Onimusha 2: Samurai’s Destiny Remaster

Il destino di un Samurai è quello di sopravvivere al tempo

Pubblicato il 18 Giugno 2025 alle ore 11:58
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A oltre vent’anni dalla sua uscita originale, Onimusha 2: Samurai’s Destiny torna in una remaster che non vuole rivoluzionare, ma si propone come una vera e propria operazione di recupero. Capcom si limita all’essenziale: aggiornamento grafico in alta definizione, frame rate a 60 FPS, doppiaggio giapponese finalmente disponibile e piccoli aggiustamenti alla difficoltà e alla gestione dei controlli. Nulla che stravolga l’esperienza, ma abbastanza per consentire al titolo di riaffacciarsi con una certa dignità nel panorama attuale, rivolgendosi sia ai giocatori amanti della saga che ai neofiti curiosi di riscoprire un pezzo di storia del videogioco giapponese.

Pur non godendo della fama del suo predecessore [né tantomeno dell’amore incondizionato riservato al terzo capitolo N.d.R.], Samurai’s Destiny rappresenta un passaggio interessante per la serie. Da un lato ne consolida i tratti distintivi, come l’ambientazione storica arricchita da elementi soprannaturali, i combattimenti all’arma bianca e l’atmosfera carica di tensione; dall’altro, introduce alcune sperimentazioni narrative e strutturali che, pur non sempre centrate, restituiscono al gioco una propria essenza.

L'infinita lotta tra bene e male

La trama ci mette nei panni di Jubei Yagyu, guerriero alla ricerca di vendetta dopo aver trovato il proprio villaggio distrutto dalle forze di Oda Nobunaga, risorto in forma demoniaca per estendere il proprio dominio sul Giappone. Il protagonista si troverà coinvolto nella raccolta di cinque globi sacri e in una missione che intreccia lotta personale e scontro cosmico, in perfetto stile Capcom dei primi anni 2000. Il tono però, resta in perfetta linea Onimusha e non si prende troppo sul serio, affiancando a parti epiche delle scene e dei personaggi dai toni caricaturali. Questo dualismo oggi risulta ancora più evidente, specie con il pessimo doppiaggio inglese originale, fortunatamente sostituibile con la più convincente traccia giapponese.

Ciò che distingue davvero la narrazione è l’introduzione di una meccanica basata sul sistema dei doni: donando oggetti specifici a determinati comprimari, Jubei può stringere legami più o meno profondi che influenzano la progressione della storia e la composizione del party nei momenti cruciali. Un’idea interessante, questa, che aumenta la rigiocabilità e aggiunge del brio alle scelte narrative, sebbene sia penalizzata da un sistema di raccolta delle risorse (le pepite d’oro) che, nella versione originale, risultava eccessivamente pesante. La remaster interviene con una correzione ottimale, aumentando la quantità di ricompense ottenibili che migliorano la scorrevolezza della progressione.

Ha le capacità, ma non si applica

Sul fronte del gameplay, Onimusha 2 mantiene il suo fascino. Il cuore del gioco resta lo stesso: combattimenti rapidi, ma tecnici, incentrati sull’uso di spade ed energie magiche, con la possibilità di eseguire attacchi critici a tempo e trasformarsi temporaneamente in Onimusha per ottenere vantaggi decisivi. La novità più apprezzabile della remaster è l’introduzione del movimento a 360°, che riduce la rigidità del gioco originale e restituisce maggiore libertà nei combattimenti e nell’esplorazione. Non si tratta di una rivoluzione, ma di un miglioramento concreto, che rende l’esperienza molto più reattiva e meno ancorata ai limiti strutturali del passato.

Il sistema di combattimento, nonostante i miglioramenti, mantiene la legnosità dell’esperienza originale ormai figlia del suo tempo. Trattandosi di una remaster, Capcom non ha lavorato eccessivamente sul modernizzare il prodotto, aggiungendo solo qua e là un pizzico di novità, così da rendere giocabile anche oggi un titolo di quasi 23 anni fa. Eppure non tutto è da buttare, visto che il sistema di parata continua a mettere alla prova i giocatori più tecnici, soprattutto in funzione della nuova difficoltà “Hell”. Qui Jubei dovrà affrontare le pene dell’inferno e morirà con un singolo colpo, facendo la felicità di tutti i pro player più hardcore.

L’esplorazione resta fortemente vincolata alla struttura a schermate fisse e agli enigmi ambientali piuttosto basilari, ma il semplice level design riesce a mantenere un buon ritmo grazie alla varietà delle ambientazioni e alla durata contenuta del titolo, che si fissa intorno alle 10-12 ore. Non mancano minigiochi e contenuti extra, utili a prolungare la longevità senza mai diluire troppo il focus principale.

23 anni dopo...

Sul piano tecnico, Capcom opta per un approccio conservativo. L’upscaling delle texture, la pulizia dell’immagine e l’aumento del frame rate rendono l’esperienza visivamente più gradevole, ma è evidente che non si tratta di un rifacimento profondo. Le animazioni rimangono rigide, i modelli poligonali fanno sentire tutta l’età del progetto e le cutscene pre-renderizzate soffrono del passaggio in alta definizione. Tuttavia, l’impatto visivo è accettabile, merito soprattutto di una direzione artistica capace di restituire ancora oggi un’atmosfera suggestiva.

La remaster si comporta egregiamente anche su Steam Deck, dove il gioco gira stabilmente a 40 FPS, rendendolo ideale per una fruizione portatile. In questo contesto, l’esperienza acquisisce un ulteriore livello di godibilità, complice la natura compatta dell’avventura e l’efficacia del combat system anche su schermi più piccoli.

Conclusioni

Onimusha 2: Samurai’s Destiny Remaster non è un progetto ambizioso, né ha la pretesa di riscrivere la storia. Capcom sceglie di non tradire l’identità dell’opera originale, limitandosi ad ammodernarla quel tanto che basta per renderla fruibile e godibile nel contesto odierno. Il risultato è una rimasterizzazione coerente col suo prezzo di uscita. Nonostante alcune scelte narrative datate, l’esperienza rimane coinvolgente nel ritmo e a un combat system che, per quanto essenziale, sa ancora divertire. Una delle vere novità è l’introduzione del doppiaggio giapponese, che restituisce coerenza e dignità al capitolo.

In attesa – speriamo non vana – di un remake del terzo episodio, questa riedizione rappresenta una valida occasione per riscoprire un capitolo meno celebrato, ma tutt’altro che trascurabile. Non un capolavoro ritrovato, ma un tassello prezioso per comprendere l’evoluzione dell’action giapponese nel passaggio tra vecchia e nuova generazione.

Il codice ci è stato fornito per PC dal publisher.

Good

Buona remaster...
Gameplay ritoccato...
Adattato per tutte le piattaforme
Presenza del doppiaggio giapponese
Simpatici i nuovi minigiochi

Bad

... ma si poteva fare di più
... ma neanche troppo
Storia non delle più memorabili
7.9
"PRETTY GOOD"

Sviluppatore: CAPCOM
Distributore: CAPCOM
Data di uscita: 23 maggio 2025
Genere: Azione
PEGI: 16+
Piattaforme: PS4, Xbox One, Switch, PC

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