recensione

Daymare 1998

Daymare: 1998, un horror completamente italiano che si rivolge agli appassionati del genere

Pubblicato il 17 Settembre 2019 alle ore 15:00
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di Lorenzo Longoni
@Lorenzo Longoni

Daymare 1998 lo abbiamo seguito dai suoi albori, da quando fu presentato al grande pubblico come un prototipo in Unreal Engine 4 del fan made remake di Resident Evil 2. I ragazzi romani di Invader Studios, con al comando del progetto Michele Giannone, sono stati invitati ad Osaka ed omaggiati dalla stessa Capcom all’interno dei loro credits per l’eccelso lavoro fatto con il fan made; una cosa non da poco, se addirittura la casa madre ed il team di uno dei survival horror più amati al mondo ha deciso di elogiare un piccolo team italiano. Anche se con l’imminente arrivo dell’ufficiale Resident Evil 2 Remake da parte di Capcom, i lavori dell’italianissimo indie team si interruppero, Invader Studios di certo non abbandonò il progetto che aveva tra le mani, e così, decise di prendere le solide basi già sperimentate con la vecchia demo di Resident Evil ed implementarle in un progetto ambizioso e totalmente nuovo ed è proprio da questa enorme eredità che nasce Daymare 1998. In più occasioni abbiamo potuto percorrere insieme al team le varie evoluzioni che lo sviluppo di questo progetto ha avuto nel corso degli anni, progetto, che abbiamo visto realizzarsi sotto i nostri occhi ed attraverso le nostre prove anno dopo anno, dagli inviti alla Microsoft House per ID@XBOX dove abbiamo potuto provarlo per più volte, passando per la Milan Games Week, fino ad arrivare a questa Gamescom 2019, dove abbiamo potuto godere di una demo completamente inedita di cui trovate l’articolo QUI. Questa volta, però, parleremo del titolo in maniera più approfondita, dando un vero e proprio verdetto, ma senza anticiparvi troppo del contenuto narrativo, per darvi in pasto una recensione no spoiler di una delle rivelazioni italiane più aspettate.

Dalle ceneri nasce una Fenice

Come scritto sopra, Daymare 1998 si basa su un remake fan made di Resident Evil 2, ma non solo: quella che è l’identità del titolo di Invader Studios, non è solamente rifari a un cult del genere survival horror, ma porsi nel confronto del giocatore con una propria personalità, con un proprio carisma, ma soprattutto, e cosa molto più importante, con un incipit narrativo che va ad attingere al mondo delle grandi produzioni, ma che poi si pone con un contenuto diverso, mantenendo una qualità eccellente. I protagonisti delle vicende sono tre personaggi principali: l’agente delle forze spaciali H.A.D.E.S. (Hexacore Advanced Division for Extraction and Search) Liev, un civile di nome Sam ed infine il pilota Raven. I tre personaggi e le tre storie che fanno da contorno sembrano non avere nulla in comune, se non un terribile incidente avvenuto all’interno dei laboratori Aegis, dove uno strano gas di natura sconosciuta si è propagato in tutta la nazione, infettando la maggior parte della popolazione locale, trasformando le vite dei protagonisti per sempre. Ora, è bene andare nello specifico a conoscere chi sono i protagonisti che caratterizzano il titolo in tutta la sua complessità narrativa; partiamo con Liev, soldato scelto della corporazione H.A.D.E.S., il cui ruolo è quello di introdursi all’interno dell’headquarter Aegis, scovare qual’è la natura dell’incidente e limitarne le cause il più possibile; è addestrato a seguire gli ordini senza nessun tipo di obiezione o riluttanza, la sua missione è il suo credo e sa utilizzare perfettamente le armi da fuoco oltre a combattere corpo a corpo. Passiamo ora a Sam, o Samuel, che è un ranger, un comune civile che vive ed opera sulle Redcrest Montains all’interno delle fitte foreste; Sam inoltre ha una particolarità, ossia essere affetto da un’instabilità mentale dovuta alla “Daymare Syndrome”: questo disturbo causa allucinazioni visive, ansia, paranoia e follia, a meno che Sam non riesca a tenerlo sotto controllo con l’uso di medicinali appositi. Sembrerebbe che questo disturbo sia dovuto alla presenza di una sede dell’ “Hexacore Biogenetics” all’interno dell’area. Infine, ma non meno importante, abbiamo Raven, un pilota senior dell’unità “Hexacore Air Force” chiamato “Delta 4RG0” e membro dei Crimson Skulls; egli era un pilota della NASA, ma fu dimesso dopo una missione fallita e tutto ciò che si sa è che un suo compagno ha perso la vita in azione, mentre Raven porta ancora sulla pelle i segni dell’incidente. Il titolo, quindi, porta alla luce tre personaggi interessanti con un background unico, con destini intrecciati in un canovaccio di tutto rispetto. Daymare offre un’esperienza che si basa su ciò che nel panorama survival horror di fine anni ’90 ha portato innovazione, migliorando ulteriormente, mostrando un fascino degno di un cult, ma in chiave moderna ed edulcorata per questa generazione. Di certo non si può trascurare anche la parte più cinematografica del titolo: infatti, Daymare 1998 è ricco di cinematiche dirette non solo attraverso semplici doppiaggi, ma anche attraverso ad una regia davvero apprezzabile. Il semplice fatto di far mettere il fruitore nei panni di tre personaggi completamente diversi (a volte opposti) è uno dei fattori più interessanti del titolo, sia per ciò che riguarda la trama e la storyline vera e propria, sia, soprattutto, per il metodo in cui essa viene raccontata nel corso dell’avanzamento in game.

