recensione

Miitopia

La riedizione del celebre gioco su 3DS ora sbarca su Switch

Pubblicato il 5 Giugno 2021 alle ore 9:30
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Dopo il discreto successo dell’omonimo titolo per 3DS, Miitopia approda su Nintendo Switch in seguito ad una fiorente campagna pubblicitaria diramatasi sui principali social media. Dal 21 maggio 2021, infatti, tutti gli amanti dei Mii possono lanciarsi in un’avventura dai classici sapori firmati Nintendo: un’avventura a base di eroi ed eroine, armi improbabili, parrucche e… un cavallo?

Il gioco è uscito in esclusiva sulla console più recente di Nintendo, appunto la controversa Nintendo Switch, ma già prima della data di rilascio abbiamo avuto la possibilità di provare la demo. Nintendo ci ha anche promesso la possibilità di trasferire i dati dalla demo al gioco completo, senza perdere il progresso fatto.
E come ogni nuova uscita di Nintendo, anche questo titolo supporta Amiibo e funziona senza problemi sia in modalità handheld che in modalità tavolo e TV.

Miitopia è da intendersi come gioco per tutta la famiglia, come ci si aspetta da un titolo di Nintendo, ed è stato valutato, molto adeguatamente, PEGI 7.
Di seguito noi della Tribù vi illustreremo le nostre impressioni e la nostra esperienza, e vi racconteremo un po’ più nel dettaglio cosa porta con sé questo nuovo titolo.

Una nuova era per Nintendo

Per chi di voi si sia accostato al mondo Nintendo solo da poco, sarà interessante scoprire che Miitopia è un porting. Esiste già un gioco omonimo per la console Nintendo 3DS, uscito nell’ormai lontano 2017, che tratta bene o male la stessa identica storia del titolo del quale ci occupiamo oggi.
Attenzione però a non considerare questo particolare una pecca! E’ infatti una consistente parte della magia e dello charme di Nintendo riproporre titoli molto simili, capaci di trasportarci indietro nel tempo e di regalarci quella tanto amata sensazione di prevedibilità e leggerezza.
Dobbiamo tenere a mente che questo titolo è concepito e sviluppato in modo da essere fruibile per persone di tutte le età, senza che questo privi di parte dell’esperienza di gioco nessuno, ed è inoltre concepito per essere immediatamente riconosciuto come gioco originale di casa Nintendo, che contiene quindi pressoché tutte le tipiche dinamiche volte allo scopo.

Senza ulteriori indugi, addentriamoci quindi nel regno dei Mii, Miitopia!
Chi conosce il predecessore di questo titolo, sa che il punto più forte del gioco è la possibilità di personalizzare l’esperienza quasi completamente attraverso il famigerato portale Mii (già presente sulla console Switch), che sono degli avatar piccoli, carini e personalizzabili.
Ci viene quindi chiesto nei primi istanti di gameplay di creare il nostro personalissimo primo eroe. Tra i criteri di scelta troviamo la personalità e la classe che il nostro Mii può acquisire, entrambi definitivi, e che influiranno sul futuro svolgimento di parte del gioco.

Una volta creato il nostro paladino, scopriamo che Miitopia è stata attaccata dal malvagio duca del male (del quale possiamo ovviamente scegliere nome ed aspetto), e che costui ha rubato i volti dei pacifici cittadini per ridistribuirli a dei mostri da lui creati. Il nostro compito consiste nel combattere contro questi esseri per ridare ai Mii terrorizzati i loro visi ed infine sconfiggere il duca del male per scongiurare ulteriori sciagure.

Durante tutta l’avventura siamo supervisionati da una sedicente “divinità coi fiocchi”, che non ci rivela né il suo nome né le sue fattezze, ma che ci porrà costantemente una mano d’aiuto per tutta la durata del gameplay.
La divinità si rende anche conto che, forse forse, viaggiare soli non è il massimo e quindi ci invia una squadriglia di rinforzi ogni qual volta ne abbiamo più bisogno, anch’essa personalizzabile: possiamo decidere l’aspetto, il carattere e la classe di ogni nostro compagno di viaggio.

