Etrian Odyssey Origins Collection

È tempo di (ri)scoprire i segreti di Yggdrasil

Pubblicato il 26 Giugno 2023 alle ore 9:36
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Pongiornissimo, amici della Tribù! Eccoci ancora qui con un’altra recensione del sottoscritto, per la prima volta in un contesto diverso da quello console. Ho infatti avuto la possibilità e il piacere di giocare al titolo [anche se sarebbe meglio dire “ai titoli” N.d.R.] di cui andremo a parlare oggi su PC.
Il gioco odierno è una collezione di ben tre capitoli di una saga creata da Atlus anni or sono, ai tempi del glorioso Nintendo DS. Rimasterizzati e infiocchettati in un pacchetto celebrativo, il pezzo che vi accingete a leggere parla infatti di Etrian Odyssey HD, Etrian Odyssey II HD ed Etrian Odyssey III HD. C’è molto da dire su questa raccolta, quindi non indugiamo oltre e addentriamoci nella recensione di Etrian Odyssey Origins Collection!

Stratum 1: Il primo passo speranzoso

Come è consuetudine, prima di lanciarsi nella porzione più “cicciosa” della nostra analisi, è opportuno parlare un po’ di storia. E non intendiamo della storia dei diversi capitoli contenuti in questa raccolta, bensì della storia di questa serie in generale e della sua genesi.
Etrian Odyssey, primo capitolo dell’omonima saga, è un gioco per DS dell’ormai lontano 2007, sbarcato in Europa l’anno successivo. Il titolo ha un’impostazione da GDR con combattimento a turni del sottogenere dungeon crawl. La particolare meccanica che lo caratterizza è la possibilità, data la sua natura esplorativa, di disegnare personalmente le mappe delle aree labirintiche che il giocatore si trova a visitare. Questa [a mio avviso geniale N.d.R.] funzione aveva permesso agli sviluppatori di creare qualcosa di unico che sfruttasse in maniera creativa la caratteristica più peculiare della console portatile di Nintendo, ovvero la presenza di uno schermo tattile.

Entrambi i titoli successivi, Etrian Odyssey II: Heroes of Lagaard ed Etrian Odyssey III: The Drowned City, avevano come obiettivo quello di costruire sull’idea del capostipite e portarne avanti il carisma, tramite la limatura del suo sistema di gioco e l’aggiunta di nuove caratteristiche. Al contrario del loro predecessore, questi due nuovi giochi non videro però mai la luce nel vecchio continente, rimanendo esclusivi al mercato giapponese e americano… Fu solo dopo una buona dose di anni che, tramite la pubblicazione di un remake denominato Etrian Odyssey 2 Untold (dove Etrian Odyssey Untold era invece il remake del primo Etrian Odyssey), almeno il secondo capitolo poté giungere in Europa, su Nintendo 3DS. Considerando che la saga conta ora un totale [se si esclude questa raccolta N.d.R.] di ben 10 titoli, tra spin-off e remake, è ipotizzabile che i primi giochi della serie avessero gettato le basi di qualcosa di solido e, soprattutto, apprezzato da molti!

Ecco quindi che, nell’anno del suo sedicesimo compleanno, la saga riceve nuova linfa tramite la pubblicazione da parte di SEGA di questa collezione. I tre titoli rimasterizzati permettono finalmente anche a noi europei di godere in maniera piuttosto fedele dello standard che la triade ha istituito. Può l’esperienza originale essere riprodotta su computer? Continuate a leggere per scoprirlo!
Considerando la natura estremamente immersiva di questi tre giochi, che ti accolgono con poche parole [quasi in “malo” modo N.d.R.] gettandoti praticamente subito nel vivo dell’azione e, solo pian piano, schiudendo i loro vari intrecci, abbiamo deciso di non trattare le porzioni narrative che i giochi offrono. Pensiamo che le tre diverse ambientazioni, Etria, Lagaard Alta e Armoroad, siano in grado di risultare carismatiche e fare bene da sfondo a ciò che attende i giocatori nella loro grande missione alla ricerca di fama e fortuna.