Qualità pandemica

Il gameplay di Daymare 1998 è quanto di più classico un survival horror possa mostrare nei confronti del giocatore; ci troviamo davanti ad una visuale in terza persona, a volte ad un’arma base da fuoco e una complementare d’assalto, oltre alla classica modalità di combattimento da mischiaL’uso delle razioni e delle munizioni deve essere centellinato, altrimenti l’abuso potrebbe rendere il gameplay davvero ostico, in quanto il sostentamento vitale e quello di difesa sono alla base del gameplay e hanno un ruolo fondamentale per l’avanzamento. Quindi abbiamo trovato la gestione dei menù e delle risorse estremamente profondo. In base al protagonista che impersoniamo nella della sessione di gioco, anche il gameplay subisce micro variazioni, a seconda del modo che ciascuno dei tre ha nell’affrontare le minacce che li circondano. A caratterizzare ulteriormente il titolo abbiamo apprezzato molto gli enigmi, alcuni davvero complessi e totalmente in linea con quelli di Resident Evil; infatti, la complessità di essi si curva in base al nostro avanzamento nel gioco, ponendoci davanti a sfide sempre più impegnative mano a mano che si procede. L’aspetto grafico/artistico del titolo è sensazionale per essere una produzione indipendente che non ha milioni di dollari alle spalle. Il team romano ha realizzato il titolo attraverso il motore grafico Unreal Engine 4 che ci catapulta all’interno delle claustrofobiche e cupe ambientazioni in maniera molto efficace. Abbiamo notato anche la quantità di elementi a schermo, anche se alcune texture sono davvero troppo pesanti sia durante le cinematiche sia nelle ambientazioni durante il nostro vagare, che ci mettevano qualche frazione di secondo di ritardo a caricarsiL’interfaccia dei menù è molto ispirata, dato che è diegetica, ossia proiettata direttamente all’interno della scena di gioco. Abbiamo riscontrato alcune parti molto caotiche dove il framerate accusava diversi rallentamenti, nulla che potesse compromettere la fruizione, ma a volte un po’ fastidiosi. Nonostante le ambientazioni siano davvero ben realizzate, in alcuni modelli si potevano notare alcune imperfezioni in game, soprattutto nelle animazioni a volte imprecise, cosa che non accadeva durante le cinematiche, dove le animazioni dei protagonisti erano davvero ben fatte, probabilmente realizzate attraverso il motion capture. Il comparto sonoro è davvero esaustivo, un doppiaggio inglese davvero ottimo ed un sound design tremendamente spaventoso ed immersivo, che avvolge il giocatore a 360 gradi, le musiche sono ben realizzate e piacevoli anche nei momenti di pura tensione.

In conclusione

Daymare 1998 si presenta come un gioco davvero ben realizzato, che si eleva dal classico survival horror, rilanciando un genere che è stato una delle punte di diamante durante la fine degli anni ’90. Il titolo si pone ben elaborato sia a livello di trama sia per quanto riguarda le meccaniche di gameplay e la varietà delle ambientazioni, con un aspetto artistico, se pur pesante, ma con un’ottima resa, che molto spesso si avvicinava a ciò che propone una tripla A. Daymare non incappa in grossi problemi e la profondità del titolo è notevole. Un ambizioso progetto italiano quindi, che di certo saprà appassionare sia i veterani del genere sia chi ci si vuole avvicinare solo ora. Ricordiamo che Daymare 1998 sarà disponibile il 17 Settembre 2019 per  PC. 

Good

Ottima narrazione
Gameplay classico ma divertente
Resa grafica molto suggestiva
Profondità di gameplay interessante anche nei confronti degli enigmi

Bad

Caricamento delle texture a volte lento
Framerate instabile durante alcune sessioni di gioco
Alcuni modelli e animazioni da arricchire
8.0
PEM-PEM

Sviluppatore: Invader Studios
Distributore: Destructive Creations
Data di uscita: 17 settembre 2019
Genere: Survival horror, Sparatutto
PEGI: 18
Piattaforme: PlayStation 4, Xbox One, Windows 10, PC

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