Ben ritrovati ragazzi in questa nuova recensione. Oggi vi (ri)parlerò di The Thaumaturge, ma questa volta della versione console. Ovviamente per quello che concerne trama e altri argomenti vi rimando alla recensione della versione PC che trovate QUI, ciò che sicuramente posso dirvi è che i problemi che affliggevano la versione per computer sono solo un brutto ricordo e che questa versione arriverà oggi già molto più pulita della sua controparte al giorno di uscita... ma bando alle ciance e ben tornati nella Polonia di inizio '900.
Il termine "taumaturgo" deriva dal greco thaumatourgós, ovvero “esecutore di meraviglie”. Ebbene, The Thaumaturge onora pienamente questa definizione, presentandosi come un GDR isometrico ricco di storia e caratterizzato da meccaniche investigative, scelte morali e una moltitudine di personaggi intriganti. Ciò che lo rende davvero speciale, però, non sono solo i suoi sistemi, ma il modo in cui questi si intrecciano in un mondo vibrante e immersivo. Dire che è facile lasciarsi catturare dall’universo etereo e umano di questo gioco sarebbe riduttivo.
Ambientato nella Varsavia del 1905, ancora sotto il controllo russo, il gioco dipinge una città divisa da conflitti politici, sociali ed economici. Il protagonista, Wiktor Szulski, è un taumaturgo che ritorna nella sua patria dopo la morte del padre. La narrazione si concentra su due storie principali: quella della Varsavia occupata e quella della fragilità umana, con i suoi difetti amplificati dalla presenza dei Salutor, creature eteree capaci di influenzare i comportamenti delle persone.
Il mondo di gioco è ricco di dettagli storici e sociali, veicolati attraverso oggetti interattivi come giornali, note e schizzi che raccontano le sfaccettature della Varsavia dell’epoca. La città diventa un vero e proprio personaggio, vivo e pulsante, mentre le meccaniche investigative e le scelte morali mettono i giocatori di fronte a dilemmi profondi e complessi.
Il gameplay si alterna tra esplorazione, interazioni con i Salutor e combattimenti a turni strategici. La possibilità di influenzare e controllare i Salutor, così come di affrontare le loro sfide, arricchisce ulteriormente la narrazione e il gameplay. Ogni missione, che sia principale o secondaria, è densa di significato e offre risvolti narrativi inaspettati.
Anche se il comparto tecnico non è privo di imperfezioni [ma molte meno rispetto alla versione PC del lancio e privo di bug N.d.R.] con texture poco definite, l’illuminazione e i dettagli ambientali compensano abbondantemente. Nonostante questi piccoli problemi, The Thaumaturge emerge come un’esperienza unica, capace di esplorare tematiche profonde e universali con una narrazione stratificata e un mondo di gioco splendidamente realizzato.
In conclusione, The Thaumaturge è un’avventura GDR che non solo intrattiene, ma invita i giocatori a riflettere sulla condizione umana, presentando una Varsavia affascinante e intrisa di storia. Consigliamo vivamente di immergersi in questo capolavoro di Fool’s Theory, un’esperienza che rimarrà a lungo impressa nella memoria.
Il codice ci è stato fornito dal publisher per PS5.
A distanza di due anni dal suo lancio ufficiale, Warhammer 40.000: Darktide ci propone un nuovo DLC pensato per espandere l’endgame, Grim Protocols. Grazie agli sviluppatori di Fatshark abbiamo avuto modo di mettere mano in anticipo a questi contenuti, ed ora eccoci qui per parlarvi della nostra esperienza. Grim Protocols è infatti un DLC che aggiunge diverso materiale e, a dispetto di ciò, si tratta di un aggiornamento gratuito. Ma andiamo con calma e iniziamo con il guardare alle novità che avremo modo di provare a partire dal 3 dicembre 2024.
Grim Protocols è un aggiornamento decisamente ambizioso, il quale si prefigge di introdurre una buona dose di quality of life e fix al gioco base, e allo stesso tempo di ampliare il gameplay con nuove missioni, contenuti endgame ed eventi. La prima novità riguarda infatti l’introduzione di tre nuove famiglie di armi uniche, la spada potenziata a due mani e la Lama della reliquia del Munitorum che arriverà in due formati, l’Mk X ed l’Mk II. Queste spade sono dedicate alle classi dello Zelota (la spada potenziata) ed allo psionico per quanto riguarda le restanti due (in versione ad una o due mani), e tutte portano con sé delle meccaniche uniche. Ma parliamo ora del contenuto più interessante, ovvero la nuova modalità endgame che verrà introdotta dall’aggiornamento. Questa si chiama Scompiglio, ed è pensata appositamente per i giocatori che hanno già raggiunto il livello 30; qui ci ritroveremo a dover seguire una serie di missioni (8 in totale) di difficoltà crescente, pensate per espandere ulteriormente il potenziale del vostro personaggio, ma anche per mettervi alla prova. Le missioni sono infatti 8, ma saranno affrontabili con modalità e modificatori diversi, in modo da poter aumentare il livello della sfida, ma anche della potenziale ricompensa, e il tutto seguendo una serie di eventi distaccati dalla campagna principale e originali.
