Marvel's Spider-Man 2

We're gonna heal the World

Pubblicato il 4 Novembre 2023 alle ore 10:10
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I film dedicati ai supereroi hanno da tempo raggiunto un periodo di stagnazione, divisi tra l’abbandono di alcuni dei grandi nomi che hanno contribuito a renderli importanti e la mancanza di idee chiare verso il futuro. Dal punto di vista videoludico, invece, c’è stata una palese fatica ad azzeccare la possibile resa di un gioco contenente supereroi. Ci è riuscita Rocksteady tra il 2009 e il 2015 con la serie Arkham, ma tentativi successivi [vedasi l’Avengers targato Square Enix N.d.H.] hanno lasciato una profonda delusione nei giocatori. L’unico team di sviluppo che è riuscito a portare una storia supereroistica di buon livello è stato, nel 2018 su PS4 e nei successivi 4 anni tra PC e PS5, Insomniac Games che ha preso il brand dedicato a Spider-Man e ci ha ricamato sopra una storia perfetta per essere proposta al grande pubblico videoludico. Il successo è stato ottimo a livello di ricezione, anche se con qualche problema a livello ludico che è stato prontamente risolto dal suo spin-off dedicato a Miles Morales; questo fu uno dei primi titoli a sfruttare la potenza di PlayStation 5 per introdurre alcune migliorie a livello tecnico e mostrare una città sempre più viva. Lo scorso 20 ottobre ha, finalmente, fatto il suo debutto Marvel’s Spider-Man 2 e abbiamo passato gran parte del nostro tempo a dondolare per New York con Peter e Miles alla scoperta di uno dei possibili candidati GOTY in questo 2023 ricco di sorprese e giochi di altissimo livello.

Be Stronger…

Un anno dopo gli eventi di Miles Morales la vita prosegue con il giovane che assume definitivamente il ruolo di secondo Spider-Man in città, alternandosi insieme a Peter Parker in quella che dovrebbe essere la difesa da eventuali problemi di ordine pubblico, pur mantenendo la propria individualità. Il ruolo, infatti, si è fatto troppo ingombrante per entrambi e, anche se per motivi diversi, è difficile riuscire a conciliare la vita personale con quella dell’arrampicamuri, diventando in tutto e per tutto dipendenti da esso. Peter sta ancora affrontando il lutto dello scorso capitolo, convivendo con il senso di colpa e la necessità di salvare chiunque gli capiti a tiro fino a farsi del male. Miles, d’altro canto, continua a voler intraprendere la strada di suo padre e salvare la città, mettendo da parte amici e doveri “comuni” per assumere quelli dell’incredibile supereroe.
Marvel’s Spider-Man 2 è una storia dedicata alla difficoltà di essere eroi, mostrando il loro lato umano piuttosto che quello incredibile, maggiormente esposto nel primo capitolo e nello spin-off. La costruzione di questa dualità è lenta - anche se la trama principale non supera le 15 ore - e ragionata, mostrando alcuni sprazzi di vita quotidiana in cui le difficoltà si fanno sentire. Questo perché la difficoltà dei due supereroi, oltre a essere interna a causa dei propri patemi, è anche dovuta alla presenza di uno dei cattivi più iconici: Sergei Kravinoff, per gli amici Kraven il cacciatore. La nemesi, infatti, arriva a New York per sfidare alcuni dei nemici dell’uomo ragno [arrivando ad ucciderne anche qualcuno N.d.H.] dimostrando la propria superiorità e, spesso, neanche considerando i due eroi come una preda appetibile a causa della loro umanità. Kraven è, infatti, un cacciatore spietato che prova piacere a sfidare le sue prede per dimostrare che lui è il più forte e l’unico alfa nella giungla che è la città della grande mela. La grande differenza di mentalità tra Spider-Man e Kraven è stata, nei fumetti, motivo di grandi scontri tra i due culminati con il grande confronto che è stata “L’ultima caccia”, opera che è di grande ispirazione per questa storia e da cui vengono presi numerosi elementi.

