recensione

Skull and Bones

Do what you want cause a pirate is free, you are a pirate!

Pubblicato il 24 Marzo 2024 alle ore 12:50
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La vita in mare è intransigente, oltre che quanto più ardua possibile. Se per un pochino le placide acque cullano la tua imbarcazione, momenti più tardi potrebbero scatenarsi in una torbida tempesta, lasciandoti completamente in balia di una potenza molto più grande di quanto non possa gestire. Questa potrebbe essere la perfetta rappresentazione dell’intricato percorso perpetuato da Ubisoft durante la realizzazione di Skull and Bones. Il titolo venne presentato nell’E3 del 2017 con uscita prevista nel 2018, ma, da quel momento, furono moltissimi i maremoti che ne colpirono i piani di sviluppo. Il progetto era infatti nato per essere il prodotto “piratesco” definitivo dedicato a tutti i fan delle mirabolanti avventure navali vissute con Edward Kenway in Assassin’s Creed IV: Black Flag, ma a giudicare da quello che ci siamo trovati per le mani l’obiettivo sembra essere stato raggiunto solamente a metà. Il perché? Ve lo raccontiamo nella nostra recensione di Skull and Bones!

Skull and Bones è un game as a service di azione e avventura sviluppato da Ubisoft Singapore e pubblicato da Ubisoft. Rilasciato lo scorso 16 febbraio 2024, il gioco è disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC e Luna al prezzo di € 79,99 per la versione Standard console e € 59,99 dedicata alla versione base PC.

Ambientato nelle libere acque dell’Oceano Indiano, il titolo ci pone nei panni di un fortunato naufrago salvato da un terribile incidente, ora pronto per iniziare la sua personalissima storia di scorribande e infamia, arrivando anche a farsi conoscere come uno dei più grandi pirati di sempre. Per quanto riguarda il vero e proprio comparto narrativo, quello che vi abbiamo descritto è praticamente punto focale e riassunto perfetto della storia offerta dal gioco di casa Ubisoft, in quanto l’intero titolo è costruito con semplicissime quest quasi fini a sé stesse. Fin dai primi momenti verremo messi davanti a un loop di gameplay e trama che si ripeterà in ogni momento, lasciando purtroppo aleggiare un certo senso di “avrei voluto un pelo di storia in più” costantemente nella testa. L’esperienza di gioco è difatti composta da: navigare per i mari, ottenere bottini, aumentare la nostra notorietà e desiderare sempre di più. Capiamoci, per un titolo live service (non il primo come esponente di questo periodo, vero Suicide Squad?) che pone praticamente tutte le sue risorse su un gameplay divertente, non ci potevamo aspettare molto altro riguardo alla scrittura; eppure quella piccola nota nostalgica rispetto a quanto di più avrebbe potuto dare una storia piratesca posta nelle Indie Orientali non ci ha mai abbandonato, facendoci sognare a occhi aperti una trama maggiormente intrecciata e con qualche semplice colpo di scena.

Con un protagonista personalizzabile tramite editor personaggio basilare e che non lascia troppo alla creatività, il racconto inizia grazie all’aiuto di altri due naufraghi pronti a credere nelle nostre capacità da razziatori e lupi di mare. Una volta scoperta la rotta per il covo di Saint-Anne e sbarcati in quell’angolo paradisiaco della pirateria, il nostro compito sarà quello di ingraziarci i favori del famigerato John Scurlock e, al contempo, aumentare il nostro grado di infamia. In questo modo ci addentreremo all’interno di un sistema di progressione costante, che spinge senza alcuna fatica i giocatori più curiosi a salpare in ogni momento per esplorare le vaste acque a disposizione.
Al nostro fianco troveremo i fedelissimi salvatori, che non mancheranno di introdurci nelle nuove zone che visiteremo e, man mano che la nave migliorerà, anche la ciurma sotto il nostro comando aumenterà di numero… anche se non avremo mai particolari interazioni con queste persone, in quanto verranno gestite interamente come delle piccole macchiette a schermo e nulla più. Un ennesimo “peccato” che, se ampliato, avrebbe sicuramente dato un guizzo maggiore al nostro percorso. Non negheremo che ci sarebbe davvero piaciuto poter conoscere molti più retroscena sui componenti della nostra personalissima ciurma, magari grazie a qualche evento unico dedicato al singolo o dei ritrovi alcolici attorno ai falò nei momenti di pausa.

