Harvest Moon: Light Of Hope

Natsume Inc. propone una versione completa di Harvest Moon: Light of Hope che non riesce a convincere e passa in sordina

Pubblicato il 1 Gennaio 2019 alle ore 16:00
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di Lorenzo Longoni
@Lorenzo Longoni

Diciamoci la verità, il Giappone è sempre stato uno dei paesi con la produzione più alta di gestionali e life simulator, con nomi enormi del calibro di Animal Crossing di Nintendo, Oracle Of Season o il brand di cui parleremo in questa recensione, ossia Harvest Moon. Il brand di Harvest Moon è sicuramente una delle punte di diamante del genere, infatti, si sta parlando di una saga ventennale che non ha mancato una generazione sia su console fisse che portatili. Il motivo per il quale ancora oggi il nome Harvest Moon echeggia nel mondo videoludico è appunto dovuto a un’eredità che ha portato nel corso del tempo a un’evoluzione, che fino alla metà degli anni 2000 sembrava volgere per la giusta strada, ma che con gli ultimi capitoli sembra aver raggiunto purtroppo un punto di non risalita, nonostante le numerose vendite nel suo paese originario, il Giappone. Andiamo quindi in questa recensione a parlare del nuovo capitolo della saga Harvest Moon: Light Of Hope, e vediamo insieme se questo nuovo tassello sarà in grado di riportare in auge uno dei gestionali che ha fatto davvero la differenza nel mondo dei videogiochi.

Cresce, corre e…

Come in tutti i capitoli della saga, anche in Light Of Hope il giocatore dovrà occuparsi della propria fattoria, incontrando i personaggi che caratterizzano il luogo ed instaurando un legame con loro. Benché il farming simulator, quindi, la coltivazione, l’allevamento degli animali e la continua ricerca di materiali, creature magiche e simili sia la meccanica centrale su cui si appoggia l’intero titolo, in questo nuovo capitolo è importantissimo anche stringere amicizie e legami interpersonali, le relazioni per proseguire e approfondire sempre di più il gameplay e le cose da fare all’interno del titolo. Diciamo subito però che la storia non è di certo qualcosa di memorabile, infatti molto spesso si è più affascinati dalle effettive meccaniche che da un canovaccio poco approfondito e decisamente anonimo, anche se fruibile davvero da giocatori di tutte le età. Nel mondo di Harvest Moon: Light Of Hope quindi, legare con qualsiasi personaggio, introduce ad una vera e propria evoluzione del gameplay dandoci così l’accesso a features ed eventi veri e propri altrimenti non effettuabili o non raggiungibili. L’approccio iniziale ma sostanzialmente anche quello della totale fruizione dell’opera rimane molto semplice, ed il grado di difficoltà è davvero mediocre, tutto sommato però rimane molto papabile il sistema di crescita delle coltivazioni come anche governare il bestiame, che da sempre apprezzatissimo dai primissimi titoli della saga. Attività come la pesca ad esempio vengono sbloccate a posteriori, questo perché il gioco preferisce evolversi passo passo con il giocatore piuttosto che spogliarsi mostrando tutte le sue “chicche” sin da subito.

La vastità dei dlc

Questo capitolo offre davvero un numero di DLC senza precedenti, noi abbiamo avuto la fortuna di provarli tutti. Si tratta effettivamente di contenuti veri e propri ed eventi che rendono il gioco decisamente più ricco oltre che longevo. Abbiamo dunque davanti un pacchetto completo di strumenti per potenziare i nostri utensili e personaggi e le decorazioni dandoci 7 tipi di recinzioni diverse, due power up per annaffiatoio e zappa oltre a due statue della Dea del Raccolto. Oltre a potenziamenti approfondiamo altri due pacchetti che scavano nella lore vera e propria del titolo, il primo tratta di due sottotrame riguardanti Doc e Melanie, con tanti nuovi oggetti esclusivi da sbloccare mano a mano, poi, 18 sub quest anch'esse arricchite da oggetti unici e due nuovissimi personaggi come Melanie e Shirlock, entrambi possono diventare nostri coniugi. Il divertimento tramite i contenuti extra non finisce qui, infatti si ha accesso ad un pacchetto extra chiamato “Un Matrimonio Divino”, ci introdurrà tutto il roster dei personaggi caratterizzanti della Dea Del Raccolto ed il misterioso Gorgan il re dei morti, entrambi possibili nostri coniugi.

Questo piatto è un po’ un “mappazzone”

Harvest Moon non osa e rimane negli standard dei precedenti capitoli, una grande nota dolente la subisce un aspetto grafico davvero becero, e non si parla della qualità, perché tantissime opere videoludiche sono godibilissime anche con una grafica retro, qui però si parla di un aspetto grafico molto spoglio, con edifici che cozzano nettamente con l’ambientazione circostante, ed eccessivamente indietro per ciò che concerne le animazioni, davvero legnose e povere di dettagli. L’aspetto grafico è davvero qualcosa che non rende giustizia ad un brand così innovativo, storico e grande, di gran lunga preferibile quello dei capitoli per Game Boy. L’aspetto grafico purtroppo si ripercuote anche sul gameplay, che a volte rende complesse le azioni più semplici, come il selezionare un oggetto nell’overworld di gioco o banalmente zappare e seminare.

Concludiamo

Harvest Moon: Light Of Hope, non evolve le meccaniche della saga rimanendo di fatto al pelo della sufficienza, ma non apporta assolutamente nulla di innovativo, il suo aspetto grafico mediocre non favorisce la fruizione ed avremmo gradito una cura decisamente meno pigra in tal senso. Il titolo comunque si fa giocare ed offre alcune sorprese non da poco.

Good

Tantissimi contenuti
Evoluzione graduale
Gameplay classico

Bad

Trama insipida e povera
Graficamente completamente da rivedere
5.0
OCCASIONE MANCATA

Sviluppatore: Natsume Inc.
Distributore: Rising Star Games
Data di uscita: 27 novembre 2019
Genere: Simulatore, Passatempo
PEGI: 3
Piattaforme: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC, iOS, Android

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