Death end re;Quest 2

Death end re;Quest 2 rende onore alle tradizioni e supera il capitolo precedente

Pubblicato il 7 Settembre 2020 alle ore 11:00
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di Peppe090
@Peppe090

Circa un anno e mezzo fa debuttavo su Tribe Games con la mia prima recensione, una che non era previsto dovessi fare, ma ho risposto sì alla chiamata. Quel gioco oggetto della recensione si rivelò una bellissima sorpresa non solo per me, ma anche per la critica in generale. Il titolo di cui parlo è Death end re;Quest, particolare JRPG a tinte horror realizzato da Compile Heart e che ha riscosso un successo tale da garantirgli un sequel. Eccomi quindi nuovamente a parlare di questa serie con Death end re;Quest 2, uscito lo scorso 18 agosto su PC tramite Steam e arrivato su PS4 pochi giorni fa, il 28 agosto.
La prima domanda che ci si pone quando si gioca un sequel di un titolo apprezzato è sicuramente “Sarà all’altezza del suo predecessore?” e ovviamente me la sono posta anche io poco prima di addentrarmi nuovamente nelle atmosfere da incubo del gioco; lecito avere dubbi anche se solitamente Compile Heart è nota per realizzare sequel migliori del capitolo precedente, lo abbiamo visto con Hyperdimension Neptunia (per quanto riguarda la serie principale di RPG), ma se volete sapere la risposta alla domanda posta sopra, non vi resta che leggere la recensione del titolo.

Reale e virtuale insieme danno vita a un nuovo orrore

Se avete giocato il primo Death end re;Quest o avete letto la recensione (e se non avete fatto una o entrambe le cose, vedete di rimediare), dovete sapere che il primo capitolo vedeva la protagonista bloccata all’interno di un RPG intenta a cercare un modo per uscirne; Death end re;Quest 2 è invece ambientato completamente nel mondo reale, per la precisione il mondo si basa sul True End del primo capitolo, che vedeva la fusione di mondo reale e virtuale, cosa che, come in questo sequel avremo modo di scoprire da subito, non si rivela essere positiva.
Protagonista della storia è Mai, che finisce nell’orfanotrofio della città Le Choara. Fin da subito è chiaro come in questa cittadina ci sia qualcosa di strano, controllata praticamente in tutti gli aspetti dalla chiesa e col divieto di uscire dopo la mezzanotte. Le cose non vanno meglio del dormitorio dove vive la ragazza, dove si trovano altre ragazze che hanno vissuto situazioni difficili, alcune veramente molto pesanti come la stessa Mai. In momenti come questo si vede la natura “atipica” di Death end re;Quest, con una storia oscura e a tratti anche violenta; dico atipica perché situazioni del genere non si vedono spesso in un JRPG e Compile Heart ha avuto la buona idea di continuare con questo tipo di narrazione, scelta che si rivela vincente.
Come detto, Le Choara nasconde molti misteri e Mai, insieme alle sue nuove amiche Rotten “Rottie” Dollheart e Liliana Pinnata, prenderà la decisione di uscire di notte per scoprire cosa succede realmente nella cittadina. Quello che le aspetta sarà un orrore mai vissuto prima, con il mondo virtuale che influenza quello reale e vede l’apparizione di creature mostruose.
Se nel primo capitolo avevamo Shiina nel mondo virtuale e Arata in quello reale che cercavano di venire a capo della situazione, in questo sequel le cose sono sostanzialmente diverse, ma si tratta sempre di un gioco che strizza l’occhio al genere horror, con i tipici bad end cruenti in cui incapperemo se facciamo una scelta sbagliata.
Compile Heart è riuscita quindi a riproporre alcuni elementi della storia originale, mettendoci molto di nuovo e senza snaturare quello che hanno contribuito al successo di questa serie, anzi, Death end re;Quest 2 è decisamente più interessante e superiore a livello narrativo rispetto al suo prequel. Fare i complimenti a sviluppatori e sceneggiatori è d’obbligo.

