole per studiare all’ultimo).
Purtroppo non sarà solo, perché un essere con le apparenze della sua insegnante comincerà a braccarlo per i corridoi del Liceo Sehwa, pronto ad ucciderlo; il giovane ragazzo dovrà capire che cosa sta accadendo e trovare un modo per fuggire vivo dall’istituto.
The Coma è un survival horror 2D in cui esplorazione, senso dell’orientamento, capacità di nascondersi saranno essenziali mentre si cerca di sopravvivere e scoprire i misteri che avvolgono questo posto in continua mutazione con l’avanzare della trama.
Lo stile con cui viene rappresentato è molto affascinante e, nonostante l’aspetto “fumettoso”, sa comunque sorprenderti grazie all’ottimo audio, il tutto accompagnato da una trama ben strutturata, che va approfondita mentre si cerca di non morire.

Apparentemente semplice, è un prodotto indie di rispetto, così come per il suo seguito “The Coma 2: Vicious Sisters”.
Nel secondo capitolo prenderemo invece i panni di Mina Park, anche lei studentessa del Liceo Sehwa, che si ritroverà anch’essa coinvolta in un incubo simile a quello vissuto da Youngho.
Non entro nei dettagli per evitare potenziali spoiler, quello che posso però dirvi è che il suo seguito è degno di rispetto; gli autori sono stati capaci di espandere l’ambientazione di gioco con nuove sezioni anche fuori dall’istituto, evolvendo diversi aspetti relativi al gameplay e rendendolo uno story-driven inquietante ed accattivante.
Se il gioco vi affascina potete acquistarli singolarmente partendo dal primo oppure recuperare tutto in un pacchetto unico con il pacchetto bundle, “The Coma: Back To School”.

Resident Evil 1 – 2 – 3 (Originali e Remake)

Non poteva assolutamente mancare questa perla del survival horror, che ha terrorizzato molti di noi nell’epoca della PlayStation 1.
Per i remake di questa serie non credo proprio vi siano problemi nel reperirli, dato che sono stati rilasciati per la maggior parte delle console e su PC; più complessa invece la questione se voleste recuperare gli originali.
L’idea di base non è metterli a confronto, ma qualcosa di più, analizzarne l’evoluzione: osservare quello che attualmente alle nuove generazioni quasi non spaventa, mentre noi “vecchi” ci siamo presi una bella serie di infarti.
Per quanto riguarda il primo Resident Evil, da ammirare è una lezione di come si realizza un remake a dovere, perché quello che è stato fatto con il ReBirth è la dimostrazione pratica di come prendere l’esperienza dell’originale e portarla ad un livello superiore.
Non parlo solo di qualità grafica, ma anche del gameplay, le nuove zone, nuovi nemici, qualche nuovo evento di trama, sempre rispettando quello che è stato fatto con l’opera originale.
Per Resident Evil 2 e Resident Evil 3 la questione è differente, con loro si parla di avere tra le mani esperienze totalmente diverse dal gameplay delle versioni PlayStation 1.
Se i capitoli PS1 erano versioni “migliorate” del primo Resident Evil a livello di meccaniche, i loro remake invece hanno adottato delle grosse varianti; basti pensare alla telecamera libera e la possibilità di mirare con precisione con la camera alle spalle come, in un terza persona.
Oltre a modifiche di vario tipo inerenti alla trama stessa, i concetti essenziali a livello di storia ci sono, è la narrazione ad aver subito diverse svolte.
Nel complesso, è come aver suggerito di giocare ben sei giochi, dato che tutti propongono un’esperienza diversa l’uno dall’altro, rimanendo comunque nell’universo comune di Resident Evil.

Silent Hill 2

Se abbiamo parlato di Resident Evil, non poteva sicuramente mancare un’altra grande serie che nel corso degli anni ha lasciato la sua impronta nel mondo del survival horror, cioè Silent Hill (morta da tempo grazie a Konami…).
Spesso i due brand vengono messi in paragone e viene posta la domanda su quale dei due sia il migliore, penso che la questione posta in questa maniera sia errata e che sia più corretto chiedere quale preferenza una persona possa avere.
Questo per una serie di motivi tra cui il fatto che sono sì entrambi survival horror, ma posti in due maniere nettamente differenti.
Resident Evil è un horror a tema (concedetemi il termine) fantascientifico, perché parliamo di creature generate da virus ed esperimenti genetici; Silent Hill invece si pone come un horror sul piano paranormale/psicologico, tra rituali per evocare il “Dio” di un nuovo mondo o storie che fanno a toccare la psiche umana, rendendo Silent Hill una sorta di “città purgatorio”.
Già questi aspetti hanno un forte peso che portano a riformulare la domanda su quale serie sia la propria preferita, rispetto a farne un vero e proprio paragone.
Da parte del sottoscritto la mia scelta va a Resident Evil, ma Silent Hill ha lasciato una forte impronta nel mio cuore, specialmente il secondo capitolo che è il suggerimento di questo paragrafo.
Di tutta la serie, Silent Hill 2 è quello che più ho divorato, giocandolo più e più volte per sbloccare tutto ciò che era possibile ottenere tra segreti e finali.

La storia narra di James Sunderland, un uomo in viaggio presso Silent Hill, dopo aver ricevuto una lettera dalla moglie Mary che lo invita a raggiungerlo presso il loro “luogo speciale”; c’è solo un piccolo problema… sua moglie è morta tre anni fa a causa di una malattia, eppure la lettera sembra proprio scritta da lei, solo loro potevano conoscere quel posto per loro importante.
Con molta incredulità e domande, James si dirige comunque a Silent Hill e da qui avrà inizio questa inquietante storia tra creature disturbanti e l’incubo nelle due realtà parallele che fanno parte di questa città.

