recensione

Back 4 Blood

L’erede di Left 4 Dead? Turtle Rock Studios ha le capacità ma non si applica

Pubblicato il 30 Novembre 2021 alle ore 11:13
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di Manuel Marzola
@Sentimento Persistente

Negli ultimi anni Turtle Rock Studios ne ha provate di tutti i colori per rilanciarsi su un mercato che non ha accolto proprio a braccia aperte la casa di sviluppo [vi ricordate Evolve? No? purtroppo nemmeno noi N.d.R], e per non rischiare il tracollo definitivo l’azienda ritorna sui suoi passi per creare quello che le riesce meglio: uno shooter co-op a base di Zombie e proiettili a non finire.

Rilasciato il 12 ottobre 2021 sugli ecosistemi PlayStation e Xbox (sia next che old gen) e PC, Back 4 Blood viene considerato a conti fatti il successore spirituale di Left 4 Dead essendo sviluppato, appunto, dai creatori stessi della serie. Non perdiamoci in lunghe chiacchiere e andiamo dritti al punto: nonostante sia stato presentato con tutti i presupposti per creare l’effettivo successore di Left 4 Dead, il nuovo titolo di Turtle Rock Studios risulta un’esperienza quasi insipida e che non riesce a farsi carico del peso dell’eredità sulle sue spalle. Però non è tutto da buttare, ma andiamo con ordine.

Buon sangue non mente, a volte…

La storia di Back 4 Blood inizia dopo una terribile epidemia che ha infettato ed ucciso la maggior parte degli esseri umani, trasformandoli nei terribili “Ridden”. Noi giocatori assumeremo il controllo degli Sterminatori, un gruppo di otto veterani con abilità ed equipaggiamento specifici per ogni personaggio. Sotto gli ordini dell’ Ufficiale a capo della resistenza, gli Sterminatori si stabiliscono al campo di Fort Hope a Finleyville, una cittadina fittizia situata in Pennsylvania, pronti a contrastare la terribile minaccia del Verme del Diavolo, il parassita alieno che ha scaturito il tutto.
Fin qui scorre tutto normalmente, abbiamo il giusto pretesto narrativo per dare vita al gioco e non ci aspettavamo sicuramente la storia del secolo da un titolo sparatutto cooperativo di questo genere.

La campagna di Back 4 Blood è strutturata in un insieme di 33 missioni suddivise in quattro diversi stage [impossibili da completare in un’unica sessione di gioco N.d.R.] e vi consigliamo vivamente di non intraprendere questo doloroso percorso in solitaria, perché vi ritroverete a “rage-quittare” alla fine del primo momento; il titolo è stato creato palesemente per essere affrontato in team, visto che arrivati ad un certo punto di una specifica missione, servirà tutto il gioco di squadra possibile per riuscire a proseguire. Vi parliamo per esperienza personale.
Quindi, dopo questa premessa, arriviamo al primo tasto dolente: giocando offline non verranno acquisiti crediti per sbloccare carte ed oggetti cosmetici, non si otterranno progressi nelle sfide e le statistiche non verranno aggiornate. Lasciamo ai posteri l’ardua sentenza di questa scelta di design, sperando che gli sviluppatori ascoltino l’orda di fan sui social per rimuovere questa tediosa limitazione.

L’Apocalisse all’ultimo sangue…

Per proseguire al meglio in questa recensione è arrivato il momento di parlare delle tre meccaniche principali del gameplay: il nuovissimo Card System introdotto proprio in Back 4 Blood, il comparto armi e personalizzazione (facendo un breve focus sullo shooting) e la modalità Sciame.