Stratum 2: Landa di mortal periglio

Parlando quindi un po’ di come è gestito il gameplay di questi tre capitoli, pensiamo sia possibile analizzare principalmente il primo dato che, come già detto, Etrian Odyssey II e III riprendono molto la struttura del loro predecessore [anche se le sezioni marittime del terzo meritano un plauso speciale N.d.R.].
I giocatori si ritrovano a capo di una gilda di recente fondazione composta da avventurieri novizi. Dopo aver registrato il nome della propria banda di esploratori, è possibile quindi iniziare a comporre il proprio party tra una serie di classi (alcune anche fuori dagli schemi), un po’ come se ci si trovasse a giocare una sessione zero di D&D o di altri giochi di ruolo da tavolo. Selezionati i nomi e i ritratti che più ci piacciono per ciascun componente [il che aiuta l’immersione e l’immaginazione delle varie personalità del gruppo di scapestrati da noi reclutati N.d.R.] ci si può gettare all’avventura, pronti ad affrontare l’ignoto in delle strutture labirintiche.

In ognuno di questi tre giochi, il nostro gruppo di mezze tacche destinate alla gloria deve farsi strada attraverso il così chiamato Labirinto di Yggdrasil [adattamento perfetto dal nipponico “labirinto dell’albero del mondo” N.d.R.]. Queste impervie zone sono divise nei cosiddetti “strata”, a loro volta suddivise in più piani. Molti sono i prodi attirati dal Labirinto, ma nessuno pare riuscire mai a raggiungerne il centro.
Per compiere il loro viaggio, i nostri sono armati di… carta a penna. Esatto, come già anticipato, la meccanica trainante dei tre titoli è l’essere in grado di personalizzare una propria mappa delle diverse aree da noi visitate, potendo così annotare la presenza di muri, pericoli e tesori. La possibilità di sfruttare il mouse e la tastiera per aggiungere simboli sulla cartina laterale di sinistra mentre sulla destra si esplora il Labirinto di Yggdrasil è ciò che permette a Etrian Odyssey Origins Collection di risultare appagante anche su una console diversa dal DS.

Il gameplay non si limita certo solo alla cartografia, dato che nelle nostre giornate di camminata sarà possibile imbattersi in una grande varietà di nemici, come in ogni RPG di stampo nipponico che si rispetti. Nelle sue prime battute il gioco è anzi abbastanza spietato e un passo falso può causare gravi danni ai membri del gruppo di basso livello. Il feroce [anche se è stata inserita una nuova modalità facile N.d.R.] flusso di gioco originale si è mantenuto in ottima forma anche a distanza di anni; gli avventurieri debbono addentrarsi nel Labirinto, sconfiggendo qui nemici e scovando tesori, e uscirne con meno perdite possibili per tornare in città, potendo così arricchirsi e potenziarsi grazie a nuovi oggetti e abilità. Per chi non è un fan del genere il tutto può forse risultare un po’ monotono e frustrante, ma la flessibilità che si ha tra le mani riguardo alla composizione del gruppo e a come si può approcciare il gioco è innegabile.

Stratum 3: Glorioso inizio del cammino

Senza essere troppo puntigliosi sul gameplay, poiché mantenuto pressoché intatto e affascinante da (ri)scoprire senza troppe anticipazioni, è giunta l’ora di trattare gli aspetti più tecnici della collezione, dato che si sta pur sempre parlando di giochi in versione rimasterizzata.
Le performance della Etrian Odyssey Origins Collection su PC sono quasi eccellenti. Per tutta la durata delle nostre ore di avventura su tutti e tre i capitoli, il titolo non ci ha praticamente mai dato alcun tipo di problema. Le impostazioni non sono troppe, ma permettono di modificare al meglio la propria esperienza andando incontro a diverse esigenze. Inoltre, il supporto di controller esterni è perfettamente implementato e, malgrado riteniamo che il mouse e la tastiera siano una scelta più comoda [quasi non mi sembra vero di dire una cosa del genere N.d.R.], chiunque è in grado di mappare i propri comandi come meglio crede.

