xCloud e lo Streaming di Microsoft

Pubblicato il 16 Giugno 2020 alle ore 8:00
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Ed eccoci finalmente giunti al turno di xCloud, il servizio di streaming realizzato da casa Microsoft per la sua utenza. Siamo infatti riusciti ad avere accesso al test del servizio e, per questa ragione, abbiamo approfittato per mettere alla prova un po’ di giochi e per paragonare la nostra esperienza rispetto alla concorrenza. Per chi fosse interessato, infatti, xCloud non è aperto al pubblico al momento e per avere accesso è necessario far parte del programma Xbox Insider e richiedere l’autorizzazione per poter usufruire del servizio. Una volta che Microsoft ci avrà abilitato saremo in grado di prendere parte al programma ed entrare nell’apposita App nella sezione dedicata.

Un servizio acerbo ma promettente

Prima di iniziare ad entrare nei dettagli riguardanti xCloud, ci sentiamo in dovere di puntualizzare un paio di cose. Il servizio promosso da Microsoft è infatti ancora in una sorta di Closed Beta che, per come stanno messe le cose al momento, permette di avere accesso ad una versione dimostrativa del servizio. Al momento è infatti possibile accedere ad XCloud solamente tramite App, e solamente sulla piattaforma Android [iOs si riconferma del tutto ignorato dai produttori di questo genere di servizi essendo escluso virtualmente da ogni piattaforma per il momento N.d.r.] e, oltre a ciò, l’applicazione ci costringerà ad adottare un controller con connettività Bluetooth per poter giocare ai contenuti in streaming. Per ora quindi xCloud non potrà essere sfruttato né da chi ha una console Xbox, né tanto meno da chi usa un Pc, sebbene lo scopo finale sia di portare questo servizio sia su piattaforma Apple, sia chiaramente su console Xbox.

Una volta abilitati all’uso e scaricata l’app, potremo infine buttarci nella mischia e giocare al nostro catalogo online di titoli in streaming. Prima però di iniziare, un paio di raccomandazioni e consigli che abbiamo avuto modo di riscontrare e raccogliere durante la nostra prova. In primo luogo, fate attenzione ai requisiti per poter accedere al servizio; come detto solo i dispositivi con Android versone 6.0 o superiore potranno installare ed usufruire dell’app, ma dovrete anche disporre del protocollo Bluetooth 4.0 ed un controller ufficiale Xbox One. Riguardo questo ultimo punto vi invitiamo a fare particolare attenzione alla generazione della vostra periferica. Tutti i controller di prima generazione della Xbox One infatti non presentano la connettività Bluetooth e non potranno essere usati per giocare in streaming sull’App. Per controllare se il vostro controller è fornito del Bluettoth è sufficiente che lo osserviate con attenzione. I controller equipaggiati di Bluetooth, infatti, presentano l’area attorno al pulsante Xbox fatta della medesima plastica della scocca superiore, oltre ad avere un Jack da 3,5 mm nel lato interno tra le impugnature, oltre al connettore proprietario di Microsoft. I controller sprovvisti di Bluetooth hanno invece la fascia superiore in plastica lucida che si estende all’area del pulsante Xbox e sono sprovviste anche del jack da 3,5mm su lato interno.

In ultima istanza, Microsoft ci suggerisce di sfruttare come connettività il Wifi 5Ghz e di disporre di almeno 10 Mbps per poter godere del servizio. Per sfruttare appieno la vostra connessione di casa è comunque possibile anche collegare il proprio smartphone o tablet direttamente alla rete LAN usando un apposito adattatore che ci consente di collegare tramite la porta USB o type-c il nostro dispositivo direttamente ad un cavo di rete [soluzione che vi suggeriamo di adottare in caso di segnale Wifi insufficiente o in caso di incompatibilità con il Wifi 5 Ghz N.d.r.]. Anche in questo caso ci sentiamo di segnalare come anche Microsoft, oltre a tutti gli altri competitor analizzati fino ad ora, non ci fornisca un valore di riferimento riguardante il Ping della nostra connessione, valore che francamente ci avrebbe fatto comodo per avere anche solo un valore di riferimento per capire a priori quale potrebbe essere la nostra esperienza finale.

Lo stato di xCloud

Come detto in precedenza, xCloud è un servizio che attualmente sta vivendo un momento di “Anteprima” che vede la possibilità solo per una fetta ristretta di pubblico di accedere al suo contenuto. Ad onor del vero però xCloud è composto da due grosse componenti ed al momento vi abbiamo parlato solo di una di queste. XStream è infatti solo metà dell’offerta di questo pacchetto, l’altra metà è xConsole, ovvero il processo di “In-Home-Streaming” proposto da Microsoft. Questo secondo componente vi permetterà infatti di poter giocare in streaming dalle vostre console sui dispositivi compatibili che avrete nella vostra rete domestica. Sfortunatamente, al momento, non siamo stati in grado di provare questo secondo servizio, ma sappiate che nella versione definitiva, sarà incluso e disponibile per tutti. Altra nota ancora incognita riguarda infatti il modo con cui xCloud sarà reso disponibile al pubblico, o per meglio dire le modalità di adesione ed abbonamento. La soluzione di cui si vocifera da un po’ di tempo a questa parte è che potrebbe essere incluso all’interno dell’attuale Game Pass, ma non ci sono ancora notizie certe in proposito, così come ancora non si sa quando e se il servizio sarà aperto completamente al pubblico.

