Brigandine: The Legend of Runersia

Brigandine, l'originale gioco per playstation del 1998 torna con nuove vesti e si aggiorna

Pubblicato il 5 Agosto 2020 alle ore 17:00
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di Paolino Maisto
@PerrinAybara

Ormai settimane fa è arrivato in redazione il codice review di : Brigandine: The Legend of Runersia e, siccome sono l’unico in redazione ad aver giocato il primo capitolo sulla prima playstation, era scontato che l’onere e l’onore di fare questa recensione sarebbe gravato sulle mie spalle. Ora andiamo a vedere insieme com’è questa nuova incarnazione per Nintendo Switch.

Partiamo subito col dire che Brigandine: The Legend of Runersia è davvero carino. I personaggi sono ben illustrati, anche se vedrete molte delle stesse immagini riciclate, molto simili ai vecchi JRPG o alle visual novel. I personaggi sono generalmente unici nell’aspetto, il testo è solo in inglese, mentre il poco doppiaggio che c’è potrà esser fruito in lingua inglese e giapponese. I modelli di mostri sono ben realizzati. Le animazioni sono fluide, varie e sufficienti. La musica nel complesso è anch’essa sufficiente, ma alla lunga potrebbe risultare stancante.

Allo stesso modo, la scrittura sia della trama che dei protagonisti inizialmente sembrava buona. Personaggi principali, come il leader della fazione e i comandanti che hanno ruoli importanti attorno al leader hanno voci ben definite e sono stati scritti in modo colorato. Le storie erano più elaborate di quanto avremmo immaginato in partenza, i dialoghi all’inizio e alla fine di ogni battaglia aggiungono vita agli stessi. Eppure, dopo un po’, a meno che non si verificasse un matchup unico che spingesse i personaggi a parlare con linee di dialogo nuove e fresche, abbiamo finito con le solite stesse vecchie linee che alla lunga sono diventate noiose. Un’ultima postilla sulla scrittura: non tutto è stato tradotto o modificato bene, ad esempio l’attacco di un personaggio di tipo paladino è stato chiamato “Variant Slash” dove era chiaramente inteso come “Valiant Slash”.

Ci sono stati alcuni colpi di scena inaspettati durante il gioco, che ci hanno fatto particolarmente piacere. Una svolta inaspettata, per esempio, ha coinvolto l’antico fondatore della fazione che avevamo scelto di interpretare, unendosi a noi come un signore sotto il nostro controllo; sebbene i colpi di scena non fossero comuni, hanno contribuito a rendere meno noiosa e più fresca la trama che era una parte significativa della profondità offerta da Brigandine The Legend of Runersia. Verso la fine del gioco hanno cominciato a palesarsi alcuni combattimenti diversi dal solito e anche un po’ atipici, cosa che per quanto faccia variare il gameplay rendendolo più fresco avremmo apprezzato di più se fossero stati inseriti prima, visto che arrivati a quel punto noi volevamo solamente giungere alla fine.

L’obiettivo di Brigandine: The Legend of Runersia, almeno all’inizio, è quello di conquistare il continente. La trama descrive come un Dio delle Rune abbia conferito agli uomini un potere magico, che hanno poi prontamente usato per uccidere le altre persone intorno a loro. Questo potere ha permesso agli umani di convocare le creature per far fare a loro il lavoro sporco. Cinque delle sei fazioni hanno gemme magiche speciali chiamate “Brigandine” che, almeno secondo le credenze di ogni nazione, corrispondono a varie virtù. La cosa bella è che avrai l’opportunità di raccogliere quei Brigandine e aggiungerli ai tuoi vari capi dell’esercito, cosa che porterà benefici in-game.

Le meccaniche sono piuttosto semplici, il che, sebbene renda il gioco facile da imparare, lasciano molto a desiderare. All’inizio di una campagna avrai la possibilità di scegliere uno tra sei leader delle fazione, ognuno con vari punti di forza e di debolezza. Una fazione può avere un leader di fazione ad alta potenza, ma iniziare con più nemici che lo circondano. Ogni fazione inoltre, come accennato in precedenza, ha diversi altri comandanti allineati con essa, che sono distribuiti tra i possedimenti della fazione. Purtroppo tutte le città sono rivendicate all’inizio del gioco, il che dà la sensazione che il giocatore stia entrando nella storia a metà strada.
Abbiamo cominciato con la fazione più settentrionale e abbiamo conquistato l’ovest, mantenendo i nostri confini a sud, fino a quando abbiamo spazzato i nostri nemici davanti a noi, schiacciando la loro volontà. È stato soddisfacente guardare gli avversari gongolare prima di una battaglia, solo per sbaragliarli e vederli correre in ritirata con la coda tra le gambe, però non ci siamo mai sentiti come se davvero fossimo noi all’interno della storia o a viverla in prima persona. Stavamo seguendo la storia di qualcun altro già scritta e noi ne muovevamo solo le fila. Ciò potrebbe anche andare bene se ti chiami Fire Emblemma se non hai tutte quelle qualità e hai solo una buona meccanica molto solida, mancandoti tutto il resto del contorno, allora ci stai facendo vivere solo una visual novel senza scelte e con delle belle battaglie tattiche.
Dopo aver finalmente finito la campagna, vi verrà offerta una modalità sfida opzionale che vi darà la possibilità di scegliere uno dei signori che avrete “reclutato” in precedenza nel gioco e di usarlo nel tentativo di passare da un territorio all’altro in un periodo di tempo limitato. Avremmo preferito un tipo di gameplay più sandbox e una trama rifinita meglio, ma abbiamo potuto vedere il valore nella costruzione della squadra dei vostri sogni, belle battaglie, la validità del comparto artistico e di alcune meccaniche che, come dicevamo all’inizio, entrano in scena troppo tardi e che di sicuro se fossero state aggiunte prima avrebbero di molto giovato a tutta l’esperienza.

In conclusione, Brigandine: The Legend of Runersia non è né un brutto gioco, né è un gioco che porterete nei vostri cuori, ma un gioco sufficiente che strizza l’occhio ai vecchi capisaldi di un tempo, senza cercare di innovare e andare oltre ai limiti già fissati. I suoi punti di forza sono il suo fascino visivo, il suo ritorno ai tempi ormai andati e la sua meccanica solida, semplice, funzionante, ma che senza innovazione e con delle piccole aggiunte che arrivano troppo tardi portano il giocatore a voler arrivare alla fine il prima possibile. Non ci sentiamo di bocciare il gioco perché in più di un’occasione tra alcuni dialoghi e situazioni esilaranti e lo stile visivo il titolo una chance la merita, ma solo per lo zoccolo duro degli appassionati, possibilmente nostalgici di una certa età e di sicuro non a prezzo pieno.

Good

Grafica e stile visivo eccellente
Nostalgia per gli amanti del genere con qualche primavera sulle spalle
Meccanica principale del gioco solida e anche divertente

Bad

Parte finale del gioco abbastanza tediosa
Novità nei combattimenti che arriva a rinfrescare il gameplay troppo tardi
6.0
NONNO APPROVED

Sviluppatore: Matrix Software
Distributore: Happinet, Limited Run Games
Data di uscita: 25 giugno 2020
Genere: RPG Strategico
PEGI: 7
Piattaforme: PlayStation 4, Nintendo Switch

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