Anche a livello grafico i tre capitoli della serie si difendono bene, ma riteniamo che in questo caso si potesse fare qualcosa di più. Il carisma delle stile grafico originale, per quanto riguarda i mostri, ma, soprattutto, per i protagonisti e i personaggi di contorno, è vivo e vibrante grazie ai suoi colori brillanti. I modelli e le (nuove) texture dei molti ambienti esplorabili non nascondono del tutto la loro origine su console portatile, ma permettono comunque di godere di begli sfondi durante le fasi di esplorazione. Ciò che ci sentiamo costretti a commentare in modo negativo è la scelta del font principale [quello in grassetto è ancora tollerabile N.d.R.] che tutti e tre i titoli sfruttano. I testi di gioco originali erano visualizzati a schermo in pixel art, mentre qui il font utilizzato è forse una delle cose più impersonali e meno carismatiche che ci sia mai capitato di vedere. L’occhio si abitua alla scelta, ma il cuore no…

Passando a lidi più piacevoli, il sonoro di Etrian Odyssey Origins Collection è stato totalmente rimasterizzato e ciò si sente forte e chiaro. Le sonorità tipiche di un gioco d’altri tempi [anche se fa male a dirlo N.d.R.] sono qui rese in maniera cristallina, facendo percepire al giocatore questo feeling retrò che lascia però spazio anche a sensazioni moderne. I temi musicali, nello specifico, sono molto coinvolgenti e accompagnano bene sia le fasi di esplorazione che quelle di battaglia, senza dimenticarsi di quelle dedicate al riposo.
Per finire, vogliamo citare come ultimo aspetto pregevole del gioco l’adattamento in italiano che, grazie sicuramente a buoni assist ricevuti dalla versione inglese, ma anche in particolare a colpi di genio nostrani, riesce a volte a concedere ai giochi un livello aggiuntivo di fascino. Gli altri tornano in città col “Warp Wire”, noi invece usiamo il “Filo d’Arianna”!

Conclusioni: Un invito a salire

Dunque siamo giunti, come novelli esploratori del Labirinto, alla fine di quest’altra recensione. I tre giochi contenuti all’interno della Etrian Odyssey Origins Collection possiedono un grande carisma e questa loro versione rimasterizzata gli rende giustizia. Rimane opportuno chiedersi come mai sia stata fatta la scelta di includere le versioni originali dei primi due giochi quando, come già detto, su 3DS erano invece state pubblicate le loro edizioni remake [che non avevano “solo” contenuti aggiuntivi, ma la possibilità stessa di giocare agli originali! N.d.R.], ma ciò non ci è dato saperlo.
Anche se il prezzo può sembrare altino, le ore di spietato divertimento che questa triade di titoli può offrire sono veramente molteplici e ogni appassionato del genere dovrebbe giustamente fare un pensierino sul recuperare questa raccolta, che conserva al meglio le diverse funzionalità dei tre titoli originali. Ricordatevi che ognuno dei tre capitoli è anche acquistabile separatamente, nel caso non si fosse convinti sull’acquisto in blocco!

Good

Gameplay brutale e soddisfacente…
Funzioni originali ben conservate
A livello tecnico non fa una piega
Stile artistico molto carino
Sonoro che mischia moderno e retrò
Narrativa che affascina e incuriosisce
Sanno proprio di giochi per DS

Bad

… se si apprezza il genere
Il prezzo non è basso
Scelta del font base criminosa
L’assenza delle versioni remake di due dei tre giochi
8.7
PEM-PEM

Sviluppatore: Atlus
Distributore: SEGA
Data di uscita: 1 giugno 2023
Genere: GDR a turni, dungeon crawl
PEGI: 12+
Piattaforme: PC (Steam), Nintendo Switch

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