Arc of Alchemist

L'ultima fatica di Compile Heart e Idea Factory approda su PlayStation 4 e Nintendo Switch

Pubblicato il 17 Febbraio 2020 alle ore 14:00
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di Peppe090
@Peppe090

Circa un anno fa facevo il mio debutto in Tribe Games con la recensione di Death end re;Quest, titolo di Compile Heart a tinte horror che si rivelò essere una grande sorpresa in senso positivo, soprattutto conoscendo la qualità non proprio eccelsa di alcune delle passate produzione della compagnia, in termini di nuove IP. Oggi, eccomi ancora qui a parlare nuovamente della piccola software house nipponica che apre il suo 2020 con l’uscita occidentale di Arc of Alchemist, titolo apparso prima su PlayStation 4 in Giappone e poi su Nintendo Switch con una serie di migliorie, sulla quale si basa la versione da noi provata disponibile non solo per la console ibrida di Nintendo, ma anche su PS4.

Come ti salvo il mondo in poche ore

Arc of Alchemist ci parla di un mondo un tempo rigoglioso, adesso ridotto a vaste distese di sabbia e dominato dalle macchine, con l’umanità arrivata ormai alla fine della sua esistenza. I pochi umani rimasti ripongono le loro speranze nel “Great Power”, l’unica cosa in grado di salvare il mondo e i suoi abitanti, e il compito di trovare questo manufatto, o qualsiasi cosa esso sia, sta ad un piccolo gruppo di persone capitanato da Quinn, la protagonista del gioco. Nel corso della storia avremo modo non solo di conoscere meglio il cast principale, ma anche di incontrare altri personaggi, chi buono, chi meno; non mancano anche delle scenette tra una spedizione e l’altra che ci mostrano il rapporto che c’è tra Quinn e i soci.
Di base le premesse per una storia interessante ci sono, e del resto Compile Heart ha dimostrato di poterlo fare, ma purtroppo la durata estremamente bassa del gioco rende la trama striminzita e poco approfondita, sprecando tutto il potenziale visto nelle fasi iniziali, quasi come se si trattasse di un indie piuttosto di un titolo prodotto da CH. È strano parlare così poco della storia di un gioco, ma Arc of Alchemist è un prodotto veramente povero dal punto di vista narrativo e c’è molto poco da aggiungere a riguardo.

L’alchimia dov’è?

Con un nome come Arc of Alchemist è lecito pensare che l’alchimia sia uno degli elementi principali del gioco, ma così non è, anzi, viene da chiedersi il perché di questo nome, sebbene un motivo ci sia [che ovviamente eviterò di dire per evitare spoiler N.d.R.]. Il titolo è un action RPG a tutti gli effetti, scelta inconsueta per Compile Heart che da sempre è più avvezza ai combattimenti a turni, però bisogna dire che le basi ci sono tutte per un buon action. Ogni personaggio giocabile è in grado di utilizzare un’arma in particolare, ognuna con un tipo di attacco diverso in base al tasto con le mosse che cambiano a seconda all’arma equipaggiata; l’unico personaggio in grado di usare armi diverse è la protagonista Quinn, cambiando di conseguenza il suo stile di combattimento. Simpatica invece la meccanica riguardante il Lunagear, uno strumento diviso in quattro elementi che serviranno per risolvere alcuni enigmi ambientali oltre che a dare una mano in battaglia.
Quello che non cambia è la struttura del gioco, divisa in due sezioni differenti che vedono prima il giocatore intento ad esplorare le terre desertiche del gioco, zeppe di nemici da sconfiggere e tesori da scovare, e dopo abbiamo la nostra base che può essere potenziata grazie alle risorse trovate durante le nostre spedizioni; proprio le meccaniche dedicate alla base sono uno degli elementi più interessanti del gioco, poiché il giocatore è libero di creare le strutture che preferisce in modo da dar vita ad un luogo adatto alle sue esigenze; è comunque consigliato creare e sviluppare strutture di diverso tipo, in quanto sbloccheranno bonus diversi e soprattutto nuovi oggetti ed equipaggiamenti utili alla nostra avventura.
Purtroppo questa routine forzata può arrivare ad annoiare in fretta e non aiuta il fatto che il gioco sia decisamente corto; non a caso è possibile iniziare un Nuovo Gioco+ in qualsiasi momento, sebbene non se ne senta il bisogno neanche a gioco concluso.

Occhio vede e cuore duole

Saremo chiari e sinceri: Arc of Alchemist è una produzione insufficiente a livello tecnico. La versione testata è stata quella PS4, quindi non osiamo immaginare come sia su Switch, ma le prestazioni sulla console Sony sono imbarazzanti. Nelle prime due mappe tutto bene, azione fluida a 30 FPS, non il massimo per un action game, ma nulla da ridire visto che si tratta di Compile Heart, però a partire dalla terza mappa fino alle battute finali del gioco ecco che arrivano enormi cali di framerate che si verificano spesso e volentieri, al quale si aggiunge una telecamera gestita male da sistemare solo col lock-on dei nemici. A questo sommiamo ambientazioni un po’ troppo uguali con gli stessi enigmi ambientali e nessuna grossa differenza in termini di design, se non in rari casi, e un comparto grafico parecchio arretrato. Poco da dire sul resto, tra la solita buona localizzazione da parte di Idea Factory International e la presenza dell’audio originale giapponese.
Da un lato capisco che, trattandosi di una nuova IP, non si sia voluto rischiare troppo, ma dall’altro la poca cura del prodotto lascia parecchie perplessità e impone una serie di domande su quello che lo sviluppatore abbia voluto fare con Arc of Alchemist, se ci sia riuscita o se qualcosa è effettivamente andato storto durante lo sviluppo.

Bene, ma non benissimo

Arc of Alchemist non è un gioco brutto, ma solo fatto male. È difficile spiegare come Compile Heart, che ha ci abituati a una produzione decisamente migliore, non sia riuscita a sistemare i grossi difetti tecnici, considerando che in Giappone il gioco fu rinviato su PS4 per poi uscire e qualche mese dopo arrivò la versione Switch la quale, oltre alle novità citate, avrebbe dovuto anche andare a sistemare i problemi del gioco originale, cosa che invece non è successa. Probabilmente il disinteresse dello sviluppatore nipponico è dovuto alle poche vendite in patria, ma in occasione del lancio occidentale si poteva e doveva fare qualcosa di più, ma così non è stato. Un’occasione persa, almeno in parte.

Good

Trama e ambientazioni interessanti
La gestione della base
Versione riveduta e corretta di quella originale

Bad

Incredibilmente corto per un JRPG
Molto scarso a livello tecnico
6.1
NONNO APPROVED

Sviluppatore: Compile Heart
Distributore: Idea Factory International, Reef Entertainment
Data di uscita: 31 gennaio 2020
Genere: JRPG, azione
PEGI: 12+
Piattaforme: PlayStation 4, Nintendo Switch

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