Disgaea 6: Defiance of Destiny

La recensione dell'ultimo titolo targato Nippon Ichi Software

Pubblicato il 29 Giugno 2021 alle ore 12:00
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Tra le serie giapponesi più conosciute anche in Occidente, Disgaea è stato un’icona di quello che poi si è rivelato essere un fenomeno in tutto e per tutto. Conosciuto ai più solo grazie al quarto capitolo, in realtà la serie era ormai da anni sinonimo di una certa tipologia di gameplay, arrivando a rivaleggiare con Fire Emblem per lo scettro di miglior titolo del genere. Dopo aver vissuto una seconda giovinezza grazie a Nintendo Switch, Nippon Ichi Software (NIS per gli amici) ha deciso di regalare il sesto capitolo in esclusiva (almeno in Occidente) proprio alla console ibrida, andando a modificare anche quei cardini che erano classici della serie per provare a innovare e posizionarsi al di sopra di quel famoso Fire Emblem già citato prima. Nelle ultime settimane abbiamo passato del tempo in compagnia di Zed e del suo manipolo di folli avventurieri, ci avrà convinto Disgaea 6: Defiance of Destiny? Scopritelo nella nostra recensione.

An endless cycle

Disgaea, per chi non lo conoscesse, ha sempre fatto delle sue trame abbastanza folli e fuori di testa – per le idee presentate – uno dei suoi punti forti e Disgaea 6: Defiance of Destiny non ne è da meno. All’inizio del gioco ci ritroveremo nei panni di Zed, uno zombie accompagnato dal fido cane anch’esso zombie Cerberus, che inizierà a raccontare la sua storia a Ivar, un Overlord spaventato dalla comparsa del famoso e grandioso God of Destruction che promette di distruggere tutto il sottosuolo. Zed è riuscito a sconfiggere il Dio della Distruzione e, supportato da Cerberus, inizia a spiegare al buon Ivar proprio come ci è riuscito: con perseveranza e un manipolo di folli compagni. Infatti Zed mosso da motivi personali, ha iniziato una caccia alla divinità andandosi a scontrare molte volte con lui, finendo con il morire ripetutamente sotto i suoi colpi. Uno zombie normale non sarebbe lì a raccontarlo, ma Zed ha dalla sua la Super Reincarnation, un’abilità che gli permette di tornare a vivere rafforzandosi sempre di più a ogni morte e portandolo in un luogo sempre diverso dove il destino continuerà a far incontrare i due antagonisti. Nel corso del suo viaggio, Zed incontrerà diversi personaggi che entreranno nel party e gli faranno capire come per sconfiggere il God of Destruction non serva solo la forza pura, ma anche un gruppo in grado di supportarlo in quello che sembra essere una vera e propria vendetta personale. Ovviamente come da classico della serie, la narrazione seppur molto semplicistica è contornata da battute, gag e doppi sensi in grado di far sorridere il giocatore anche se la situazione è drammatica e riesce pienamente nel suo intento. L’unico vero problema, se proprio possiamo chiamarlo così, è che per iniziare a ingranare un po’, la trama principale ha bisogno di molte ore e non raggiunge mai vette particolarmente elevate, facendo un po’ rimpiangere il quarto e il quinto capitolo che da questo punto di vista erano forse il più più alto raggiunto dalla serie. Infatti, la trama va a perdersi molto nell’introduzione dei personaggi secondari distogliendo l’attenzione principale della lotta al God of Destruction, che compare solamente alla fine di ogni “mondo” per dare un motivo a Zed di morire e reincarnarsi. Questo fino alle fasi finali, dove invece inizia a mettersi in moto tutto quello per cui abbiamo lavorato e iniziano a scoprirsi finalmente maggiori dettagli sia sul passato di Zed che sull’antagonista, fino all’esplosione di tutta la trama nel secondo atto, probabilmente troppo tardi per la maggior parte del giocatori.

Come da tradizione, inoltre, sono stati inseriti alcuni personaggi dei vecchi Disgaea tramite DLC, alcuni già presenti nelle edizioni base, altri invece che saranno disponibili attraverso il season pass e il suo piano di uscita. Ogni personaggio sarà introdotto da una breve storia che racconterà la sua personale vicenda e renderà coerente l’entrata in gruppo, senza però una chissà quale narrativa.

A turni è meglio

Disgaea è un gioco che si è conteso per molto tempo con Fire Emblem la palma di gioco di ruolo a stampo strategico in un ambiente dove il genere non sta di certo vivendo uno dei suoi periodi migliori. Tralasciando il ritorno di Advance Wars e Project Triangle Strategy, infatti, questo genere viene prevalentemente visto come vecchio e pertanto legato a certe meccaniche che non vanno mai a cambiare nel corso del tempo. Disgaea, invece, nel tempo ha sempre cercato di rendersi particolare grazie a una serie di introduzioni come la possibilità di spostare a uno a uno i nostri personaggi senza dover tener conto dei turni; inoltre, tutte le azioni non si svolgeranno immediatamente, ma potremo concatenare vari effetti finché non verrà deciso dal giocatore di eseguirli. Altra caratteristiche importante e diversa rispetto ai classici strategici è la possibilità di alzare i propri alleati e lanciarli in giro per la mappa, in modo da raggiungere punti chiave per affrontare le forze nemiche oppure per aggirare degli ostacoli particolari.

