Batman: Arkham Knight

Squadra che vince non si cambia

Pubblicato il 8 Maggio 2015 alle ore 12:00
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Dopo l’inusuale sortita con “Batman: Arkham Origins” di Splash Damage, Rocksteady riprende il timone della saga cominciata nel lontano 2009 del famoso personaggio della DC; nel terzo capitolo (uno spin-off sulle origini del cavaliere oscuro) si è vista la mano meno esperta ma, comunque, convincente della software assoldata da Warner Bros, capace di sfornare un titolo piacevole (seppur non perfetto sotto il profilo dei bug di alcune missioni, risolti tempestivamente nel giro di poche settimane) con alcuni innesti innovativi nelle meccaniche di gioco: non dovremmo aver dubbi sulla bontà del prodotto, visti i precedenti…

La chiusura di una trilogia allargata

Per chi ha seguito le vicende del giustiziere di Gotham, si ritroverà catapultato nelle dirette conseguenze di quel che è stato l’esperimento “Arkham City” del secondo capitolo della saga: Joker, il nemico più agguerrito di Batman, è morto. Questo ha permesso ad altri criminali noti di potersi spartire la sua fetta di potere nella città di Gotham; fra tutti, lo Spaventapasseri (psicologo e neurochimico, affascinato dal concetto di “paura” e famoso per le sue tossine allucinogene dedite a quest’aspetto), previo “mini-attentato” ad una caffetteria con una nuova sostanza, ha minacciato l’intera cittadina con una arma chimica capace di mandare tutto nel caos. Ogni edificio viene fatto sgombrare, ogni civile (o quasi) viene portato al di fuori dei confini urbani per diminuire il numero delle potenziali vittime al minimo; toccherà all’alter ego di Bruce Wayne trovare una soluzione al disordine dilagante, fatta di altre realtà (Due-Facce, Pinguino e altri che si approfittano della situazione per avvantaggiarsene crudelmente) che proveranno a mettergli i proverbiali bastoni fra le ruote.
La situazione sembrerebbe esser critica più del dovuto; ma non nuova per il cavaliere oscuro… siate pronti, però, a fare sacrifici che mai vi sareste aspettati. Siete votati ad un bene più grande, d’altronde.

“Così è morto Batman…”

Il motore utilizzato da Rocksteady è il sempiterno Unreal Engine 3, lo stesso utilizzato nel 2009 per il primo “Arkham Asylum”: se per le console di nuova generazione è stata una scelta abbastanza pratica, utilizzando una nuova e “potenziata” versione del vetusto motore [2004 NdR], nel caso della versione PC (porting fatto dai 12 ragazzi di Iron Galaxy Studios) ci troviamo di fronte ad un caso assolutamente diverso. Rispetto alla versione Ps4, abbiamo meno effetti grafici (occlusione ambientale ed effetto della pioggia sulla tuta di Batman), un frame rate bloccato a 30fps (sbloccabile soltanto tramite modifica di file “.ini” delle impostazioni di gioco) e cali di fluidità con quasi ogni impostazione o piattaforma venga utilizzata.
Un gran peccato dettato dalla fretta?

