recensione

Desperados 3

Il ritorno dello strategico ambientato nel selvaggio West

Pubblicato il 10 Luglio 2020 alle ore 16:00
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Il nome Desperados non è sicuramente nuovo nel panorama videoludico, al contrario, è un titolo che si affaccia per la prima volta sul mercato nei primi anni 2000 con il primo capitolo della serie. Ambientato nel selvaggio West, Desperados ci porta a seguire per lo più le vicende di un individuo, John Cooper, famoso cacciatore di taglie e abile pistolero che, nei vari capitoli del gioco, sarà alle prese con diversi ricercati a cui dare la caccia. Già durante la Gamescom 2019 avevamo avuto modo di parlarvi di questo promettente titolo presentandovi un Hands Off che riguardava alcuni aspetti del gameplay; inoltre, in tempi più recenti, vi abbiamo mostrato un gameplay della prima ora e mezza di gioco, grazie ad una demo uscita poco prima del lancio ufficiale del gioco. Giunti ora al terzo capitolo della serie, dunque, non ci resta che tornare ad addentrarci nelle aride lande del vecchio West, per regolare conti in sospeso e dare la caccia a sfuggenti criminali.

Un salto nel passato

Desperados 3, a dispetto del suo nome, non è un seguito del secondo capitolo della serie, ma al contrario si tratta di un prequel del capostipite e, di conseguenza, ci vede nei panni di un inesperto John Cooper alle prese con un bandito molto particolare. Ambientato nel 1870, e per la precisione tra Colorado, Louisiana e Messico, gli eventi di Desperados 3 ci porteranno sulle tracce di Frank, un famoso bandito responsabile della morte di James Cooper, padre del nostro protagonista. Il nostro viaggio non sarà però una banale passeggiata nel bosco, e a complicarci le cose troveremo innumerevoli nemici ad ostacolarci. Per nostra fortuna troveremo anche un buon numero di alleati che decideranno, per una ragione o per un’altra, di prendere le nostre parti e combattere al nostro fianco. Assieme a questi improvvisati alleati però ci troveremo di fronte a situazioni decisamente inaspettate, motivo per cui finiremo con il doverci scontrare con una società losca, proteggeremo un ranch da un vero e proprio attacco e addirittura pianificheremo un assalto ad un ponte, giusto per citare alcuni esempi.

A dispetto di quanto si potrebbe pensare leggendo fin qui, in Desperados 3 la narrativa non occupa un ruolo centrale. Gli eventi sono narrati in alcuni momenti ben definiti nel gioco, quali dialoghi tra personaggi e schermate tra una missione e l’altra, ma non ci troveremo mai sommersi da tonnellate di storia ed avvenimenti; al contrario la storyline si limita a prenderci per mano ed accompagnarci attraverso le missioni, presentandoci la situazione e i nostri obiettivi. A fronte di ciò, non aspettatevi una trama sconvolgente e ricca di colpi di scena, ma piuttosto una storia lineare, ben costruita, senza mai eccellere o risaltare particolarmente. Certo, se siete suscettibili al fascino del vecchio West, sappiate che non potrete non rimanere catturati dall’ambientazione.

Commandos, ma nel vecchio west

Per chi di voi conosce questo datato titolo [E se così non fosse vi consigliamo di fare almeno una piccola ricerca per Commandos n.d.r.] il paragone verrà piuttosto naturale: Desperados è infatti un gioco molto particolare, di un genere che non vede molti esponenti. In tempi più recenti potrebbe venirvi in mente Shadow Tactics: Blades of the Shogun, e in effetti l’ispirazione non arriva a caso, dato che il team di sviluppo è il medesimo. Andiamo nel dettaglio e vediamo di cosa tratta il gameplay di Desperados 3.