Altro contenuto è, infatti, anche la nuova storia, chiamata “Comunione Oscura”, la quale collega i tre contenuti principali del DLC. In questa nuova serie di missioni saremo mandati tra i vicoli claustrofobici di Carnevale, per indagare su alcuni misteriosi stimolanti che recentemente stanno iniziando a circolare tra la popolazione di Cathedrum, e che potrebbero nascondere qualcosa di ben più pericoloso. In aggiunta a ciò, dal 3 al 27 dicembre avrà luogo un evento speciale chiamato “Urla di Scompiglio!” che, come ben potete immaginare, riguarda proprio la nuova modalità endgame appena introdotta. Completando le missioni in Scompiglio sarà infatti possibile ottenere materiali speciali come il Plastacciaio o la Diamantite che potranno essere investiti nello sblocco di nuovi ed unici elementi cosmetici per il vostro alter ego virtuale.
A suo tempo Darktide era un gioco che ci aveva convinto, ma non troppo (potete recuperare la nostra recensione qui). La ripetitività intrinseca del genere, e i bug onnipresenti e spesso fastidiosi, erano infatti un vero problema al lancio e, a causa anche di un endgame non proprio eclatante, la nostra valutazione non era stata molto alta. Premesso questo, sono passati ben due anni, e grazie ai contenuti aggiuntivi e ai fix ora la situazione è ben diversa. Attenzione però, perché alcuni elementi del gameplay restano inalterati e, nel caso ve lo foste dimenticati, Darktide è e resta un gioco basato sulla cooperazione di squadra e quindi non guarda di buon occhio i lupi solitari. Avrete già capito più o meno dove vogliamo andare a parare, Grim Protocols è un contenuto incredibilmente valido, uno di quelli che dimostra quanto Fatshark abbia a cuore questa IP, cionondimeno non stravolge il gameplay del titolo, mirando piuttosto a migliorare l’esperienza di gioco offrendo maggiore varietà. Fino a questo punto effettivamente Grim Protocols mantiene le aspettative e, oltre a fornire effettivamente del nuovo contenuto end game agli appassionati, aggiunge anche un bel po’ di longevità a lungo termine tramite gli eventi, e di quality of life grazie alle migliorie fatte al netcode e al matchmaking [unico elemento che non siamo riusciti a provare avendo effettuato il nostro test su dei server dedicati e separati dagli altri giocatori N.d.R.]. Il gioco ora è decisamente più stabile, e in questi giorni di test non abbiamo incontrato più i bug che spesso ci facevano finire in modo rocambolesco out of bound (fuori mappa), o addirittura ci facevano crashare, facendoci così perdere progressi e ricompense. Persino l’ottimizzazione e la pulizia globale in questa nuova versione, sono stati migliorati notevolmente, permettendoci di giocare senza problemi persino abilitando il Ray Tracing. Insomma, grazie al tempo, alle patch e gli ultimi contenuti, Grim Protocols è a tutti gli effetti la miglior versione giocabile di Darktide, ma questo non dissipa del tutto alcuni dubbi che ancora ci restano.
La formula di gioco, come detto, anche a dispetto dei nuovi contenuti e modalità, non cambia radicalmente e, complice una difficoltà tarata verso l’alto, rende ben poco appetibile il gioco a chi non ha un gruppo con cui affrontare l’oscurità di Darktide. Il matchmaking, infatti, che dovrebbe permettere di aggirare questo scoglio, è spesso invece del tutto inutile, e porta i giocatori a non cooperare in modo efficacie, rendendo le missioni molto più ardue del necessario. Vero che esistono i bot in casi disperati, intelligenze artificiali che affiancheranno il giocatore in caso non vengano trovati altri giocatori umani, ma anche così, essendo la qualità di questi ultimi abbastanza bassa, le sfide risultano molto più difficili di quanto non siano poi in realtà. Purtroppo, o per fortuna, Darktide richiede una buona coordinazione nel gruppo di gioco, preferibilmente tramite tag in game e chat vocale, ma siccome questo non è sempre realtà, l’esito delle missioni è spesso altalenante. Per concludere, pur vero che ora il materiale aggiunto per l’endgame è sia qualitativamente che quantitativamente più corposo, ma questo non cambia la natura del game loop il quale, prima o poi, dovrà fare i conti inevitabilmente con il fattore noia.
