Little Town Hero

Una piccola perla mancata

Pubblicato il 16 Ottobre 2019 alle ore 16:00
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di Paolino Maisto
@PerrinAybara

Premesse

Cara tribù, questa recensione di Little Town Hero partirà come sempre con un piccolo aneddoto di vita redazionale, o come piace chiamarlo a me “vediamo come finirò per prenderlo in quel posto”. Quattro giorni prima dell’arrivo del codice, sul gruppo redazionale di Telegram veniamo informati da uno zelante Peppe che la distribuzione per la stampa europea di Little Town Hero è stata affidato allo studio “X” che avverte su Twitter di esser contatta per richiedere un codice per la recensione. Il buon Hickem si attiva subito per richiedere il codice e nel gruppo, nel frattempo, cominciano a prenotarsi nel seguente ordine per recensirlo: Hickem, Peppe, Lorenzo ed io. Come sempre, mi metto come riserva nel caso nessuno fosse disponibile per farla. Quattro giorni dopo arriva il codice ed è l’inizio della fine. Hickem mi contatta dicendomi che è arrivato il codice e [pletora di bestemmi N.d.R] non può farla lui, perché l’embargo è troppo vicino [e a sua insaputa pochi giorni dopo sarebbe arrivato Luigi’s Mansion 3 con embargo N.d.R.], quindi bisognava sentire gli altri (Strike 1). Allora scriviamo nello staff che è arrivato il codice e Peppe risponde che purtroppo non riuscirebbe a farlo, visto che ha in consegna 3 articoli, tra cui Concrete Genie, che si era appena preso per lavorarlo (Strike 2)Il buon Lorenzo, che ama alla follia Game Freak, scrive che purtroppo deve passare anche lui l’onere, perché ha 4 articoli in consegna in 7 giorni [uno dei quali lo vedrete tra qualche ora su queste pagine N.d.R.] (Strike 3….) e quindi eccoci qua a spiegarvi come mai questo gioco è una piccola perla mancata [Grazie Padulo N.d.P.]!

Un piccolo paese

Poco prima dell’arrivo di una nuova generazione di PokémonGame Freak esce con Little Town Hero, un affascinante progetto laterale che ha attirato la nostra attenzione quando fu annunciato l’anno scorso. Nato dalla mente di Masao Taya, veterano programmatore della serie Pokémon, esso presenta delle meccaniche di gioco sperimentali, che sono qualcosa di molto raro da vedere specialmente nei giochi di ruolo, e Little Town Hero ne è pieno zeppo; non tutte necessariamente colpiscono il segno, sebbene in termini di gameplay siano degne di nota. L’incipit della trama è abbastanza semplice. I mostri iniziano misteriosamente a presentarsi un giorno in un piccolo e caratteristico villaggio e, come suggerisce il nome, un giovane minatore [che da ora in poi chiameremo Perrin N.d.R.] si impegna a proteggere la città da loro, dopo aver ferito accidentalmente il vecchio cavaliere incaricato di farlo. La caratterizzazione dei personaggi secondari non è di prim’ordine, ma si riesce a percepire ogni personaggio come se contasse realmente, a causa della natura del sistema di combattimento del gioco. Le battaglie di Little Town Hero sono uno strano mix di un tradizionale JRPG a turni combinato con un gioco da tavolo. Gli incontri ruotano attorno alle potenziali mosse di Perrin (le sue idee) che si scontrano con un singolo avversario fino a quando tutti e tre i loro cuori si esauriscono. Naturalmente, questo è più facile a dirsi che a farsi.
Tutte le idee di Perrin, dette Izzits, richiedono una certa quantità di PA prima di poter essere utilizzate (dopodiché diventano Dazzit).