Tanto per cominciare, il titolo è uno stealth game con forti componenti tattiche. Osservare l’ambiente, prendere nota di ogni dettaglio e solo infine agire, sono elementi fondamentali del gameplay di Desperados 3. Allo stesso tempo, però, non abbiate paura di sperimentare: il gioco permette di fare largamente uso di quick save e quick load, utilissimi strumenti che, nella maggior parte delle occasioni, ci permetteranno di saggiare la bontà delle nostre strategie senza paura di fare una frittata irreparabile. Al di là di questo, ogni scenario ci porrà di fronte a determinati obiettivi da portare a termine. Per avere successo avremo accesso a diverse strategie e persino diversi approcci. Il gioco infatti non ci limita a seguire un percorso lineare tracciato per noi dagli sviluppatori, ma al contrario ci propone un approccio abbastanza Sandbox, permettendoci persino di approcciare il gioco cercando di uccidere tutti i nostri avversari [Scelta a nostro modo di vedere impraticabile se giocate a livelli di difficoltà elevati n.d.r.]. Per padroneggiare il gameplay è però necessario fare qualche raccomandazione d’obbligo. Mettiamo subito in chiaro che Desperados 3 non è un gioco semplice, ogni situazione è fattibile, ma spesso e volentieri è necessario fare un lavoro di analisi certosino per trovare il metodo migliore, ed anche in questi casi tra il dire ed il fare c’è di mezzo una guardia armata di fucile che non avevi notato dietro ad un ostacolo, pronta ad aprirti due buchi di ventilazione aggiuntivi dritto in faccia. Sbagliare è una cosa che farete ancora ed ancora, quindi non siate troppo severi con voi stessi e accettate il fatto che il trial and error è parte dell’esperienza di gioco. Punto numero due osservate la mappa, non solo i coni di vista dei nemici e la loro disposizione, ma anche i cespugli, gli ostacoli, le strutture sopraelevate e persino alcuni oggetti con cui è possibile interagire. Il gioco ci offre talvolta delle occasioni che possiamo sfruttare per concludere alcuni compiti in modo più comodo o rapido, non c’è nulla di male nell’adoperarli, ed anzi spesso saranno anche molto più interessanti da vedere in termini di animazioni ed interazione con il mondo di gioco. Cercate di sfruttare le abilità dei vostri personaggi. Ogni alleato è infatti un mondo a sé e ci permetterà, grazie ai suoi talenti, di avere accesso a vantaggi unici; conoscere quindi le abilità dei nostri compagni, e le loro debolezze sarà un punto fondamentale per avere successo. In ultima istanza ricordatevi che potete usare la modalità “Resa dei Conti”. Questa vi permetterà di fermare il tempo ed impartire ai vostri uomini una serie di ordini che potranno portare a compimento simultaneamente [se giocate in difficoltà Desperados attenzione che il tempo non si fermerà, si limiterà a rallentare n.d.r.]. Questa funzione è molto più importante di quanto non pensiate, e talvolta sarà vitale per non dare vita a sparatorie di proporzioni titaniche, da cui probabilmente uscireste come dei colabrodo.

Desperados: un gioco fortemente asimmetrico

Come vi abbiamo appena detto uno degli elementi fondamentali in Desperados 3 sono le abilità dei nostri avventurieri. Ebbene, sappiate che questo è uno degli elementi di gioco più centrali per avere successo. Ogni personaggio non si limita infatti ad avere abilità uniche, ma avrà particolari benefici e, oltre a ciò, anche le azioni più comuni potranno essere eseguite in modi diversi. Esistono tre tipi di “abilità” nel giocole abilità attive rappresentano le capacità, i talenti e l’equipaggiamento che il nostro eroe porta con sé, le abilità passive rappresentano invece le abilità intrinseche conosciute, ad esempio nuotare o scalare un muro di rampicanti, l’ultimo set di abilità riguarda l’attitudine ad eseguire determinate azioni di base. Quest’ultimo punto ci dice quindi chi è più veloce a trasportare un cadavere, chi lo trasporta alzandosi in piedi, o stando accovacciato ecc…

Questo significa che, anche per le azioni comuni, è importante sapere quale personaggio vorremmo usare in un determinato momento, in modo da trarre il massimo beneficio da ogni situazione. Tenendo a mente che potremo controllare un massimo di 5 personaggi, come è facilmente intuibile dagli spazi in alto a destra nell’interfaccia. Detto questo, non avremo sempre a disposizione il party al completo, al contrario spesso potremmo adoperare solo alcuni personaggi e, in altre missioni, potremo sbloccare alcuni alleati solo una volta terminati alcuni obiettivi. Un ulteriore elemento fondamentale è sapere che non tutte le abilità attive possono essere usate all’infinito. Alcune infatti hanno delle limitazioni al loro uso (ad esempio il coltello da lancio di Cooper, la valigetta di McCoy e la trappola di Hector sono oggetti che vanno recuperati dopo essere stati usati una volta), mentre altri hanno proprio un numero finito di utilizzi all’interno di un singolo scenario (ad esempio le fiale di veleno della palude di McCoy o i poteri vodoo di Isabelle [Anche se in quest’ultimo caso esiste un modo per poter ripristinarne l’uso tramite un’azione che vi richiederà parecchio tempo n.d.r.]) Non fatevi però illusioni, i nostri eroi non saranno gli unici ad avere accesso ad abilità particolari, anche i nostri avversari non saranno infatti tutti uguali. Ogni nemico che affronteremo avrà infatti delle debolezze e dei punti di forza, cosa che renderà questi ultimi più o meno facili da affrontare. Alcuni potrebbero essere più resistenti o attenti, altri potrebbero non muoversi mai dal loro posto di guardia ed alcuni potrebbero addirittura non farsi ingannare dai nostri travestimenti o poteri. L’importante è osservare i nostri avversari, ed imparare a distinguerli in modo da riconoscerne le abilità.