La più grande innovazione di questo porting consiste nell’aggiunta alla squadra di un cavallo. Questo è completamente personalizzabile ed interagirà con la squadra durante i combattimenti.

Miitopia vuole essere, secondo i produttori, un’avventura RPG-simulazione che ci trasporta in un viaggio dai toni leggeri, con una trama semplice, che non comporta un’eccessiva concentrazione e si rende quindi adatto anche per i più piccoli. L’obiettivo degli sviluppatori non è stato certo lo stupire l’audience con una trama contorta e travolgente, ma creare un’ambientazione umoristica e divertente, in grado di appassionare un bacino di utenza il più grande possibile.

Less is more

I comandi di Miitopia sono, rimanendo in linea con i criteri di Nintendo, molto semplici ed intuitivi, così come il gameplay in generale non comporta un impegno particolare.
Il titolo è diretto generalmente molto bene ai consumatori che la produzione si aspetta per Miitopia: le conversazioni sono semplici, appositamente ridicole e divertenti, ed accompagnate dalle spassose espressioni dei Mii.
Il gioco è diviso in mondi, un po’ come un altro classico di Nintendo: super Mario. Ogni mondo contiene un cast fisso di Mii, che possiamo personalizzare, ed è suddiviso in livelli nei quali la nostra squadra di eroi cammina a passo svelto e si imbatte in forzieri e tesori ed in mostri da sconfiggere, con un set di mosse che cambiano in base alla classe che si è scelta alla creazione dell’eroe.
I livelli sono intervallati dalle visite alla locanda, una parte cruciale del gameplay. Qui abbiamo l’imbarazzo nella scelta tra le possibilità che ci vengono poste: ci possiamo occupare di nutrire i nostri eroi con pietanze dai nomi improbabili che migliorano le loro statistiche, oppure donare loro le monete necessarie per comprarsi armi ed armature che non possono e non devono essere prese sul serio, e che, di nuovo, intaccano le statistiche della squadra. E’ quindi richiesta un po’ di abilità strategica, cari giocatori!
Molta enfasi viene posta anche sulle dinamiche tra gli stessi Mii che compongono una squadra: assegnare a due Mii la stessa stanza li porterà a conoscersi meglio ed aumentare il loro livello di affinità, più quest’ultimo é alto, più i due eroi sono in sincronia durante le battaglie e più alta diventa la probabilità di assestare colpi speciali e sconfiggere prima i mostri.

Non finisce qui però: come ogni compagnia che si rispetti, anche la nostra è soggetta a litigi e diverbi, quindi fate attenzione! Quando due Mii litigano, è necessario farli riappacificare, altrimenti si metteranno un bastone tra le ruote a vicenda durante i combattimenti!
Molte dinamiche di gioco lasciano però, nonostante il target sia un bacino di utenza piuttosto giovane, un leggero gusto amarognolo in bocca.
Il primo posto nella lista se lo guadagna senz’altro la ridondanza. Nonostante il tentativo di rendere il gameplay poco impegnativo ed adatto per essere giocato con tutta la famiglia, dobbiamo ammettere che dopo il terzo livello, non ci sia più molto margine di sviluppo per quest’ultimo, che rimane molto semplice e ripetitivo fino a quasi la fine della trama, lasciandoci solo un paio di nemici con i quali avere (più o meno) una gatta da pelare durante il combattimento.
Ridondanti e talvolta mal assortiti sono anche gli eventi tra i Mii e le conversazioni durante i livelli, che sono autogenerate e spesso, più che divertenti, finiscono per risultare fastidiose e senza apparente senso.
Abbiamo tolto un altro punto nella valutazione perché, considerando che si tratta di un porting, le uniche vere novità del titolo sono state l’aggiunta delle funzioni “parrucche e trucco”, in cui è possibile ulteriormente personalizzare i componenti della propria squadra ed un cavallo, che da un certo punto in poi ci accompagna nell’avventura.
Si tratta di novità che non impattano per niente l’esperienza di gioco, in quanto l’interazione con il cavallo è molto limitata e molto simile all’interazione tra Mii e non apporta niente di nuovo al gioco stesso, oltre la possibilità di personalizzarne l’aspetto.
Sono aggiunte puramente estetiche, ma sarebbe stato più completo, a nostro avviso, implementare l’estensione dell’impatto di queste novità che risultano, in fin dei conti, come inutili ed omissibili ai fini del gameplay.