L’unione di queste due narrative, che si interseca amabilmente con quella del Simbionte, porta il gioco a essere estremamente prolisso in alcune situazioni e, al contrario, tremendamente sbrigativo in altre, con uno squilibrio che suscita qualche piccola smorfia. Avremmo voluto vedere di più gli effetti dell’attacco di Kraven sulla criminalità di New York e passare meno tempo a rivivere una pseudo citazione a Spider-Man 3, con Peter che si fa influenzare sempre di più dal simbionte alieno tanto da renderlo una vera e propria nemesi di sé stesso, oltre che di Miles e MJ.
Vogliamo parlare poco, invece, di Venom per evitare particolari spoiler, ma un applauso a Insomniac è dovuto data la sua capacità di trattare il simbionte in modo così particolare come non è mai stato in un medium come il videogioco. La creatura aliena è tremendamente forte, possente e reale tanto da risultare – in pochissimo tempo – la vera e propria antagonista di questo capitolo, con alcune delle sequenze più belle di sempre. Inutile dire che se tendiamo a valutare Marvel’s Spider-Man 2 come uno dei migliori titoli dedicato ai supereroi di sempre – superando anche Arkham Citylo dobbiamo proprio all’apporto dei due antagonisti e di come la loro scrittura sia reputabile sublime, tanto da farci desiderare anche vari spin-off o titoli dedicati in quelli che potrebbero essere approfondimenti necessari per parlare di personaggi molto complessi.

Come nel precedente titolo, una sezione ben sviluppata riguarda la presentazione di alcuni villain e le loro missioni secondarie, con la possibilità (di cui parleremo a breve) di affrontare missioni con i due Spider-Man intercambiabili: ci sono quest line totalmente dedicate a Peter e Miles, con diversi personaggi che appaiono solamente in questa forma. Rimane comunque un peccato vedere sprecati alcuni dei villain più famosi dell’Uomo Ragno e non aver dato loro un’importanza maggiore, ma senza dubbio è il modo migliore per non prolungare inutilmente una storia che potrebbe poi risultare stantia se portata avanti solo per mostrare tutti i possibili avversari resi famosi dai fumetti.
Oltre alle missioni secondarie (che consigliamo vivamente di portare a termine in quanto ci sono alcune chicche e possibili spoiler di avversari futuri), sono state implementate le classiche missioni di raccolta [niente piccioni, almeno fino al post game 😀 N.d.H.] che risultano molto meno tediose anche grazie agli elementi aggiunti da Insomniac, che ha dimostrato di poter imparare dai propri errori in maniera molto intelligente.

… Together

La dualità degli Spider-Man non riguarda solo la narrativa, ma anche il gameplay che risulta più fresco e variabile rispetto al primo capitolo. I due eroi, infatti, sono intercambiabili in qualsiasi momento con un click sul pad con una velocità impressionante. Questo grazie all’incredibile lavoro di Insomniac che ha reso il passaggio il più fluido possibile con un’animazione che mostra cosa sta facendo il secondo Spider-Man prima di darci la possibilità di controllarlo. Ci sono, ovviamente, sezioni dove è necessario utilizzare uno dei due, ma sono limitate ad alcune quest principali e linee secondarie dove vengono portati avanti determinati avvenimenti personali. È possibile viaggiare per New York con Peter e passare a Miles, impegnato magari a mangiare pizza su un grattacielo, ed esplorare Harlem alla ricerca di un particolare segreto o continuare una quest che può fornire un nuovo costume. Questi, infatti, sono sbloccabili tranquillamente salendo di livello e completando alcune attività secondarie (al costo dei soliti gettoni speciali) anche se, al contrario di quanto visto nel primo capitolo, offrono solamente miglioramenti estetici e non aggiungono alcun elemento particolare di gameplay.