Il caso Console

Per questa recensione abbiamo avuto modo di provare il titolo su console Xbox One, mentre vi ricorderete che la demo la avevamo giocata in live ma su Pc. Abbiamo deciso di approfondire questa tematica perché, come in ogni buon titolo strategico, rpg o tattico che si rispetti, l’uso dell’interfaccia e l’usabilità dei vari comandi giocano un ruolo fondamentale nella nostra efficienza e anche nella fruibilità del gioco in sé. Partiamo quindi con il dire che Mimimi Games da questo punto di vista ha fatto un buon lavoro, trascrivendo i comandi da Pc a console in modo da renderli accessibili alle nostre dita. Detto questo non è tutt’oro quel che luccica, ed infatti come spesso accade con giochi di questo tipo, con il pad alla mano, e con il passare delle ore, i nodi vengono al pettine.

Il maggior problema con questa impostazione dei comandi è quando ci si trova con due prompt sovrapposti tra loro. Ad esempio, quando si è vicino ad un corpo, ma anche ad un dislivello, come scelgo se voglio saltare giù o se voglio interagire con il cadavere? Su pc è facile, basta spostare il mouse sull’elemento con cui voglio interagire, o nel luogo che voglio raggiungere. Su console purtroppo non è altrettanto semplice e, in questi casi, siamo costretti a premere lo stick destro per passare tra le possibili azioni. Questo rende queste operazioni sicuramente possibili, ma estremamente macchinose, soprattutto in quei momenti più concitati in cui, magari, il tempismo è di grande importanza. Tenendo a mente che il gioco è spesso costruito per mettere il giocatore alle strette, capirete presto che questi momenti non sono affatto rari, così come saranno comuni i momenti in cui sbaglieremo azione e finiremo con il fare l’esatto opposto di quello che intendevamo. Questi incidenti di percorso sicuramente non compromettono l’esperienza finale, ma purtroppo rendono a volte veramente tediosa la situazione, costringendoci a ripetere alcuni schemi più e più volte, e non sempre per nostra diretta colpa.

Tattica e tecnica nel vecchio west

Come abbiamo avuto modo di dirvi già poche riga sopra, per questa recensione abbiamo giocato il titolo nella sua versione Xbox, ma lo abbiamo potuto provare anche per un paio di ore su Pc. Questo ci ha dato modo di saggiare con mano sia il comparto tecnico, sia quello grafico su entrambe queste piattaforme, permettendoci di constatare che in entrambi i casi i risultati non sono troppo dissimili. Certo, su un Pc di fascia alta gli scenari sono più dettagliati ed il gioco può girare sicuramente più fluidamente potendo fare affidamento su un hardware più prestante, ma ciò non di meno anche su console i risultati non sono affatto male. Il titolo non soffre di particolari cali di framerate, e le uniche incertezze e tentennamenti che abbiamo avuto modo di registrare sono state per lo più legate a situazioni episodiche e molto rare. Considerando la dimensione delle mappe ed il numero di elementi che devono essere animati e mossi di volta in volta, dobbiamo ammettere che siamo rimasti piacevolmente sorpresi di non notare cali più evidenti nel gioco. Certo graficamente parlando non siamo davanti ad un capolavoro, ma nell’insieme, grazie alla direzione artistica e la modellazione delle mappe, il colpo d’occhio generico lascia sicuramente un’impressione ottima.

