recensione

Hatred

Un titolo che ci prova e fallisce a suon di stereotipi

Pubblicato il 19 Giugno 2015 alle ore 9:18
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di Dario Bin
@DrioAkuma

Nel corso degli anni ci sono stati diversi giochi che hanno ricevuto una forte critica, specialmente dalla stampa generalista, per i contenuti estremamente violenti che, ovviamente, vengono resi capri espiatori per gravosi fatti di cronaca senza alcun nesso logico; ma che fanno comunque comodo.

Ricordiamo titoli come Carmageddon, Postal o Manhunt: questi 3 titoli hanno fatto parlare molto di sé per la loro carica di violenza. Anche se quest’ultima non era fine a sé stessa, rimase comunque un elemento di risalto (tanto da applicarne sopra delle censure come gli zombie al posto dei passanti, nel caso di Carmageddon).

In questi ultimi mesi c’è stato un titolo che ha fatto parlare di sé per la sua alta dose di violenza, così forte e spietata tanto da essere stato temporaneamente rimosso da Steam Greenlight per poi essere riammesso e trovarlo ora nello store di Steam (invece altri store online come GOG.com si sono categoricamente rifiutati di venderlo).
Stiamo parlando di Hatred, titolo indie sviluppato dal team di Destructive Creations, primo ad avere una così alta carica di violenza da essere il primo gioco su Steam a essere categorizzato come PEGI 18+ (o “adult only” sullo store americano).

Io odio tutti

Il protagonista di questo titolo non ha nome e non ha alcuna rilevanza (viene soprannominato “l’Antagonista”), l’unica cosa che si deve sapere è che lui odia indistintamente l’intera razza umana e non vede l’ora di portarsi con sé il maggior numero di loro all’inferno.
Tutto inizia con questo breve dialogo introduttivo dove esprime questo suo disgusto per l’intero genere umano mentre prepara il suo armamentario; una volta pronto esce di casa dirigendosi verso la fermata dell’autobus di fronte a casa sua e dare il via al massacro.

Se già l’inizio non è dei più originali, neanche il resto decolla; anzi, può essere un gradevole intrattenimento per la prima ora di gioco per poi decadere nella monotonia: se prima ci si impressiona per quanta crudeltà e cattiveria ci sia in questo titolo, dopo un po’ il tutto diventa altamente eccessivo, tanto da arrivare a provare solamente indifferenza in quel che si ha di fronte mentre si cerca di concludere i 7 capitoli che compongono il gioco. Si passerà dal piccolo quartiere di periferia alle fogne per poi arrivare in una zona portuale, salire su un treno, ecc… arrivando ad assalire una base militare e una centrale nucleare per il “gran finale”.

Si dia inizio al massacro

Hatred si presenta semplicemente come uno sparattutto in terza persona con telecamera isometrica dall’alto; si potranno equipaggiare ben 3 armi da fuoco (dalla semplice pistola passando a mitragliatori e lanciamissili) e 3 tipologia di armi esplosive (granata a frammentazione, molotov e accecante) da sfruttare al meglio per sterminare ogni persona che ci si parerà davanti.
Per passare tra un capitolo e l’altro della “storia” si dovranno uccidere un certo numero di bersagli, dai civili alle forze dell’ordine, con la possibilità di completare degli obbiettivi secondari in cui trovare un buon ammontare di civili per fare una bella carneficina di massa; queste missioni secondarie, se completate, permettono di ottenere una vita (quest’ultima ha una funzione di checkpoint); sotto all’hub delle armi vi sarà la barra della salute dell’Antagonista che, una volta scesa a zero per i troppi colpi subiti, farà scegliere se usufruire di una vita (facendolo rinascere nel punto in cui è stata ottenuta) o di ricominciare il livello dall’inizio (chiaramente se si è senza vite si ha solamente questa opzione).
Durante l’esplorazione (in cerca di potenziali vittime) si potranno trovare zone in cui recuperare scorte di armi, munizioni e giubbotti antiproiettile; questi saranno di grande aiuto per resistere maggiormente agli assalti delle forze dell’ordine che partiranno da semplici agenti fino ad arrivare alle forze S.W.A.T e militari.
Un buon aiuto per ridurre i danni è quella di rimanere chinati così da avere minori probabilità essere colpiti e una maggiore precisione di fuoco mentre si spara; è consigliato anche di chinarsi dietro le coperture ma con le dovute attenzioni dato che non resisteranno in eterno.

Non vi sarà una rigenerazione della salute e l’unico modo per recuperarla sono le “esecuzioni”, questo metodo in sé è solamente una mera giustificazione per dare un senso ad esse, altrimenti la presenza di questa funzione sarebbe senza un senso “logico” se non la sola perfidia. Per fare un’esecuzione si dovrà avvicinare alle vittime che, se non sono ancora morte per i colpi ricevuti, strisciano a terra cercando (inutilmente) pietà; bisognerà comunque cogliere in tempo l’occasione dato che, dopo un lasso di tempo, questi moriranno definitivamente. Il tutto può venire accompagnato da brevi riprese ravvicinate mentre si assiste all’esecuzione usufruendo dell’arma attualmente in uso, schiacciargli la testa con una pedata o estrarre un coltello per farlo soffrire ancora qualche istante.