Uno dei piccoli difetti di questo titolo si mostra subito una volta aperto il menu ed è l’incredibile confusione che l’UI mette davanti. Nella parte superiore, infatti, viene mostrato il numero di elementi sbloccabili in quella determinata pagina e, se questo è fattibile nella sezione dedicata ai costumi, il problema arriva dritto quando si parla dei potenziamenti alle abilità dei due Spidey, in quanto è molto facile confonderli, almeno all’inizio, con i punti abilità stessi che – invece – si posizionano in basso a destra nella schermata rendendo poco immediato capirne il funzionamento.
Per quanto riguarda l’albero delle abilità, in questo capitolo ne sono presenti ben tre: uno per Peter, uno per Miles e un terzo congiunto con passive adatte all’esplorazione o al caricamento dei gadget. Sempre a livello di UI c’è stato un enorme cambiamento, positivo questa volta, in quanto le abilità e i già citati gadget si possono utilizzare tranquillamente utilizzando i due dorsali superiori (R1 ed L1) congiuntamente a uno dei quattro frontali e l’interfaccia mostra in maniera molto facile e intuitiva a quale tasto corrisponde una determinata mossa.

Dal punto di vista del sistema di combattimento, invece, il gioco rimane pressoché uguale al suo predecessore. L’ispirazione è chiaramente alla serie Arkham, con il free flow portato all’ennesima potenza da Insomniac assieme, però, a un grandissimo problema di ripetitività dato da animazioni copia-incollate direttamente dai giochi precedenti senza neanche un minimo ritocco. Dopo svariate ore passate a combattere, infatti, potrebbe subentrare un effetto noia derivante principalmente da questa mancanza di varietà nelle combinazioni e negli attacchi da poter effettuare, tramutando tutto in una sequenza di schivate e colpi da eseguire con un preciso timing per ottenere un vantaggio sui nemici.
Ovviamente questo non vale certamente per chiunque [ad esempio il sottoscritto si è divertito a combattere e imparare i moveset dei nemici N.d.H.], ma è un problema che diventa più evidente durante le boss fight. Queste vivono di ripetitività nelle sequenze di combattimento esaltandosi, però, per quanto riguarda le varie coreografie durante le numerose fasi che le contraddistinguono. I combattimenti contro i boss, infatti, sono uno dei punti forti dell’intera produzione, con sequenze mozzafiato e interazioni uniche studiate alla perfezione con una regia che si avvicina clamorosamente a quella cinematografica che tanto ha reso famoso l’MCU. Questa è maggiormente evidente nei combattimenti contro gruppi di nemici durante i quali saremo affiancati da un altro personaggio (ne possiamo contare due oltre al secondo Spider-Man); queste fight infatti sono caratterizzate da varie interazioni e combinazioni uniche che casualmente vengono riprodotte alla sconfitta dei singoli membri del gruppo avversario. Queste piccole interazioni non si limitano agli scontri, ma è possibile viverle anche nell’open world, in quanto sarà possibile trovare l’altro Spider-Man mentre vaga per la mappa (risultando più facile farlo nella “zona di appartenenza”), creando situazioni simpatiche come il famoso meme del “Pointing Spider-Man” o semplici dialoghi che esplorano il rapporto tra Miles e Peter, proprio perché di questo vive Marvel’s Spider-Man 2 nella sua eclettica struttura.

Non totalmente next

Abbiamo parlato di come Marvel’s Spider-Man e la sua espansione Miles Morales siano titoli pervenuti sia su PlayStation 4 che sulla sua sorella maggiore e i risultati ovviamente si vedono a causa di una totale mancanza di un elemento definibile realmente come di “nuova generazione”. Marvel’s Spider-Man 2 era atteso dai giocatori per mostrare la potenza di PlayStation 5 e le sue capacità, ma ci siamo ritrovati delusi perlomeno a metà.
Alcuni grandi elementi per considerare il gioco degno della nomea di “nuova generazione” ci sono (lo switch dei personaggi o alcune sezioni in cui si effettua una sorta di “passaggio” alla Ratchet and Clank: Rift Apart), ma alcune delusioni risiedono negli elementi tecnici e grafici. Parliamo, prima di tutto, dal riciclo continuo dei modelli dei nemici e di NPC, o al lavoro quasi di upscaling per quanto riguarda i personaggi principali con Peter ed MJ – tra gli altri – che risultano quasi low poly rispetto a Kraven o Venom che, invece, mostrano in maniera esemplare come un modello nativo PS5 sia molto più definito rispetto a quelli che sono stati “portati” dai precedenti giochi. Ci sono stati svariati momenti, soprattutto nei primi piani, dove si nota questa disparità di trattamento, al netto di una generale qualità visiva di altissimo livello e un’esperienza quasi del tutto priva di bug. Diciamo quasi perché, purtroppo, sono capitati alcuni piccoli problemi tecnici che hanno costretto al riavvio della console, con il protagonista bloccato tra i detriti o con l’impossibilità di interagire con elementi necessari per proseguire con la storia principale.