Oro e Carbone

Dopo aver giocato a lungo a Desperados 3 ed avere cercato di forzare ove possibile il suo gameplay, siamo incappati in quello che potrebbe essere l’unico vero “difetto” di questa produzione. Il gioco cerca infatti di spingerci a fare del nostro meglio per sfruttare ogni situazione ed essere il più silenziosi e micidiali possibile. A causa però di alcuni limiti della IA e della struttura stessa del gioco però, una volta che ci saremo fatti scoprire ci ritroveremo in una situazione estremamente scomoda. In molti opteranno per ricaricare la partita e tentare un approccio differente, ma non sempre tutto è perduto. Essere scoperti incrementa il livello di difficoltà enormemente, introducendo numerosi nemici aggiuntivi, e delle pericolose ronde portate avanti da gruppetti di nemici. Disseminati per la mappa ci sono infatti degli “edifici” contrassegnati da una campana rossa che, una volta scatenato l’allarme, potranno far uscire dalle loro porte un certo numero di nemici (e badate bene, un numero finito di nemici). Oltre a ciò, l’allarme non si propagherà per tutta la mappa di gioco, ma di solito solamente per le aree in cui saremo visti, rendendo di fatto i livelli a compartimenti [Attenzione però, di base i nemici non escono dai loro compartimenti, ma in alcuni casi le linee di vista possono sconfinare oltre e, se vi individueranno, correranno comunque a darvi la caccia, quindi sempre occhi aperti n.d.r.]. Questo fatto ci ha permesso, in alcune situazioni molto concitate e in cui ormai ci eravamo fatti scoprire molte volte, di approcciare il gioco in modo molto diverso. Potendo far affidamento su abilità come il coltello di Cooper (virtualmente infinito), le sue due pistole, il fucile di McCoy e l’arsenale di tutti i nostri compagni, sarà possibile anche piantarsi in un punto e lentamente massacrare i nemici uno alla volta, facendo scattare l’allarme innumerevoli volte, per poi limitarsi a scappare oltre la linea di vista degli inseguitori. Una volta fatto questo infatti la situazione non può più peggiorare, ed i nemici rimarranno in situazione di allerta, ma con le forze sempre più risicate. Con un pizzico di pazienza e tempismo è quindi possibile fare dei veri e propri massacri ignorando quasi del tutto il fattore stealth, e rendendo anche ogni livello una vera e propria guerriglia urbana senza fine. Certo, non è il modo migliore per godere del gioco, e nemmeno quello pensato dagli sviluppatori, ma se il vostro obiettivo è solo finire un livello, sappiate che è una strategia valida quanto un’altra, ma che resta praticabile solo ai livelli di difficoltà più bassi, oltre a richiedere una buona dose di pazienza e tempo.

La resa dei conti

Desperados 3 è un gioco che in questo periodo caliente ci ha saputo intrattenere, divertire e, spesso e volentieri, anche far imprecare non poco. A partire dal posizionamento dei nemici, dalle loro abilità e per finire con la conformazione dei livelli, ogni elemento è messo e posizionato per rendere le cose il più complicate possibili, ma sempre fattibili. I controlli su Xbox ci han fatto penare non poco, ma dobbiamo riconoscere che probabilmente tanto di meglio non si poteva fare. Al contrario, ogni altro elemento del gioco ci ha per lo più convinto, portandoci spesso e volentieri a scervellarci a lungo in alcuni passaggi, pianificando ogni singola mossa, e salvando molto spesso per non perdere i progressi. Bisogna assolutamente riconoscere che un gameplay di questo tipo non è adatto a tutti, e per alcuni potrebbe risultare frustrante vedere i proprio piani fallire uno dopo l’altro, ma è necessario comprendere che il trial and error è una componente del gioco e che è strutturata in modo tale da permetterci di imparare da ogni fallimento un nuovo elemento, aggiungendo un tassello in più al puzzle da risolvere. Detto questo è possibile anche proseguire con metodi meno ortodossi e completare ugualmente il gioco. A proposito di finire il gioco, Desperados 3 è composto da circa 16 missioni, ognuna delle quali richiede da un minimo di 20-30 minuti (tenendo conto di dialoghi e vari tentativi) fino ad oltre un’ora [Anche di più se sarete più lenti a trovare certe soluzioni o se vi farete scoprire e continuerete ugualmente n.d.r.]; questo porta il totale delle ore necessarie a finire il gioco (per lo meno a Normal) a circa 15, anche se probabilmente per un neofita il tempo tenderà a raggiungere le 20. Da aggiungere a questo però abbiamo le sfide ed il perfezionismo che la nostra mente ossessiva compulsiva di giocatori ci porterà a seguire, che potrebbe portare, soprattutto se decideremo di affrontare il gioco a difficoltà più alte, a lievitare le ore fino anche a 30.

Tirando le somme quindi sì, Desperados 3 ci è piaciuto. La sua ambientazione western seria ma non troppo, i suoi personaggi, le sfide e la difficoltà, ma anche la soddisfazione nel momento in cui si riesce a congegnare un piano che funziona fino in fondo, ci hanno convinto. Come detto non è un titolo che è adatto a tutti i tipi di giocatori, ma sicuramente gli appassionati del genere non possono farsi scappare questa occasione, e per chi fosse interessato ad avvicinarsi al gioco, beh esiste sempre la modalità facile con cui farsi le ossa prima di buttarsi in sfide più impegnative.

Good

Gameplay tattico e profondo
Grande libertà di azione
Ambientazione curata e carismatica

Bad

Non il massimo da giocare con un controller
Il trial and error può risultare frustrante per alcuni giocatori
8.4
PEM-PEM

Sviluppatore: Mimimi Games
Distributore: THQ Nordic
Data di uscita: 18 giugno 2020
Genere: Stealth, Tattico
PEGI: 18
Piattaforme: PlayStation 4, Xbox One, PC, macOS, Linux, Classic Mac OS

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