Ciò che più ho amato di Silent Hill 2 è la trama, il corso degli eventi in cui gira attorno a James ed il suo tormento, così come alcuni altri personaggi che si incontreranno nello svolgersi di questo viaggio.
Se il primo capitolo era votato al paranormale, questo invece (che è una storia sua, senza reali legami al suo predecessore) è più un horror psicologico.
Il tutto accompagnato da una colonna sonora magnifica che sa accompagnare ogni scena e situazione, assieme ad un effetti sonori che danno i brividi ad ogni minimo rumore che si percepisce.
Vi chiedo solo un favore, NON cercate la “remastered HD” che venne rilasciata per Xbox 360 e PS3, quel prodotto è un abominio! Cercatevi piuttosto una PS2 usata ed il gioco originale, ma state lontani da quella versione.
Perché così tanto disgusto? Eccovi uno dei motivi: in Silent Hill 2 “””HD“”” la nebbia (elemento emblema del gioco) praticamente non c’è, la sua assenza mette in evidenza certi aspetti che dovevano essere nascosti.
Per esempio, al primo incontro con Maria (uno dei personaggi chiave del gioco), con l’assenza della nebbia si vede chiaramente che il lago è “tagliato”, arriva ad un certo limite e poi il vuoto totale.
Penso che questo basti come spiegazione, per cui vi invito a recuperare la sua versione originale.

Eternal Darkness: Sanity’s Requiem

Ecco, in questo caso abbiamo qualcosa di più complesso da reperire, ma se ci riuscite avrete recuperato un diamante andato perduto del survival horror.
Eternal Darkness: Sanity’s Requiem” è un gioco esclusiva Nintendo Gamecube, sviluppato dalla Silicon Knights.
Questa software house, non pagando ai tempi dei diritti ad Unreal, ebbe una battaglia legale contro quest’ultima, perdendola poi con conseguente chiusura di tutto.
Si può dire che il gioco è alquanto sfortunato perché, tra il fallimento da parte di Silicon Knight ed il mancato successo del Nintendo Gamecube, diede a poche persone la possibilità di conoscere questo ottimo prodotto.

Eternal Darkness ha come protagonista principale Alexandra Roivas, una ragazza all’apparenza come tutte le altre, perché ancora non sa che avrà tra le mani il destino dell’umanità.
Un giorno riceve una chiamata da parte della polizia, che le chiede di tornare alla tenuta di famiglia a Rodhe Island per identificare il corpo appartenente a suo nonno, Edward Roivas, che è stato brutalmente assassinato.
In attesa di novità da parte della polizia per scoprire chi possa essere il colpevole ed avere giustizia, Alex (abbreviazione usata anche nel gioco) comincia ad esplorare la casa; in questa ricerca troverà una stanza con un libro, di cui la copertina sembra fatta di ossa e pelle umana, The Tome of Eternal Darkness!

Questo gioco è veramente una perla perduta, ogni capitolo che andremo ad affrontare ci farà vivere storie ambientate sempre in epoche differenti, ognuna con il suo protagonista.
Tutti loro avranno i rispettivi punti di forza e debolezza, così come gli equipaggiamenti, portandoci ogni volta a studiare quali approcci applicare per affrontare i mostri che incontreremo.
Vi è un sistema di combattimenti originale in cui è possibile mirare specifiche parti del corpo dei nemici (elemento non da poco per quei tempi, specialmente nei survival horror), con lo scopo di renderli inoffensivi e poter dare loro il colpo di grazia per eliminarli definitivamente.
In aggiunta, vi è la magia, con una meccanica tutta sua e originale dove dobbiamo trovare noi i simboli per realizzare gli incantesimi e scoprirne anche di nuovi; poi c’è quella birichina statistica chiama sanità mentale.
Ogni volta che si incontra un nemico e ci nota, la barra dedicata alla sanità mentale cala, perché alla fine i nostri protagonisti affrontano creature fuori dall’ordinario. Ci sono comunque modi per recuperarla e sarà importante apprendere come… perché? Diciamo che il gioco comincerà a farvi diversi scherzetti: per esempio (tra i tanti), mentre si esplora una stanza al nostro personaggio improvvisamente salterà in aria la testa, facendoci credere che siamo morti, per poi avere un flash che ci riporta da dove siamo entrati ed il personaggio è vivo mentre impreca che non sta succedendo davvero.

A questo punto vorrei fare un appello a Nintendoma fare una bella remastered?
Se rischiate di fare una porcata come quella fatta da Konami con Silent Hill 2&3 lasciate perdere, ma se ci fosse la possibilità di riportare questo capolavoro perduto sull’attuale Nintendo Switch, dandogli una buona pulizia grafica per la remastered, dal mio punto di vista sarebbe una bella mossa.

Bene ragazzi, con questo si conclude il mio speciale Horrormania, spero che possiate recuperare e giocare i titoli suggeriti, se non li avete ancora giocati.
Ve ne sono tanti altri di cui si potrebbe parlare, ma attualmente questi sono tra i titoli che più mi viene spontaneo suggerire quando mi chiedono suggerimenti su quale horror giocare.
Passate un buon Halloween e vi aspettiamo a braccia aperte con nuovi speciali, recensioni ed articoli!

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