Tecnicamente parlando…

A livello tecnico, Miitopia non presenta errori di maggiore portata.
Nonostante si trovino sporadiche imprecisioni, non si tratta di errori così importanti da alterare la percezione del prodotto e l’esperienza di gioco stessa.
Oltre a qualche scivolata nella traduzione in Italiano e di qualche overlay un po’ infelice, il gioco è sviluppato molto bene, con particolare cura all’esperienza auditiva: le tracce sono, di nuovo, molto semplici, ma molto efficaci, facili da ricordare ed in grado di rimarcare accuratamente le emozioni che devono trasmettere; insomma, più che adatte ad un gioco per bambini che deve trasmettere concetti semplici ma efficaci.
L’art-style non è nulla di stravagante, anzi, la semplice grafica a vettori rende questo titolo molto adatto ai più giovani e rimane comunque a risoluzione molto chiara, coerente con i tempi, facendo fare al gioco un enorme salto in avanti rispetto alla versione di Miitopia per la console 3DS, oppure il simile Tomodachi life (2014), anch’esso per 3DS.
Con questo titolo, Nintendo ci regala approssimativamente 25/30 ore di trama da giocare e ci lascia con un concetto che può essere considerato on-going: un sistema di missioni all’interno dell’universo che abbiamo già esplorato.

A questo punto ci è parso degno di nota inserire nella recensione la decisione degli sviluppatori di intervallare tempi di gioco di circa mezz’ora con il consiglio di fare una pausa, mostrandoci dei Mii della nostra squadra addormentati e stanchi dal lungo viaggio intrapreso.
Ci è parsa una scelta molto adeguata e ben indirizzata al target del gioco stesso e dà la possibilità di diluire abbondantemente i tempi di gioco, circumnavigando il rischio per il gameplay di diventare fin troppo ripetitivo.

Miitopia come pinnacolo dei valori di Nintendo

Tirando le somme, possiamo dire che si tratta di un gioco ben fatto, che raggiunge le aspettative di chi lo compra e si aspetta un determinato tipo di prodotto: un gioco semplice, colorato e divertente, da poter giocare in compagnia di tutti, compresi i più giovani, che sia rilassante e sempre dinamico.
Come al solito Nintendo non dimostra la pretesa di innovare il mercato del gaming, ma si appella alla nostalgia del compratore e alla voglia di immergersi un po’ nella propria infanzia e rivivere i classici del tempo in chiave moderna.
Forse un porting del genere in cui gli sviluppatori hanno fatto i loro compiti, ma non si sono sforzati troppo ad implementare un prodotto come Miitopia, non giustifica del tutto il suo prezzo (50€!!), ma riesce comunque a divertire senza appesantire troppo l’esperienza.

Noi della Tribù ci sentiamo di consigliarvi di provare almeno la demo gratuita, per assaporare in piccola parte l’umorismo e la spensieratezza di questo carinissimo titolo. Per tutti i fan sfegatati di Nintendo invece vale la regola: è un titolo da non perdersi, tenendo a mente che si troveranno un paio di pecche minori durante il gameplay.
In attesa del prossimo titolo da recensire, lasciamo ora la parola a voi lettori. Saluti dalla redazione!

Good

Gioco alla portata di tutti
Molto intuitivo
Altamente personalizzabile
Esperienza leggera e divertente

Bad

Ridondante e ripetitivo
Poco implementato e migliorato rispetto all’origniale
Costoso
8.0
PEM-PEM

Sviluppatore: Nintendo
Distributore: Nintendo
Data di uscita: 21 maggio 2021
Genere: RPG, Avventura
PEGI: 7
Piattaforme: Nintendo Switch

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