Per come stanno le cose al momento, quando sarete ammessi all’interno dell’anteprima avrete la possibilità di giocare ad un nutrito catalogo di titoli che già da ora sono riproducibili in streaming. Al momento, dunque, non preoccupatevi, non ci sono ancora costi accessori od abbonamenti da sottoscrivere, e sarà così per lo meno finché questa fase dell’Anteprima proseguirà in questo modo.

La nostra esperienza

Come potete immaginare, in questo caso non abbiamo potuto eseguire particolari test o paragoni, il servizio è disponibile solo su dispositivi Android, motivo per cui abbiamo potuto giusto variare la connettività per vedere come lo streaming rispondeva. Per rendere le cose il più possibile imparziali alla fine abbiamo deciso di connettere il nostro smartphone (un Samsug Galaxy A20e) usando un adattore USB-C a ethernet, in modo da poter usufruire al meglio della linea internet in nostro possesso. Come controller abbiamo usato invece un comune controller Xbox One connesso tramite Bluetooth.

Una volta avviato qualche gioco, e dopo aver sperimentato pad alla mano la qualità del servizio, ci siamo alzati dalla sedia abbastanza soddisfatti, ma ancora con qualche dubbio. Microsoft ha fatto un ottimo lavoro nel portare un buon catalogo nelle mani dei giocatori, presentando una lista di titoli, magari non recentissimi, ma comunque di un certo richiamo. Detto questo, anche disponendo di una connessione più che adeguata e consci che lo streaming dei contenuti avviene come per Playstation Now a 720p, xCloud si è dimostrato il meno stabile dei servizi testati fino ad ora. Anche rientrando a pieno titolo nei requisiti (10 Mbps e connessione cablata) abbiamo saltuariamente incontrato problemi di lag e ritardo nei controlli tali da rendere quasi ingiocabile il titolo che stavamo provando. A parte ciò, per la maggioranza del tempo i giochi che abbiamo provato (Ace Combat 7, Plague a tale of Innocence ecc…) si sono comportati piuttosto bene, mantenendo un profilo del tutto accettabile, ma come già detto controller alla mano,  non siamo mai riusciti ad immergerci al punto da dimenticarci di stare giocando in streaming come accadeva con altre piattaforme. Detto questo non vogliamo sicuramente denigrare il servizio realizzato da Microsoft, al contrario, tenendo conto dello stato dei lavori e del fatto che c’è ancora parecchio margine di miglioramento, siamo piuttosto sicuri che questi saltuari problemi siano da attribuire ad un’infrastruttura ancora da consolidare ed ottimizzare, piuttosto che ad una qualità scadente del servizio in sé. Resta di fatto però ancora un servizio molto limitato che, sebbene mostri un gran potenziale, soprattutto grazie a quello che potrebbe essere il catalogo finale  offerto dall’integrazione con Game Pass, risulta al momento solo un assaggio. Oltre a ciò ci sentiamo, come già fatto da Microsoft stessa, di raccomandare l’uso del servizio al momento sfruttando il Wifi a 5 Ghz se vorrete giocare senza scomodi cavi, o ancora meglio collegando il vostro dispositivo alla vostra rete LAN con un cavo ethernet. Usare il 2.4 Ghz, così come al momento affidarsi alle reti 4G, può infatti dare luogo a diverse problematiche che renderebbero l’esperienza potenzialmente ingiocabile, come accade anche con molti altri servizi di questo genere.

Per quanto riguarda il requisito minimo indicato da Microsoft ci sentiamo anche in questo caso di andarci con le pinze. Pur vero che 10 Mbp potrebbero essere più che sufficienti per permettervi di accedere  al servizio, ma come detto più e più volte in questi articoli, tenete assolutamente sotto controllo il ping della vostra linea; se questo è alto (sopra i 30 ms) o poco stabile (varia di molto nel tempo) sappiate che potreste soffrire di diversi problemi di reattività e lag, anche nel caso in cui doveste disporre di una banda ben al di sopra dei requisiti minimi.

Conclusioni

A voler tirare le somme, xCloud è un servizio di streaming ancora molto acerbo, ma decisamente promettente. Microsoft ci propone una serie di funzionalità che, se mantenute nella versione finale, porterebbero sul mercato uno dei migliori servizi di streaming per videogiochi. Al momento purtroppo ci sono ancora dei limiti tecnici da superare, e soprattutto c’è da estendere il servizio su più piattaforme per renderlo godibile alle masse. Detto questo, si tratta di ostacoli decisamente superabili senza troppi problemi e che potrebbero portare a maturare xCloud nella sua interezza nell’arco di pochi anni. Grazie a Game Pass, infatti, Microsoft ha già stabilito delle solide fondamenta su cui costruire il suo concetto di Game as a Service a tutto tondo. Se quindi questo progetto andrà in porto in questi termini ci aspettiamo di vederne delle belle, e soprattutto xCloud diventerà un tassello importantissimo di questo progetto a lungo termine perpetrato da Microsoft anche come passerella verso la nuova generazione rappresentata da Series X.

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