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Nioh: cosa vogliamo vedere nel terzo capitolo

Pubblicato il 20 Aprile 2020 alle ore 10:00
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di Peppe090
@Peppe090

Di Nioh e del suo sequel vi abbiamo parlato tanto nelle ultime settimane, del resto il titolo di Koei Tecmo e Sony ha così tanto da offrire che limitarsi alla sola e classica recensione sarebbe stato troppo poco. Dopo aver vissuto le avventure di William e un personaggio creato da noi in Nioh 2 che si è rivelato essere un prequel, viene lecito chiedersi se vedremo mai un terzo capitolo della serie, cosa più che possibile considerati il successo e le vendite ottenute, ma è anche vero che il rischio di minestra riscaldata è dietro l’angolo, quindi non sarebbe male se con l’arrivo di PS5 gli sviluppatori osassero qualcosa di più non solo dal punto di vista del gameplay, ma anche di level design.

Oggi voglio esplorare con voi alcune teorie su come Nioh 3 potrebbe essere, in modo da non risultare lo stesso gioco e soprattutto sfruttare un eventuale hardware più potente.

Dire addio agli stage e dare il benvenuto ad una struttura più libera

Uno dei pochi “difetti” di Nioh è la natura lineare dei suoi stage. In un setting come quello del Giappone feudale, che ha come contorno la cultura degli yokai e della mitologia giapponese in generale, limitarsi a singole ambientazioni sapendo cosa potenzialmente avrebbe da offrire il titolo dal punto di vista di level design è un gran peccato, ma in occasione di un terzo capitolo su console next le cose potrebbero cambiare, anche perché Koei Tecmo ha già esperienza nella creazione di mondi vasti e liberamente esplorabili.
Per distinguersi davvero dai suoi predecessori, un possibile Nioh 3 dovrebbe abbandonare la struttura a stage e abbracciare quella di semi-open world o open world vero e la cosa funzionerebbe in entrambi i casi. Dynasty Warriors 9 è il primo capitolo della serie ad essere interamente open world, abbandonando proprio la struttura a livelli dei vecchi capitoli, e si tratta di un gioco con una mappa sconfinata; basti pensare che per andare da un capo all’altro della Cina del gioco occorrono circa 30 minuti reali a cavallo, figuriamoci quindi quanto ci vorrebbe a piedi. Adesso immaginate di poter fare lo stesso su Nioh, magari proprio con una cavalcatura che diminuisce i tempi, con una parte di Giappone interamente esplorabile nelle sue meraviglie alla scoperta di luoghi nascosti e nuovi.
Non vi piace l’idea di un Nioh completamente open-world? In questo caso l’alternativa sarebbe realizzare un titolo stile Toukiden 2, dove abbiamo una “città principale” che farebbe da hub principale con negozi di vario tipo, NPC e possibilità di scegliere le missioni, principali o storia, per poi partire all’esplorazioni di tantissimi luoghi, collegati tra di loro da punti che fanno sia da checkpoint che viaggio rapido. Tutte cose viste nel recente Sekiro di From Software, titolo che restando fedele alla sua natura di “Souls-Like” ha saputo distinguersi proprio per aver inserito un mondo di gioco interamente esplorabile e pieno di segreti senza essere open-world.
Insomma, non c’è motivo che Nioh 3 debba essere la solita minestra riscaldata anche in considerazione del fatto che Koei Tecmo ha già avuto a che fare con mondi di gioco di grandi dimensioni. 

Rendere il sistema di combattimento più realistico

La sfida senza dubbio più difficile per un ulteriore sequel di successo sarebbe senza dubbio un cambiamento nei combattimenti, punto di forza dei primi due capitoli, ma troppo simili tra loro. Una buona idea sarebbe quella di rendere i combattimenti più realistici dove possibile. Siamo dei samurai, guerrieri esperti che con una mossa possono eliminare l’avversario, quindi perché non introdurre colpi specifici, magari contrattacchi fatti apposta che si sono già presenti, ma incidono poco sull’andamento di un combattimento con un nemico più forte del normale. L’idea sarebbe proprio di ispirarsi a Sekiro, dove parate, contrattacchi e spade incrociate sono all’ordine del giorno sia contro nemici normali che boss. Copiare quindi? No, ma prendere ispirazione non è un crimine e può aiutare. A livello di armi c’è poco da migliorare vista la varietà, ma si potrebbe introdurre un sistema di combo per rendere l’azione più frenetica e stimolante per il giocatore che piuttosto che limitarsi ad usare le sue armi preferite e basta, imparerebbe anche a usare mosse di vario genere.

Un Nioh 3 con duelli intensi a fil di spada sarebbe fantastico. 

Ultimo ma non per importanza gli Spiriti Guardiani. Nel primo capitolo si fondevano con la spada, nel secondo con il nostro personaggio; una bella idea sarebbe quella di evocare realmente i nostri spiriti in modo da affiancarci in battaglia per un tempo limitato, magari con tanto di mosse combinate tra il protagonista e lo spirito e perché anche controllabili sempre per un breve periodo, oppure no. Le idee per migliorare o cambiare il gameplay di Nioh sono davvero tante e tenendo a mente le potenzialità che la next gen porterà riproporre le stesse meccaniche una terza rischia di stufare sia critica che giocatori; certo, dal punto di vista di investimento e guadagni si andrebbe sul sicuro, ma perché non rischiare e osare a fare qualcosa di più?

Chissà, magari KT deciderà di non cambiare nulla o forse prenderà in considerazione qualche mio suggerimento a seguito di un miracolo che gli farà leggere queste righe.

La cosa certa è che vogliamo Nioh 3.

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