Qualunque sia la risposta, sembra quantomeno discutibile che macchine di nuova generazione, decine di volte più potenti rispetto a quelle che erano l’apice per far girare Arkham Asylum senza batter ciglio, non riescano a gestire tutte le caratteristiche di un motore grafico vetusto e di ben 2 generazioni di console fa: una situazione così grave ed universalmente riconosciuta dagli utenti (soprattutto su Steam, dove sono state registrate oltre i 2/3 di recensioni negative) che ha costretto Warner Bros a correre ai ripari, ritirando la versione PC e mettendo al lavoro un gruppo di programmatori altamente specializzato di Rocksteady ed Nvidia per sistemare le problematiche nel minor tempo possibile. Fatta questa premessa, con l’augurio che tutto venga risolto, la veste grafica di “Batman: Arkham Knight” si presenta funzionale e rispecchiante gli altri capitoli della saga: si noterà qualche particolare in più su alcuni effetti particellari, alcuni filtri più convincenti ed una buona resa della Bat-Mobile (una via di mezzo tra la versione cinematografica di Nolan e la prossima incarnazione di Ben Affleck) faranno piacere agli affezionati della saga e daranno un buon impatto ai “nuovi arrivati” che non hanno giocato ai precedenti capitoli. Sono state anche aggiunte alcune animazioni per le scene di combattimento, rese ancora più fluide e spettacolari nella loro esecuzione; godibili gli effetti di rallentamento della scena, spesso utilizzati durante l’eliminazione dell’ultimo nemico.
L’effetto pioggia merita un discorso a parte: è vero che l’evento atmosferico dona un aspetto molto più cupo e decadente a Gotham; ma sembra dare l’impressione di nascondere alcuni dettagli che, vista l’età dell’Unreal Engine 3, forse avrebbe fatto sfigurare il titolo di Rocksteady al confronto con titoli recenti. Rimane assai azzeccato come scelta artistica, visto che “Batman: Arkham Knight” è l’ultimo capitolo della saga: è un tocco di tristezza che, più avanti, si avrà modo di comprendere appieno.

Lode di merito ai caricamenti: praticamente inesistenti ad ogni cambio di zona e ridotti all’osso solo al momento della morte.

Una chiara e velata ispirazione a Zimmer

Il reparto audio del titolo sembra ispirarsi chiaramente ai capitoli cinematografici di Nolan (scritti proprio da Hans Zimmer, come anticipato dal titolo) con melodie orecchiabili, facili da ricordare e risaltanti le sfumature oscure delle gesta del nostro eroe. Gli effetti sonori (auto e nuovi gadget esclusi per ovvie ragioni) sono praticamente gli stessi che accompagnano gli appassionati della trilogia dal lontano 2009: preparatevi a riconoscere il peculiare suono del rampino, del batarang e di ossa rotte degli scagnozzi che malmenerete impunemente.

Un vecchio amico…

La sensazione che avranno gli estimatori della saga sarà quella che si ha nel parlare con un vecchio amico, dopo tanti anni a non vedersi per varie vicissitudini: come se nulla fosse successo. Si saprà quando reagire con contrattacchi ben assestati, ci sarà familiarità con alcune movenze durante le missioni furtive e tutti gli utili attrezzi che il nostro eroe riuscirà a portar (a volte inspiegabilmente, visto l’esiguo spazio) con sé nella sua bat-cintura.
Novità rilevante del gioco, accennata con un mero cameo nel primo capitolo, è la presenza della bat-mobile: armata di tutto punto, ci permetterà non solo di percorrere le strade semideserte di Gotham in poco tempo (soprattutto grazie ai post-bruciatori, classico dei film di Burton); ma anche di avere una tipologia di missioni che ci faranno staccare un po’ dai soliti pestaggi (comunque molto divertenti) del giustiziere. Purtroppo, la versione provata (PC) soffre di alcuni difetti che limitano l’esperienza di gioco: capita non di rado di trovare nemici (obbligatori da eliminare ai fini della missione) fuori da un’area che non è possibile abbandonare (con conseguente fallimento e reinizio del tutto); la bat-mobile va inspiegabilmente lenta durante le missioni di inseguimento, rendendole particolarmente ostiche e frustranti. Tutte queste pecche rendono il gioco (che qualitativamente ha poco o nulla da invidiare ai precedenti capitoli) non particolarmente piacevole, costringendo il giocatore a ricominciare da capo missioni già di loro nient’affatto facili e/o molto impegnative.

Altro aspetto di minore rilevanza ma comunque notabile è la spropositata presenza di trofei dell’enigmista da trovare (oltre 240) che, uniti alla grandezza della mappa, possono far diventare l’esperienza videoludica un po’ ripetitiva per i “perfezionisti”.

Al di là dei difetti sopraccitati, il titolo rispecchia tutte le aspettative (o quasi) dei precedenti capitoli: preparatevi a menar le mani e a compiere gesta epiche come solo Batman può.