Una delle poche note semi-positive per quanto riguarda il gameplay è quello dell’IA; le forze dell’ordine avranno momenti in cui si metteranno in fila indiana per farsi massacrare gratuitamente mentre in altri ambiti (chiaramente in base anche alla difficoltà di gioco) creeranno proprio delle tattiche d’assalto per eliminarvi.
Apprezzabile l’intelligenza dei civili, di base solo alla sua presenza vedendolo armato fuggiranno nel panico; ma alcuni di loro tenteranno (inutilmente) di reagire, infatti se troveranno un arma a terra o comunque nelle loro vicinanze cercheranno di raccoglierla per sparargli contro invece di rimanere solamente a correre, urlare e morire.

Tanta distruzione e poca interazione

Hatred è stato sviluppato usufruendo del motore grafico Unreal Engine 4 dimostrando alti e bassi.
Un buon lavoro è stato fatto nella distruttibilità, in gran parte, dell’ambiente circostante dimostrando chiaramente che non esiste alcun posto sicuro (ovviamente dipende dalla struttura del materiale e da quale arma si utilizza). Gli elementi esplosivi come bombole del gas o taniche di benzina saranno ben evidenziati, dato che saranno di un colore rosso accesso che risaltano tra le sfumature bianche e nere che compongono il principale aspetto estetico del gioco. Le esplosioni e gli effetti particellari che le accompagnano sono ben realizzati seppure l’effetto del fuoco in sé non risulta successivamente molto convincente; se la distruttibilità risulta in sé ben realizzata (tranne che per alcuni elementi strutturali) non si può dire la stessa cosa per l’interazione con l’ambiente stesso: Le porte possono essere sfondate con il calcio mentre le finestre più grandi si possono sfondare sparandogli contro o arrivando in rincorsa per entrare nella struttura; per il resto non vi è nulla di interagibile (tolti rari casi per gli obbiettivi di missione) e uno dei pochi disponibili sono alcuni mezzi.
Non si potranno guidare le auto situate nei parcheggi o nello stage (quelle si potranno solo distruggere); le uniche auto che si potranno guidare saranno quelle che arriveranno delle forze dell’ordine: dalle normali volanti della polizia fino ai corazzati S.W.A.T e al trasporto militare con il mitra di postazione. Sulla guidabilità: questa è minimale, legnosa e poco gestibile, tanto da trovarsi più volte incastrati tra due elementi ambientali con l’impossibilità di poterne uscire e diventare un perfetto bersaglio fermo finché l’auto non esplode.

Tecnicamente se la distruttibilità è di buona fattura, non si può dire la stessa cosa negli altri aspetti tecnici del titolo: il nostro Antagonista presenta dei movimenti particolarmente legnosi e il level desing del suo aspetto si presenta come tipico stereotipo del metallaro violento con giubbotto nero in pelle, anfibi, e capelli lunghi [NdR Anche se, tecnicamente, più che capelli in testa sembra gli siano state messe delle lasagne al nero di seppia.]

Per quanto riguarda l’ambiente circostante, all’apparenza sembra essere di discreta fattura dato che il fuoco delle esplosioni lo vivacizza dove il bianco e nero fanno da colore predominante nelle loro sfumature assieme al sangue, seguite da pochi elementi colorati come alcune insegne luminose o le luci della volante; ma durante le esecuzioni a telecamera ravvicinata si evidenzia come le texture siano state semplicemente applicate come carta da parati.
Il comparto sonoro accompagna gli stage con musiche lugubri e cupe che vengono, però, oscurate dagli spari, esplosioni, le urla delle persone che muoiono e le poche frasi citate dell’Antagonista; solo alla fine vi è un accompagnamento con un brano black/death metal; peccato che sia l’unico presente mentre scorrono i titoli di coda (ripresi come alla fine di un film d’azione).

Cosa abbiamo quindi?!

Dopo tutto quanto il discorso ci si domanda infine: ” Ma Hatred che cos’è?!”
Tutto e niente; all’apparenza sembra essere un titolo che voleva sconvolgere con la sua forte dose di violenza ma cercando comunque di lanciare una critica alla società; quello che invece si ha tra le mani è un agglomerato di luoghi comuni e stereotipi, dove quella che poteva essere una dimostrazione interattiva contro le multinazionali e la politica si riduce invece a un mero populismo di bassi concetti, che si sfoga in un concentrato di violenza fine a sé stessa talmente elevato da provare alla fine indifferenza e noia.

Hatred farà sicuramente parlare di sé; però vi è una differenza con i titoli che hanno lasciato un impronta nella critica sociale e giornalistica, perché essi proponevano comunque dei contenuti concreti; in questo caso non si potrà dire la stessa cosa.
Questo sarà soltanto un fuoco per attirare le falene rappresentate dalla stampa generalista (ignorante in materia) che coglierà l’occasione per dare la colpa di atti violenti ai videogiochi, anche quando non vi sarà un evidente nesso di causa.

Come si dice in questi casi: “oltre al danno, la beffa”.

Good

Tanta distruzione
Pirotecnico

Bad

Violenza fine a se stessa
Monotono
Prepariamoci alla disinformazione della stampa generalista
3.8
NO DAI NO!

Sviluppatore: Destructive Creations
Distributore: Destructive Creations
Data di uscita: 1 giugno 2015
Genere: Sparatutto
PEGI: 18
Piattaforme: PC

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