Grim Protocols è un ottimo DLC, uno di quei contenuti che riesce a prolungare la vita di un titolo che, a due anni dal suo lancio, sicuramente risente del fattore tempo. Il contenuto endgame, le migliorie ed i fix, i nuovi oggetti cosmetici e persino gli eventi, sono tutte aggiunte più che gradite che ci sono piaciute molto, e che dimostrano la dedizione di Fatshark in questo progetto. Purtroppo, gran parte del game loop di gioco resta invariato e questo, per quanto comprensibile, porta il gioco ad aumentare la sua longevità, ma solo fino ad un certo punto.
Detto questo, se il genere è di vostro gradimento, questa versione del gioco non soffre delle debolezze riscontrate dal titolo al day one, avendo ora molto più contenuto di fine gioco e risolvendo gran parte dei problemi e dei bug riscontrati in fase di recensione. Se siete dei fan di Darktide, dunque, questa è la vostra occasione per ritornare sul gioco e sperimentare qualcosa di nuovo, mentre se siete dei giocatori che ancora non si sono avvicinati, beh, questo è il momento giusto per dargli un’occasione.
Bentornati, ragazzi e ragazze della Tribù, sulle nostre pagine per la recensione di Infinity Nikki, un'avventura cozy open world sviluppata e pubblicata da Papergames e Infold Games. Questo particolare titolo ci ha interessato per le sue meccaniche uniche e legate all'ambiente degli stilisti e della moda. In Infinity Nikki, infatti, ci troviamo ad interpretare Nikki, una ragazza catapultata in un mondo magico dove i vestiti offrono poteri a chi li indossa, dalla possibilità di levitare a quella di purificare i nemici.
Il gioco si presenta quindi come un'esperienza quasi sandbox che vuole lasciare ai giocatori la possibilità di muoversi liberamente nel mondo di gioco e di esplorarne ogni angolo alla ricerca di segreti e personaggi alquanto eccentrici, il tutto con una trama di fondo che dà l'idea di essere intrigante.
Infinity Nikki sarà riuscito a soddisfare queste aspettative?
Prima di iniziare con la parte più corposa di questa recensione, vi informo del fatto che il titolo ha una lunga durata grazie anche a tutte le funzioni multigiocatore, delle quali parleremo più avanti, e che è disponibile anche in lingua italiana per i testi, mentre il doppiaggio è presente solo in inglese, giapponese e cinese.
Ora, dunque, vi lascio alla recensione di Infinity Nikki!
In questa avventura targata Infold Games, come detto in precedenza, vestiamo i panni di Nikki, una ragazza che sta per diventare una stilista ufficiale e che si sta preparando per presenziare al suo ballo di laurea. Mentre è in una soffitta con Momo, il suo piccolo e morbido compagno, Nikki trova un vestito lasciato da sua madre, che la chiama a sé come se avesse una propria personalità.
Dopo una veloce scena nella quale la nostra protagonista viene costretta dal vestito a ballare, Momo e Nikki vengono catapultati in un portale che li conduce in un mondo alternativo che sembra essere pregno di magia.
In questo luogo, dopo aver notato che il vestito permette a Nikki di utilizzare poteri come la levitazione e la purificazione, una donna bendata li informa che sono giunti a Mirabilis, un regno intriso di fantasia in cui vivono figure che a tutti gli effetti rappresentano gli avventurieri di questo mondo: gli Stilisti.
In seguito a questa conversazione, il luogo dove si trovano viene preso d'assalto dai Bramosi, i nemici corrotti che espandono l'oscurità. In questa situazione di pericolo estremo, la donna bendata forza Nikki ad accettare un oggetto particolare e dal potere immenso, il Cuore dell'Infinito, che diventa parte della nostra eroina, e manda entrambi i protagonisti in un'altra parte del mondo, annunciando a Nikki che dovrà cercare, con l'aiuto del Cuore, il completo Mirabilia, così da salvare il regno dall'oscurità che si fa strada per le sue lande. Una volta risvegliatasi al fianco di Momo, Nikki inizia la sua ricerca, durante la quale incontrerà vari personaggi unici e particolari che, in cambio del suo aiuto, la porteranno sempre più vicina a svelare i misteri alla base del mondo stesso.