La Gotham più grande che abbiate mai visto

I ragazzi di Rocksteady hanno deciso di far le cose in grande (in tutti i sensi): le dimensioni della mappa, soprattutto tenendo conto del genere, è veramente grande rispetto ai capitoli precedenti (circa 5 volte rispetto ad Arkham City); questo permette di fornire una interessante componente di esplorazione su più livelli. Ad esempio, sarà possibile esplorare tutte le zone urbane con la nostra auto o sorvolarla tramite la famosa azione “propulsione a rampino più planata” e ritrovarsi in zone completamente diverse: preparatevi ad impiegar molto tempo per la ricerca di tutti i segreti. A tal proposito: le ore in cui Arkham Knight vi terrà occupati saranno circa 10/12 ore per la storia principale; i più arditi e perfezionisti, con le varie sfide sbloccabili durante l’avventura, si dovranno preparare ad almeno altre 15/20 ore in più.
Leggermente più facile rispetto ai capitoli precedenti.

La fine di una lunga notte

“Batman: Arkham Knight” è un titolo che riprende a piene mani da tutti i suoi predecessori: stesso sistema di combattimento (con i dovuti miglioramenti e gadget nuovi), stesso sistema di esplorazione con la pregevole aggiunta della bat-mobile e stessa varietà di missioni, introdotte in maniera abbastanza credibile all’interno di tutto il contesto narrativo. Purtroppo, anche il reparto tecnico è praticamente identico ai precedenti capitoli: l’Unreal Engine 3 è diventato, ormai, un limite per gli effetti utilizzabili; inoltre, la versione provata in redazione soffre di cali di fluidità assolutamente ingiustificati, limite di frame a 30fps e bug sistematici (riscontrati sia in sede nostra che da molti altri utenti amareggiati) che rendono il gioco frustrante in certe fasi molto impegnative e concitate. La conseguenza logica è stata di ritirare il gioco dalle vendite: un caso assai inusuale e che lascia una delusione nei confronti dell’utenza computer [pare, infatti, che su console ci siano molti meno problemi. NdR]; con la speranza che venga sistemato al più presto, è affermabile che il gioco sia narrativamente avvincente e solido nei reparti che hanno reso famoso i precedenti capitoli. Una piccola nota andrebbe solo indirizzata alla varietà: le parti di investigazione usate nel prequel “Arkham Origins” andavano, a nostro onesto parere, inserite in maggior numero in questo capitolo per assicurare un equilibrio migliore per la varietà.

Tirando le somme, “Batman: Arkham Knight” è un titolo che farà contenti (non appena sistemati tutti quanti i problemi sopraccitati con le dovute patch) tutti gli appassionati della saga e ancor di più i fan delle storie del cavaliere oscuro; al momento attuale, purtroppo, viste le ingiustificate pretese tecniche del titolo non di certo dovute al motore grafico utilizzato, è consigliata l’attesa (a meno che non si sia degli “smanettoni” e non si abbia una macchina molto performante con molta RAM) verso tempi migliori, quando il gioco verrà (si spera senza problemi) rimesso in vendita su Steam.

Un titolo che avrebbe potuto prendere agilmente un 8 e mezzo; invece…

[ La versione da me provata, su Ps4, è la migliore e più stabile sul mercato e personalmente, il voto per la console Sony è 9.

NdR. Paolino Maisto ]

Good

E' Batman
L'aggiunta della Batmobile da corposità ad un gameplay rodato
Reparto narrativo solido
Un Unreal Engine 3 tirato a lucido per l'ultimo capitolo
Mappa molto ampia
Missioni secondarie inserite con coerenza nella trama

Bad

Comparto tecnico che, nonostante gli sforzi, risente nel tempo
Leggera involuzione, rispetto ad Arkham Origin, sulla varietà delle missioni
Bug tecnici e di programmazione che rendono l'esperienza di gioco snervante
Nessuna grossissima novità del genere
Leggermente più facile nella media dei capitoli precedenti
7.5
"PRETTY GOOD"

Sviluppatore: Rocksteady Studios
Distributore: Warner Bros. Interactive Entertainment
Data di uscita: 23 giugno 2015
Genere: Azione, Avventura
PEGI: 16
Piattaforme: Playstation 4, Xbox One, PC

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