Atelier Ayesha: The Alchemist of Dusk DX

Atelier Ayesha e la saga di Dusk tornano con un versione DX, vediamo insieme il primo capitolo

Pubblicato il 24 Gennaio 2020 alle ore 15:30
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di Peppe090
@Peppe090

A 8 anni di distanza dal suo debutto su PS3, la saga Dusk di Atelier torna nella versione Deluxe con Atelier Ayesha DX, edizione speciale che include tutti i DLC e relativi personaggi aggiuntivi. Considerata da molti e anche dal sottoscritto come una delle migliori trilogie di Gust, l’occasione era troppo ghiotta per lasciarmi sfuggire l’opportunità di recensire i tre giochi a partire da Atelier Ayesha: The Alchemist of Dusk DX, il primo capitolo e ancora oggi quello con la storia migliore.

La promessa ha inizio

Il primo capitolo di questa serie ha per protagonista Ayesha Altugle, che possiede un erboristeria in piccolo luogo sperduto tra i boschi. Fino a qualche tempo prima l’inizio del gioco Ayesha viveva insieme alla sorella minore Nio, scomparsa misteriosamente e creduta da tutti ormai morta almeno finché un giorno, presso delle rovine antiche dove è stato fatto un altare in memoria della ragazza la nostra protagonista vedrà apparire la sorella, scoprendo di conseguenza che questa è ancora viva. L’intervento di un alchimista errente di nome Keith, che nel corso del gioco ricoprirà la figura di mentore di Ayesha, spinge la ragazza a partire alla ricerca della sorella, mettendo però un tempo limite di 3 anni per trovarla, altrimenti potrebbe morire sul serio.
Da questa premessa parte la storia vera e propria, che ci vedrà esplorare un mondo dove un tempo l’alchimia era utilizzata da tutti e ha portato grandi vantaggi, ma come conseguenza del suo troppo uso adesso vi è un fenomeno chiamato “Dusk”, evento la cui comparsa pare sia ciclica viste le rovine sparse in giro nel mondo e che comporta la fine di tutto. Come si può ben capire dalla trama, Ayesha è un titolo dai toni molti più seri rispetto ad un classico Atelier, senza però dimenticare l’importanza di personaggi principali e secondari che ci accompagneranno durante l’avventura dove l’alchimia è si importante visto che la protagonista dovrà crescere da questo punto di vista se vuole arrivare alla verità che si cela dietro la scomparsa della sorella, ma che ci vedrà anche impegnati ad indagare in giro per il mondo di gioco alla ricerca di indizi utili a ritrovarla. Nonostante i toni più maturi non mancano momenti divertenti e rilassanti tipici della serie dove avremo modo di scoprire nuovi lati delle personalità dei nostri compagni di avventure e sul passato del mondo di gioco.

Atelier “Classico”

Doverosa premessa: Se vi siete avvicinati ad Atelier con serie recenti quali la trilogia Mysterious o il recentissimo Atelier Ryza (del quale trovate la recensione a questo link) allora Ayesha non è esattamente il gioco che fa per voi in quanto si tratta di un gioco “classico” della serie di RPG di Gust. Cosa voglio dire con classico? Difficoltà elevata, da mitigare solo grazie ad un uso sapiente del sistema di creazione degli oggetti e soprattutto il limite di tempo, feature del gioco che giocoforza detta ogni nostra azione che dovrà essere pianificata di conseguenza. Come detto qualche riga sopra, abbiamo un limite di 3 anni in-game per trovare Nio, pena bad end, tempo che sembra tanto ma che almeno inizialmente volerà tra raccolta di materiali, settimane per fare avanti indietro da un luogo all’altro e creazione degli oggetti che possono richiedere da 1 o più giorni per essere creati. A questo punto entra in gioco l’alchimia con la creazione di item specifici che serviranno proprio a diminuire il numero di giorni impiegati a svolgere qualsiasi attività e da qui avremo accesso ad una certa libertà di gioco, sebbene sempre legata al limiti di 3 anni per quello che è uno degli Atelier meno longevi tra quelli disponibili.
Man mano che faremo progressi con la trama avremo modo di accedere a nuove ricette alchemiche, nuovi luoghi da esplorare 
e assistere ai tanti eventi secondari, bisogna dire che rispetto a titoli più recenti l’alchimia in Ayesha risulta parecchio datata e semplice, cosa che però non da fastidio, anzi rende il sistema accessibile e pratico. Discorso analogo si può fare per il battle system, piuttosto semplice ma che ha introdotto novità che oggi troviamo in qualsiasi capitolo come la barra di supporto per difendere il nostro party o sferrare attacchi aggiuntivi mentre resta esclusiva di questo titolo la possibilità di muovere il personaggio in modo da spostarsi al lato o dietro al nemico, opzione di rilievo a  livello strategico in quanto i danni fatti dietro al nemico saranno più elevati e quasi sempre critici, senza contare che è più possibile passare inosservati e quindi essere presi di mira meno spesso.
Non mancano numerose attività secondarie, tra le richieste degli abitanti delle varie città e dei nostri compagni o eventi speciali come il mercatino, che si svolge dal 10 al 20 di ogni mese o il contest che ci vede partecipare e mettere in mostra oggetti di qualità elevata, con lo scopo di vincere e ottenere denaro. Insomma nonostante una durata piuttosto breve, Ayesha offre davvero tanti contenuti, dispensati tutti equamente 

