World’s End Club

Poco dopo un anno dalla sua uscita su Apple Arcade, World's End Club approda su Switch

Pubblicato il 11 Giugno 2021 alle ore 8:00
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Quando due folli menti si uniscono, nulla di buono può venire fuori. Alla release su Apple Arcade di World’s End Club, è proprio questo che ci è venuto in mente aspettando con enorme impazienza l’arrivo su altre console. Chi sono le due folli menti? Ovviamente Kotaro Uchikonoshi e Kazutaka Kodaka, creatori rispettivamente della serie Zero Escape e di Danganronpa, due delle preferite da parte del sottoscritto. La combo del terrore, infatti, ha creato due delle visual novel che più hanno influenzato la scena (insieme a Ace Attorney) e la loro unione ci ha fatto “paura” sin dal principio. Cosa aspettarci? Beh, scopritelo con noi nella nostra recensione.

Go-Getters Club

Parlare di World’s End Club senza spoiler è molto difficile, ma ci proveremo. Nei primi minuti ci ritroveremo nei panni di Reycho, un membro del “Go-Getters Club” che si è ritrovato a dover combattere contro i propri nemici in una sorta di “Gioco della Morte”. Questa prima parte assorbe l’essenza di Kodaka e Uchikonoshi e ci reinserisce in un’ambientazione a noi più familiare come quella dei killing game di Zero Escape e Danganronpa. I ragazzi si ritroveranno in una sorta di parco acquatico sotterraneo, dove dovranno eliminarsi a vicenda in modo da vincere la libertà. Evitiamo ulteriori spoiler, ma sappiate che in realtà World’s End Club non è solo killing game, anzi, ed è più una sorta di viaggio dell’intero gruppo verso la scoperta di ciò che è successo al mondo esterno.

Ogni ambientazione metterà a dura prova i ragazzi che, si scoprirà, avranno la possibilità di attivare capacità speciali in modo da superare ogni avversità e l’utilizzo di queste abilità sarà necessario per lo scopo ultimo del loro viaggio. Il gioco intermezzerà livelli dove l’azione sarà preponderante a vere e proprie sezioni da visual novel, nelle quali le nostre scelte potranno influenzare il corso degli eventi potendo esplorare, in qualsiasi momento, le ulteriori possibilità che la storia ci propone. Non ci sarà mai nulla di particolarmente critico, ma anzi, solo una scelta di dove andare per proseguire il viaggio verso Tokyo, con la possibilità di vedere nuove scenette e sbloccare nuovi poteri.

La versione Apple Arcade era largamente incompleta e solo nella sua release finale su Switch la storia ha finalmente trovato una sua conclusione. L’idea è ottima e la durata è stata praticamente raddoppiata, tanto che abbiamo visto i titoli di coda dopo circa una ventina di ore, probabilmente non di molto riducibili in eventuali partite veloci. Per fortuna, però, il team di sviluppo ha pensato anche a questo e ha inserito numerose opportunità di pausa tra uno stage e l’altro con i falò a segnare la fine di un capitolo e l’inizio di uno nuovo. I livelli stessi non durano moltissimo tempo e sono adatti ai momenti mordi e fuggi che possono derivare dalla natura di console portatile dell’ammiraglia di casa Nintendo, ma questo non va assolutamente a pregiudicare l’esperienza che rimane di ottimo impatto. Avremmo da ridire solo sulla parte finale che, per obbligo di trama, richiede qualche operazione di backtracking, ma a dire il vero non è neanche così pesante come può sembrare.

Una brutta nota dolente arriva però dal lato del gameplay, che va a cancellare gran parte delle cose belle dette poc’anzi. Sarà la natura del titolo – Apple Arcade – o sarà la voglia di modificare il loro modo di fare, fatto sta che gli sviluppatori hanno creato un qualcosa in cui palesemente non sono a proprio agio e permettono anche al giocatore di notarlo. Le sezioni giocate, infatti, sono lente, inutili e costruite anche male con controlli maledettamente imprecisi e a volte eccessivamente rigidi. La volontà di proporre un prodotto adatto alle masse e non agli hardcore gamer è ampiamente visibile da questi elementi, ma ci domandiamo se non fosse stato meglio rimanere nella propria oasi felice (la visual novel) per non rischiare di intaccare il resto dell’opera con delle sezioni mal lavorate e pensate. Positiva invece l’interazione delle ambientazioni coerenti con i poteri dei ragazzi che ci ritroviamo ad utilizzare e i puzzle che, seppur molto semplici, hanno mostrato come con questa idea sarebbe stato possibile creare ben altro.

World’s End Club non brilla neppure tecnicamente, un prodotto che sembra tirato fuori direttamente dai primi anni 2000 con sfondi posticci e mal curati e modelli dei nemici che si vanno a ripetere una moltitudine di volte per evitare di crearne di nuovi ad ogni livello. A questo, però, fa da contraltare una visione artistica decisamente fuori dagli schemi che va a braccetto con la genialità dei due artisti; un vero peccato, perché con qualche soldo in più si sarebbe potuto creare davvero un’ottimo gioco anche da questo punto di vista.

Non sorprende neanche la colonna sonora che, nonostante non sia perfetta, riesce però a intrattenere ed essere coerente con quanto mostrato a schermo, riuscendo a essere felice e spensierata in determinati momenti leggeri e più cupa e triste in altri molto più pesanti.

Piccola nota in merito alla localizzazione italiana, che abbiamo tolto durante la nostra prova dopo circa cinque minuti, in quanto ci è sembrata veramente di bassissimo livello e fatta con qualche traduttore automatico, tanto per cercare di recuperare qualche giocatore nostrano. Seppure con questi enormi difetti, la realtà è che il gioco fa abbastanza bene il suo lavoro, anche se ovviamente più cura in una scelta del genere non avrebbe fatto totalmente male.

Una scelta coraggiosa

Quindi, a chi consigliamo World’s End Club? A coloro che sono fan di Uchikoshi e Kodaka, perché seppur al livello di Zero Escape e Danganronpa il gioco riesce a fare quello per cui è stato creato: intrattenere il pubblico e fornirgli una trama di grande livello, anche se intervallata da sezioni platform totalmente nonsense e con controlli non adatti a quanto mostrato a schermo. Sicuramente la scelta di non renderlo solo una visual novel, probabilmente per portarsi di più verso un pubblico casual, ha portato a danneggiare enormemente il gioco il quale, però, rimane sicuramente interessante per gli appassionati dei due autori. Certamente il prezzo di lancio (circa 50 euro) è considerabile troppo alto e ne consigliamo l’acquisto solo a fronte di un sostanziale sconto.

Good

Kodaka e Uchikoshi insieme fanno furore…
Storia interessante
Grande longevità

Bad

...peccato per il gameplay
Grosse pecche dal punto di vista tecnico
Localizzazione italiana non efficace
6.7
NONNO APPROVED

Sviluppatore: Too Kyo Games
Distributore: NIS America
Data di uscita: 28 maggio 2021
Genere: Azione, Avventura, Platform
PEGI: 16
Piattaforme: Nintendo Switch, iOS, macOS

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