La maggior parte delle battaglie iniziano con 3 PA che gradualmente si accumuleranno al passaggio dei turni. Le idee saranno disponibili in tre varianti con diversi colori: le mosse offensive rosse possono essere eseguite una sola volta per turno, le mosse di difesa gialle sono riutilizzabili per respingere gli attacchi in arrivo e le mosse blu sono come oggetti che solitamente forniscono un buff o un debuff. Ogni idea rossa e gialla ha un valore prefissato per l’attacco e la difesa. Quando vengono messi a confronto con il Dazzit di un nemico, entrambi i valori di attacco di Dazzit vengono sottratti dal valore di difesa della mossa avversaria e, se la difesa di una mossa va a 0, si rompe. Per iniziare ad attaccare direttamente la salute di un avversario, Perrin deve rompere tutti i suoi Dazzit in un singolo turno e avere un Dazzit rosso inutilizzato a portata di mano per sferrare il colpo. Diverse battaglie importanti [leggasi quelle con i Boss N.d.R.] non lo renderanno così semplice, con gli scudi che devono essere rimossi prima e altri espedienti “stupidi” [ci si passi il termine N.d.R.] che ostacolano ulteriormente e in maniera inutile e artificiosa il nostro eroe. Per rendere le cose più “pesanti”, Perrin ha solo un numero limitato di mosse nel suo “mazzo”, per così dire, e se tutte si rompono, toccherà a noi esser danneggiati. La controparte del gioco da tavolo emerge dopo ogni turno. La telecamera esegue uno zoom in, una vista dall’alto della mappa, e il campo di battaglia successivo viene determinato attraverso un rollio, che darà un risultato compreso tra 1 e 4. Questo diventa una parte fondamentale della gestione dei mostri, perché diversi punti possono avere utili alleati per aiutarci. Anche se Little Town Hero non ha membri del party tradizionali che combatteranno al nostro fianco, questi supporti da parte dei personaggi secondari o ambientali ravviveranno le battaglie e aiuteranno a sconfiggere anche i boss più ostici, se utilizzati nel modo giusto e si ha la fortuna di capitarci sopra. Sebbene il gioco non abbia un sistema di livellamento tradizionale o armi e armature da equipaggiare, la progressione del personaggio si presenta sotto forma di punti Eureka. Verranno guadagnati vincendo battaglie e verranno spesi nell’albero delle abilità, per aumentare le statistiche e le capacità delle idee. Il completamento di missioni secondarie [che non brillano di certo per originalità N.d.R.] può anch’esso dare punti Eureka e la possibilità di “reclutare” nuovi alleati.

Un finale agrodolce

Ci sono molte meccaniche avvincenti in gioco durante le battaglie di Little Town Hero, ma alla fine, con la progressione del gioco, le boss fight sono state bilanciate male e si dovrà fare affidamento solo ed esclusivamente alla fortuna nel rollio del “dado”; questo si tradurrà in varie ripetizioni della stessa boss fight fino al raggiungimento della serie fortunata. Il gioco ha un disperato bisogno di una sorta di opzione di avanzamento rapido per accelerare le animazioni lente e riutilizzate; le battaglie successive inizieranno a consumare 45 minuti o più, perché saremmo praticamente costretti a giocare in modo difensivo fin dall’inizio per costruire PA senza subire troppi colpi. La summa di tutti gli errori di bilanciamento e del fatto che la strategia ad un certo punto andrà a farsi benedire in favore della fortuna è la boss fight finale, che dovremo affrontare ben 4 volte [e tra le altre cose, siamo riusciti a trovare un bug che ci ha portato a doverla ripetere dall’inizio N.d.R.]. Un altro tremendo problema che abbiamo riscontrato con Little Town Hero è la sua scarsa ottimizzazione. Problemi di telecamera, frame rate ballerino, pop-in di personaggi e texture, scatti e freeze durate il caricamento delle cut-scene hanno reso il comparto tecnico del gioco molto al di sotto della sufficienza. Anche se i suoi gravi problemi con l’ottimizzazione e il bilanciamento del gameplay ci hanno irritatoLittle Town Hero è un gioco con ottime idee e spunti per future iterazioni.

Ascoltare le meravigliose melodie di Hitomi Sato e il compositore ospite Toby Fox, durante la nostra run di 18 ore, ha reso l’esperienza più piacevole di quanto in realtà sia stataSe non fosse stato per il gameplay molto ispirato, la colonna sonora piacevole e una buona trama, il voto sarebbe sotto la sufficienza. Per questo ci sentiamo di consigliare il titolo solo ed esclusivamente ai fan più sfegatati di Game Freak [che sono abituati alla scarsa ottimizzazione N.d.R.] e a chi ha molta pazienza e accetti il fatto che tutto il bel lavoro e gameplay mostrato nelle prime ore di gioco, verso le ultime 5/6 diventi basato solo sulla fortuna. Se siete tra queste persone, il gioco vi regalerà non pochi spunti piacevoli; se invece non lo siete, stategli alla larga!

Good

Art Design dei mostri stupendo
Colonna sonora piacevole
Sistema di combattimento originale
Diverse idee e spunti brillanti

Bad

Bilanciamento delle boss fight completamente assente
Avanzando nel gioco il fattore strategia si perde a favore della sola fortuna
Tecnicamente insufficiente
Pessima ottimizzazione
Zero personalizzazione
Frustante in alcuni punti
Bug grave che se trovato nella boss fight finale ti costringe a iniziarla da capo
6.3
NONNO APPROVED

Sviluppatore: Game Freak
Distributore: Nintendo
Data di uscita: 16 ottobre 2019
Genere: JRPG
PEGI: 7
Piattaforme: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC

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