Il nuovo sistema di carte creato da Turtle Rock Studios è la punta di diamante [a detta loro N.d.R.] di questa nuova avventura apocalittica: ad ogni partita dovremo scegliere uno Sterminatore ed uno dei mazzi standard [o personalizzato da noi in precedenza N.d.R.] proposti. Ogni deck può contenere fino ad un massimo di 15 carte comprendenti diverse categorie che attiveranno dei bonus passivi per il singolo giocatore o per l’intera squadra, ma attenzione: queste non saranno attive fin dal primo match, bensì verranno estratte casualmente a gruppi di 3 prima di ogni livello e solo una tra queste sarà selezionabile. A rendere le partite più variegate e, soprattutto, procedurali, ci pensa il “Game Director[ovvero il cugino alla lontana della IA Director di Left 4 Dead N.d.R.] che deciderà le posizioni delle casse di munizioni, quanti e quali Infetti speciali generare, piccole modifiche ai livelli (tipo rendendo il livello più “buio” in modo che i giocatori utilizzino la torcia, oppure ricco di ostacoli) e l’attivazione delle carte Corruzione che vi affibbieranno dei malus casuali.

Sciame è stata la modalità più attesa dai fan di vecchia data, i quali speravano in una trasposizione moderna della modalità Versus di Left 4 Dead 2; purtroppo gli sviluppatori non hanno ascoltato le “preghiere” dei propri fedeli, proponendo una modalità PVP al di sotto delle aspettative. Due squadre da quattro giocatori l’una si scontrano in una “gara di resistenza a tempo” che prevede la vittoria di due round su tre da parte della squadra vincente. In soldoni, la squadra che sopravvive per più tempo è quella vincente. Sicuramente avremmo preferito che Turtle Rock tornasse effettivamente “agli albori” proponendo una modalità PVP più entusiasmante ed avventurosa .


Una delle pochissime note a favore che sentiamo di potervi comunicarvi con sicurezza è che la personalizzazione delle armi e il sistema di shooting di Back 4 Blood è veramente solido e performante: la presenza di moltissime modifiche alle armi da raccogliere anche in giro per la mappa, tra un’uccisione e l’altra in concomitanza con la possibilità di acquistarle dal Mercante all’inizio di ogni run, rendono la customizzazione molto più simile a quella di un Call of Duty o di un Battlefield di turno alzando di molto il livello di gioco.

In Conclusione

Dopo aver eviscerato “quasi” ogni aspetto del gioco, siamo arrivati alla conclusione di questa recensione e quindi ci sentiamo di rispondere alla domanda nel titolato: Back 4 Blood è l’erede di Left 4 Dead? No, e, data la situazione, non vorremmo nemmeno che lo fosse.
Turtle Rock Studios ha fatto il passo più lungo della gamba, utilizzando come base della sua nuova IP un gameplay con delle meccaniche collaudate ormai 13 anni addietro, dimenticandosi purtroppo della sua fan-base. Grafica e shooting sono i punti di forza del titolo, che vengono sprecati per chi vuole imbattersi nell’Apocalisse uno contro il mondo dato il tremendo sistema di gestione per il single player. Il Deck Building ed il Game Director aggiungono un po’ di pepe e proceduralità al tutto, ma gli scontri fra Sterminatori ed Infetti risultano un po’ insipidi e troppo artificiosi. La vera pecca è la modalità Sciame, quasi come se fosse buttata lì per contentino [di chi poi, beh! N.d.R] Non possiamo certo dire che questo sia il titolo che ci aspettavamo di giocare, ma siamo ancora abbastanza fiduciosi che gli sviluppatori attuino delle modifiche post-lancio per ricalibrare l’esperienza generale. Tutti noi abbiamo sognato ad un “Left 4 Dead 2-2”, ma non è stato questo il caso. C’est la vie, giusto?

Good

Shooting e personalizzazione arsenale ottimo: un passo avanti rispetto al passato
Resa grafica pulita e dettagliata
Presente un richiamo "lontano" a Left 4 Dead...

Bad

... ma non è il successore che ci si aspettava
Modalità Sciame insipida
Modalità Single Player (online ed offline) mal gestita
7.0
"PRETTY GOOD"

Sviluppatore: Turtle Rock Studios
Distributore: Warner Bros. International Enterprises
Data di uscita: 12 ottobre 2021
Genere: FPS, Multigiocatore, Survival Horror
PEGI: 18
Piattaforme: PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC

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