Come detto in prefazione, Skull and Bones è un progetto che deriva dalla volontà di ampliare le sezioni in mare aperto di Black Flag, proponendo l’esperienza come un live as a service composto da stagioni che porteranno novità man mano le loro uscite. Al momento della stesura di questa recensione ci troviamo nel pieno della Stagione 1, comprendente le avventure dalle Coste d’Africa, fino alle Isole Indiane e la presenza del famigerato condottiero pirata Philippe La Peste.
Ubisoft Singapore, assieme a molte altre sussidiare dell’azienda, ha quindi preparato un pacchetto volto a evolversi nel tempo. Ma come funziona Skull and Bones nel suo primissimo ciclo di vita? Il gioco premia i propri giocatori grazie a un sistema basato sul grado di Infamia raggiunto e, a livello di gameplay, sussiste in due distinte sezioni: una riguardante l’esplorazione a terra e l’altra dedicata alle sezioni in mare aperto.

Partiamo subito con il dirvi che queste vivono di un grosso disequilibrio di qualità, che fanno trapelare fin dai primissimi momenti di gioco una maggior attenzione e cura per le sezioni in mare, rispetto alle altre. Seppur sbarcare su ogni isoletta o rifugio dotato di porto possa rivelare alcune interessanti interazioni con i personaggi locali, soprattutto negli hub principali, tutto il comparto dedicato all’esplorazione sulla terra ferma non brilla sicuramente di luce propria. Quando posto sulle proprie gambe, infatti, il nostro personaggio si muoverà con una certa goffaggine tra le varie stradine degli accampamenti e le interazioni con segreti, ambientazione e cast non sono certo state sfruttate al meglio. Ovviamente la compravendita è un elemento importantissimo nella vita di ogni lupo di mare e, oltre al puro commercio volto ad acquistare progetti per migliorare il proprio equipaggiamento, avremo la possibilità di fabbricare pezzi, armamenti e migliorie per la nostra nave, comprare o scambiare risorse, cucinare razioni utili alla sopravvivenza e, non per ultimo, migliorare il nostro look piratesco per incutere ancor più suggestione ai nostri nemici.

Al contrario di quelle sezioni, invece, tutto quello che riguarda l’esplorazione negli oceani è decisamente il raggio di sole del titolo. Solcare i mari in cerca di nuove terre, tesori e conflitti è sicuramente l’elemento chiave di Skull and Bones, soprattutto grazie alla buona dose di immersività che questi momenti riescono a offrire. Accompagnati dai fantastici canti di mare del nostro equipaggio, il nostro viaggio ci porterà molto spesso a gestire al meglio non solo le risorse stesse della nave (come peso del cargo trasportato, munizioni e preziosissimi kit di riparazione da tenere sempre sott’occhio), ma anche imparare a dosare nodi e velocità relazionati alle raffiche di vento e tempeste che ci colpiranno improvvisamente. Queste, infatti, sono un importante elemento da tenere in considerazione, soprattutto quando presenti durante le numerose battaglie a cui andremo in contro. Seppur realizzati con uno schema molto semplice e di facile fruizione per ogni tipo di giocatore, gli scontri navali del gioco sanno regalare un importante fattore di divertimento che determina il punto positivo di questo titolo. Ogni vascello possiede delle statistiche differenti e, di rimando, anche armi e pezzi montati su di essa possiedono dei valori che andranno ad aumentare bonus e malus dell’equipaggiamento; sarà quindi necessario trovare il proprio stile di gioco per creare una build in linea con le proprie capacità, onde evitare brutti affondi in vista delle battaglie più efferate come con le navi leggendarie.