Otto anni si sentono

Atelier Ayesha DX è un porting della versione Plus uscita su PS Vita, quindi non sono esattamente passati 8 anni dalla sua uscita, ma il Plus fu semplicemente un porting a sua volta, con la semplice aggiunta dei DLC. L’arrivo su questa generazione di console non ha portato miglioramenti a livello grafico se non la stabilità, identica a quella PS3 laddove su Vita vi era qualche calo di framerate mentre per tutto il resto non c’è nulla di nuovo. L’unica aggiunta fatta la troviamo nella sezione per cambiare le musiche di gioco, dove sono presenti tutti i giochi usciti dopo Ayesha escluso Ryza, per il resto avere tutti i DLC inclusi fa piacere, tra costumi e cosmetici che possono essere cambiati in qualsiasi momento e soprattutto personaggi aggiuntivi che nelle fasi iniziali del gioco possono risultare devastanti e facilitare tantissimo l’esperienza, vedere per credere. È un peccato che Gust non abbia fatto nulla per migliorare la grafica di gioco, che gira sul versatilissimo PhyreEngine di Sony, in quanto Ayesha è uno degli Atelier più belli per ambientazioni tra foreste lussureggianti, rovine antiche e città di vario genere impreziosito dal bellissimo tratto di Hidari, l’artista responsabile del character design della serie Dusk che resta uno tra i migliori per la qualità delle illustrazioni. Notevole a distanza di anni il livello di qualità della colonna sonora, a dir poco eccezionale arricchita da bellissimi brani cantati da alcune artiste giapponesi di spessore come Rurutia mentre il doppiaggio è sia in iglese, mediocre a dir la verità e quello originale giapponese, non presente nella versione originale su PS3 e che fu aggiunta solo dall’edizione Plus su Vita. Ayesha DX quindi è la versione definitiva del gioco.

Atelier Ayesha è uno dei migliori esponenti della serie

Si, l’ho già detto più volte e non smetterò di ripeterlo, Ayesha è e resta uno degli Atelier più belli se non il migliore dal punto di vista narrativo. Sarà anche vero che la natura del gioco non lo rende esattamente accessibile a chi non ha un infarinatura di base della serie di Gust, ma l’uscita su PS4, Switch e PC è l’occasione perfetta per far scoprire il titolo e la trilogia ad un pubblico che si è ampliato di molto grazie al meritato successo di Ryza e che adesso hanno la possibilità di provare anche una della saghe più apprezzate dai fan, del resto è merito di Ayesha e dei suoi sequel se oggi Atelier ha potuto compiere tutti questi progressi nella scena dei JRPG.

Good

Una delle storie più belle della serie
Design delle ambientazioni notevole
Colonna sonora top
Tutti i DLC inclusi

Bad

Poco longevo per i canoni di Atelier
Tecnicamente sente il peso degli anni
Poco accessibile ai neofiti della serie
7.9
"PRETTY GOOD"

Sviluppatore: Gust Studio
Distributore: Koei Tecmo Europe
Data di uscita: 14 gennaio 2020
Genere: JRPG
PEGI: 12
Piattaforme: PlayStation 4, Nintendo Switch, PC

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