Come ultimo elemento vogliamo parlare del doppiaggio del gioco, in quanto le due scuole di pensiero classiche (lingua originale o doppiato) si scontrano molto più pesantemente in questo sequel rispetto ad altri giochi. Partiamo indicando come la qualità della localizzazione italiana risulti ottima: Jacopo Calatroni e Gianandrea Muià sono perfetti nel loro ruolo di uomini ragno e tutto il cast si assesta a un livello minore sotto questo punto di vista, ma, durante la nostra run, lo switch all’inglese è stato pressoché obbligatorio. Lo stile di doppiaggio italiano è uno dei migliori al mondo, ma si rimane troppo legati a un’impostazione vocale che spesso non reagisce a quello che abbiamo a schermo [questo perché ancora oggi il doppiaggio dei videogiochi viene effettuato internazionalmente, senza avere a disposizione le immagini e la scena vera e propria N.d.H] risultando quindi più “piatto” rispetto alla controparte originale e più teatrale. Un altro dei punti a sfavore riguarda la voce di alcuni protagonisti - tra cui Kraven - che non sono risultati particolarmente adatti, soprattutto mancando di inflessioni linguistiche che in originale sono ben presenti evidenziando così le origini per coloro che non hanno una perfetta conoscenza del brand.

GOTY Material

In un 2023 meravigliosamente denso di titoli adatti al premio di “Gioco dell’anno” tra cui The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom o Final Fantasy XVI, certamente Marvel’s Spider-Man 2 può dire la sua, entrando a far parte di quella ristretta cerchia di giochi pronti a contendersi il prossimo dicembre l’ambito trofeo. Nei precedenti paragrafi lo abbiamo nominato come uno dei giochi dedicato ai supereroi migliori di sempre, tanto da insidiare il trono di Batman Arkham City che ha da sempre dominato nella categoria, e questo è un dato di fatto al netto di difetti, pochi, e problemi riscontrati in fase di review.
La storia è sicuramente uno dei punti forti dell’intera opera, con l’introduzione di due dei villain più famosi effettuata con un lavoro sopraffino per quanto riguarda la narrazione e la presentazione di situazioni e boss fight, pur mantenendo alcuni riguardi sul sistema di combattimento preso quasi totalmente dai precedenti, andando a calcare troppo la mano su una ripetitività molto forzata. Questi difetti, però, prendeteli con il giusto peso perché Marvel’s Spider-Man 2 è immenso nel suo essere di breve durata e, al contempo, vi resterà dentro per tantissimo tempo con la voglia di vedere sempre più un Marvel Gaming Universe sviluppato da Insomniac congiuntamente ad altre case di sviluppo di casa Sony PlayStation.

Good

Narrativa ben scritta
Personaggi scambiabili in tempo reale
Boss fight eseguite magnificamente
Mondo vivissimo
Kraven e Venom due cattivi meravigliosi

Bad

Sistema di combattimento fotocopia rispetto ai precedenti
Ci aspettavamo di più dal punto di vista dei modelli
Alcuni cattivi sono stati "sprecati" con le subquest
9
TRIBE APPROVED

Sviluppatore: Insomniac Games
Distributore: Sony Interactive Entertainment
Data di uscita: 20 ottobre 2023
Genere: Azione, avventura
PEGI: 16+
Piattaforme: PlayStation 5

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