Nei momenti di pura guerriglia navale, Skull and Bones ci mette davanti a un semplice modus operandi, composto prima dall’attacco a lunga distanza del nostro obiettivo, l’avvicinamento con bombardamenti, frequenti speronamenti e, per i pirati più golosi di bottino extra, un semplice abbordaggio della flotta nemica.
Questi elementi risultano la summa maxima derivata dal gameplay di Black Flag, ma costruita e sviluppata in un modo completamente autonomo rispetto all’opera da cui derivano. Basti pensare all’impossibilità di muoversi liberamente per la propria nave durante le lunghe sezioni di navigazione (aiutate poi nel ritmo dall'esistenza dei viaggi veloci), o ancora alla presenza di un semplice minigioco volto alla raccolta di materiali senza la necessità di sbarcare e, infine, alla meccanica dell’abbordaggio semplificata al massimo livello. Per effettuare la tipica azione, basterà portare il livello di salute della nave nemica sotto una certa soglia e, una volta posizionati al fianco dell’imbarcazione, con la semplice pressione di un tasto sarà possibile lanciare i rampini per effettuare la manovra. Tutto questo contornato dall’attacco di qualche pavido squalo qua e là, che troverà presto ferro per i suoi denti (a noi utilissimi per il crafting, oltretutto).

Molto spesso ci capiterà di incontrare per mare e terra altri prodigiosi giocatori in cerca della fama ed è qui che entra in gioco il comparto online di Skull and Bones. Questo si rapporta al titolo dando la possibilità di unirsi ad altre due navi amiche per affrontare importanti battaglie contro flotte leggendarie o mostri marini, giocare ad eventi PvE completamente facoltativi e – solamente dopo il nostro arrivo nelle fasi finali dell’endgame – prestarci a combattimenti ferrati in battaglie PvP contro altri giocatori. Come ogni prodotto GAAS, questo è solo l’inizio per quanto riguarda le interazioni online e solo col tempo potremo veramente scoprire il potenziale del titolo.

Abbiamo effettuato la nostra prova su PlayStation 5, console che ha visto momenti di luci e ombre durante il nostro intero gameplay. Per finire storia e attività principali abbiamo impiegato una ventina di ore, per le quali siamo stati i protagonisti indiscussi di un viaggio dolceamaro. Se a livello di ambientazioni e colpo d’occhio degli elementi naturali siamo rimasti più che soddisfatti, la rappresentazione grafica proposta per volti e modelli ci ha lasciato leggermente intiepiditi, apparendo visivamente arretrata rispetto alla generazione di uscita.
Nulla da togliere invece al mood generale del titolo, che con dei panorami fantastici e una soundtrack di compagnia, riesce sicuramente a immergere nei momenti di gioco. Per quanto riguarda le prestazioni, invece, Skull and Bones propone due preset principali: Grafica e Prestazioni.
La prima spinge ogni risorsa sulla risoluzione, migliorando i dettagli visivi, ma abbassando il framerate a un massimo a 30 FPS; la seconda scala di molto il fattore grafico per portare il framerate a 60 FPS. Abbiamo testato entrambe le modalità in moltissime situazioni diverse e dobbiamo necessariamente segnalarvi che la modalità Grafica ha portato parecchi crash nelle fasi più concitate, mentre in Prestazioni non si sono presentati particolari problemi di stabilità.

In definitiva, Skull and Bones è un progetto interessante e a tratti ben riuscito, ma soggiogato da pesanti problemi di arretratezza. Se siete amanti delle storie piratesche e dei combattimenti navali, la premessa del titolo prenderà sicuramente la vostra attenzione e, se riuscirete a mettere da parte tante aspettative rispetto a un gioco che ha subito davvero troppi, troppissimi cambi e ridimensionamenti, allora troverete anche un fattore di divertimento. Il combat system, insieme al sistema di progressione, è decisamente la parte meglio riuscita del gioco, appagante e di compagnia e gli eventi stagionali riescono a dare un fattore di divertimento in più. Sfortunatamente, per i restanti comparti questo titolo ha molta strada da fare, caratterizzato prettamente da problemi e legnosità che proprio non dovrebbero esistere per un prodotto ad alto budget. Consigliamo l’acquisto? Magari agli estremi amanti del genere, ma in linea di massima è necessario aspettare più contenuti e patch per ritrovarsi una vera e propria esperienza soddisfacente tra le mani.

Good

Gameplay navale divertente
Canti di mare di estrema compagnia
Vasto mondo da esplorare...

Bad

Mancanza di narrativa
Legnosità e arretratezza tecnica
... ma fin troppo vuoto
6.5
NONNO APPROVED

Sviluppatore: Ubisoft Singapore
Distributore: Ubisoft
Data di uscita: 16 febbraio 2024
Genere: Azione, avventura
PEGI: 18+
Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Series X|S, PC, Luna

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