Come ti miglioro il sequel

Come gioco, Death end re;Quest 2 di base è strutturato come il prequel: una parte visual novel e l’altra RPG a turni. La differenza sta che laddove nel primo capitolo la parte visual novel era sviluppata nel mondo reale e quella RPG in quello virtuale, in questo sequel avviene tutto nell’arco di un singolo giorno. La mattina è la parte dedicata all’elemento visual novel, con il giocatore che nei panni di Mai potrà assistere a vari eventi legati alla storia principale e approfondire la conoscenza del cast principale, che vede anche il ritorno dei personaggi del primo capitolo giunti a Le Choara per un motivo; la notte invece è dedicata al gameplay puro da RPG, con il giocatore che può esplorare le varie mappe di gioco e ovviamente ingaggiare battaglie con i mostri che infestano il luogo.
Proprio per quello che riguarda le battaglie, il gioco propone nuovamente il Tri-Act system, particolare sistema di combattimento dove il giocatore può scegliere fino a tre azioni da compiere, per dare vita ad una sorta di combo, il tutto spostandosi liberamente per l’area di battaglia circondata dai Cursed Bugs; questi funzionano allo stesso modo dei Field Bugs del primo capitolo, ovvero passando sopra quelli blu otterremo buff vari, mentre quello rossi debuff ed eventuali danni. I Cursed Bugs, inoltre, contribuiscono a riempire in fretta una barra in dotazione a tutti i personaggi che raggiunto un certo livello di permettono di attivare la trasformazione che potenzia il personaggio che stiamo utilizzando e gli permette l’uso della sua skill più potente, la Glitch Skill. Anche il modo di apprendere le skill resta invariato, ovvero realizzando determinate combo usando le versioni pi deboli di una skill al fine di sbloccare di volta in volta quella più potente. In parole povere, Compile Heart ha lasciato intatto l’ottimo battle system del gioco, senza stravolgerlo o portando grossi cambiamenti, per la serie “squadra che vince non si cambia”.
Una novità del gioco, però, è la presenza di nemici particolari, le Dark Shadows, esseri grotteschi che non possono essere sconfitti in alcun modo e il solo essere toccati da loro durante l’esplorazione della mappa porta al game over. Quando questi nemici fanno la loro apparizione quello che possiamo fare è scappare, facendo intanto attenzione ai normali nemici che infestano la zona. La presenza di un nemico invincibile mantiene alta la tensione, “limitando” la nostra voglia di fare tutto con calma, proprio come se stessimo giocando ad un horror alle prese con un mostro che non ci da tregua.
Insomma, Compile Heart ha mischiato un po’ le carte in tavola e, come detto qualche riga sopra, non ha voluto stravolgere tutto e anche dal lato giocato il giudizio è che il gioco sia superiore al suo predecessore. 

Gioco nuovo, vecchi difetti

Finora non ho fatto altro che dire che, in generale, Death end re;Quest 2 è migliore del primo capitolo, ma si può dire lo stesso dal punto di vista tecnico? “Ni”.
Il titolo soffre degli stessi difetti visti nel prequel, ovvero un comparto tecnicamente arretrato e qualche calo di FPS qua e là (giocato su PS4 Pro). C’è inoltre la questione “censure” che poi non è tale, in quanto il design delle trasformazioni del cast del primo capitolo è diverso, una scelta che appare piuttosto logica, dato che il cambio di design di un personaggio che appare in più giochi di una stessa serie è la normalità, ma, complice un certo astio della rete, Idea Factory International ha cavalcato questa onda per incrementare le vendite della versione PC promettendo il design originale esclusivo nella versione Steam. Non a caso su PC, che si tratta di un semplice porting, l’uscita è stata anticipata di 10 giorni rispetto alla versione PS4 che è quella realizzata dallo sviluppatore originale. Fatta questa piccola e doverosa puntualizzazione sulla questione, a livello di ambientazioni il gioco è decisamente diverso rispetto al passato e va bene così, Le Choara è un luogo cupo e spaventoso ed è giusto che le mappe a disposizione rispecchino questo aspetto, se il primo Death end re;Quest soffriva dal punto di vista del level design, il seguito rimedia a questo difetto proprio grazie alla sua atmosfera.
Nota negativa per la colonna sonora, anonima come nel prequel, e per il doppiaggio inglese, veramente brutto
 e forse uno dei peggiori fatti da Idea Factory International, cosa che possiamo comprendere visto che la compagnia ha dovuto lavorare al gioco in questo sfortunato 2020 devastato dalla pandemia di Covid-19 e che ha ovviamente colpito e messo in difficoltà anche l’industria videoludica. Fortunatamente c’è l’audio originale in giapponese, che consiglio fortemente per una maggiore immersione nel gioco.

Death end re;Quest 2 è un sequel migliore del primo capitolo

Detto più volte e questa sarà l’ultima in quanto siamo giunti alla fine di questa recensione. Ancora una volta Compile Heart realizza un sequel superiore al capitolo precedente e soprattutto una solidissima esperienza videoludica. Death end re;Quest 2 ha un posto tutto suo nel genere che nessuno potrà togliergli, a meno che non verrà realizzato un eventuale sequel, magari su PS5? Solo il tempo lo dirà, ma per adesso accontentiamoci di questo titolo, un JRPG davvero bello e particolare che merita più attenzione da parte del pubblico.

Good

Storia cupa e appagante
Atmosfera ancora più horror
Tri-Act system
In generale meglio del suo predecessore

Bad

Stessi difetti tecnici visti nel primo capitolo
Soffre di un po' di ripetitività
7.8
"PRETTY GOOD"

Sviluppatore: Compile Heart
Distributore: Idea Factory International, Reef Entertainment
Data di uscita: 18 agosto 2020 (PC), 24 agosto 2020 (PS4)
Genere: JRPG, Horror
PEGI: 16
Piattaforme: PlayStation 4, PC

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