Disgaea introduce inoltre un grandissimo numero di classi (circa 22) sbloccabili grazie alle numerose quest secondarie che verranno date nel corso dei circa 15 capitoli che compongono il gioco base e il post game. Ogni abilità sarà sbloccabile solo grazie al comodo negozio in-game spendendo il mana ottenuto durante le missioni per acquisire secondarie utili per arrivare al termine non solo dell’avventura, ma anche di tutto il post game. Infatti, Disgaea 6 introduce un corposo post game con nemici potentissimi in cui sarà obbligatorio sbloccare il level cap (impostato di default a 9.999 e no, non stiamo scherzando) e utilizzare molte volte la meccanica della Super Reincarnation. Questa infatti permette di far ripartire il personaggio dal primo livello, ma con un sostanziale aumento di statistiche in modo da superare i normali limiti imposti dalla crescita naturale. La Super Reincarnation sarà necessaria per terminare gli stage più difficili e affrontare i nemici più ostici; ad aiutare nel processo di farming viene in nostro aiuto il Cheat Shop. Questo è una funzione già presente in game sin dall’inizio per regolare alcune opzioni particolari come la difficoltà dei nemici (più sono forti più esperienza otterremo) o la percentuale di ottenimento di mana, esperienza o punti classe. Gestire il Cheat Shop è un ottimo modo per massimizzare le proprie sessioni di farming: infatti è possibile impostare l’esperienza ottenuta fino al 1000% in più eliminando del tutto oppure concentrarsi sul livello della classe se quello generale della squadra ha già raggiunto il cap totale. Oltre al Cheat Shop per massimizzare il farm sarà necessario padroneggiare al massimo l’Auto Battle, funzione aggiunta in questo capitolo in grado di automatizzare le battaglie in modo che venga tutto lasciato alla IA. Nel corso della nostra recensione abbiamo lasciato qualche ora il gioco a concludere i livelli in maniera automatica farmando nell’Item World (un posto dove poter livellare il nostro equipaggiamento) e siamo stati molto soddisfatti di quanto visto; tra l’altro è anche possibile impostare una sorta di comportamento – stile gambit di Final Fantasy XII – in modo da automatizzare il più possibile il combattimento coerentemente con migliaia di situazioni che si possono incontrare.

Una scelta discutibile

Disgaea nei tempi si è sempre contraddistinto per la volontà di rimanere ancorato allo stile 2D, senza mai cedere alla tentazione di un qualcosa di più “moderno”. Con Disgaea 6 l’approccio è stato invece totalmente modificato e la volontà di NIS è stata quella di modernizzare l’intero stile poligonale, proponendo modelli in 3D che, però, risultano largamente discutibili. Infatti seppur il design possa sembrare decente, anche se non ottimo, l’intera realizzazione tecnica è carente con vari cali di definizione e con i filtri anti-aliasing ampiamente imprecisi, mostrando tutti i limiti degli sviluppatori e della console stessa, che va a pesare anche sull’esperienza generale, nonostante le varie impostazioni presenti. Infatti NIS ha deciso di piazzare ben tre tipologie di preset grafici: la Graphic Mode, che aumenta la risoluzione a scapito degli FPS che non riescono ad arrivare a 30 in nessuna situazione, la Performance Mode, che invece a scapito di un netto calo di risoluzione prova a puntare ai 60 fps senza riuscici, e infine la Balance Mode, che offre l’ottimo compromesso tra risoluzione e framerate anche se lontano da qualsiasi risultato che possa definirsi decente.

In definitiva, Disgaea 6: Defiance of Destiny è un prodotto che ai fan della serie può sicuramente interessare ed essere meritevole di acquisto, a patto che vengano sistemati i problemi tecnici che possono limitare e di molto l’esperienza. Purtroppo, oltre al lato tecnico, anche quello narrativo ha qualche problema, seppur limitato alla mancanza di mordente nella prima metà, soprattutto in memoria del precedente capitolo che ha fatto innamorare milioni di fan a questa serie. Ci saremmo aspettati di più visto il passato, ma i fan non rimarranno minimamente delusi da questo Disgaea 6, mentre invece chi cerca qualcosa di diverso da giocare in questo periodo può sicuramente volgersi verso altri lidi.

Good

Storia interessante…
Modifiche al gameplay che aiutano il farming
Le solite meccaniche ben rodate

Bad

… anche se ci mette troppo a ingranare
Tecnicamente da rimandare
7.5
"PRETTY GOOD"

Sviluppatore: Nippon Ichi Software
Distributore: NIS America
Data di uscita: 29 giugno 2021
Genere: RPG Strategico
PEGI: 12
Piattaforme: PlayStation 4, Nintendo Switch

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