La trama, come detto prima, è molto intrigante e riesce a catturare il giocatore sin dai primi momenti, merito anche delle ottime animazioni e dell'eccellente doppiaggio. Ci siamo ritrovati spesso a domandarci cosa stesse succedendo in questo reame, per poi ottenere risposte soddisfacenti nel corso del nostro viaggio. Per quanto non sia una trama piena di colpi di scena e di svolte inaspettate, la storia di Infinity Nikki riesce a catturare l'attenzione e risulta come un aspetto di fondo alquanto presente, capace di supportare gli altri al meglio.
In Infinity Nikki c'è una regola fondamentale: il potere e le capacità vengono dalla qualità dei vestiti indossati e dalla capacità di utilizzo degli Stilisti. Nikki è un esempio particolare, in quanto viene immediatamente riconosciuta come una ragazza dal grande talento per la mansione; da subito infatti inizia ad accumulare set di vestiti che offrono diverse capacità, come la possibilità di attaccare i nemici corrotti dall'oscurità che affligge queste terre o di spazzolare mici e catturare Cibapi [delle strane api ciccione N.d.R.] per ottenere materiali di creazione che permettono di realizzare nuovi vestiti. Questi ultimi, però, possono essere realizzati solamente se sbloccati nel Cuore dell'Infinito, che funge da catalogo; ci sono vari modi per farlo: alcuni si ottengono per trama, altri per missioni secondarie, altri ancora con semplici dialoghi con alcuni personaggi terziari, o infine attraverso sfide speciali alle quali si accede da portali e altri dalle funzioni multigiocatore.
Insomma, questo titolo si basa sull'esplorazione e sulla creazione, due meccaniche legate a doppio filo tra loro: dalla prima possiamo ottenere materiali, incontrare nuovi personaggi e scoprire nuovi vestiti, mentre dalla seconda otterremo nuovi poteri e possibilità di gioco che a loro volta aumenteranno il grado di esplorazione.
Già così Infinity Nikki mostra un gameplay divertente e ben costruito, ma non è che l'inizio di ciò che questo gioco offre: esso mette a disposizione dei giocatori vari sistemi diversi, dal già menzionato combattimento alla pesca, fino ad arrivare alle funzioni multigiocatore, con le quali possiamo ottenere schemi di vestiti da creare tramite quelle che sono sostanzialmente loot box o potendo metterci in contatto con Reami creati da altri giocatori, luoghi separati dal mondo principale che permettono un'interazione online senza che avvengano modifiche effettive nel mondo di gioco base.
Non solo, il titolo offre anche ricompense per i login giornalieri e per vari obiettivi raggiungibili nel gameplay, come la creazione di una certa quantità di vestiti o la purificazione di un certo numero di nemici.
In definitiva, la libertà offerta da questo titolo, che si espande ulteriormente una volta che si avanza nella trama [e della cui espansione non parleremo per evitare spoiler N.d.R.], rende l'esperienza di gioco estremamente piacevole e rilassante, esattamente come gli sviluppatori volevano che fosse. Giocare per delle ore, semplicemente girando per questo mondo vivace e pieno di colori, riesce a far passare il tempo velocemente e gradevolmente, riuscendo a mantenere il giocatore incollato allo schermo grazie alle tante e molteplici meccaniche disponibili.
Un gameplay decisamente promosso, che potrebbe migliorare solamente nella gestione dei comandi, che a volte risultano scomodi e legnosi, frustranti in certe situazioni di parkour nelle quali anche un centimetro di troppo potrebbe mandare all'aria tutto lo sforzo fatto fino a quel momento.
Infinity Nikki è un gioco che forza il giocatore ad essere online, dato che la partita richiede di entrare in uno dei tre server disponibili, tra quello europeo, americano e asiatico. Sotto questo punto di vista, il titolo è ottimizzato in maniera eccellente, con pochissime occasioni di lag e permettendo un'entrata rapida nel mondo di gioco. Inoltre, anche dal punto di vista di framerate e prestazioni si difende benissimo, offrendo molte opzioni per la personalizzazione dell'esperienza che permettono di far funzionare il gioco anche su computer meno performanti.
L'unico lato negativo dell'aspetto tecnico è la necessità di scaricare un launcher esterno, poiché il titolo non è ancora presente per Epic o altre piattaforme. Questo fa sì che in certe occasioni i download di aggiornamenti o del gioco stesso nel corso della prima installazione risultino più lenti di quanto potrebbero essere, dando l'idea di non riuscire a sfruttare a pieno la connessione internet di turno [personalmente utilizzo una rete domestica Fastweb con fibra che usualmente mi concede download ad alte velocità, ma non in questo caso N.d.R.].
Per quanto riguarda la grafica e le animazioni, entrambe centrano in pieno l'obiettivo di supportare il gameplay, con una grafica cartoon dai colori estremamente vivaci e dal dettaglio eccellente, capaci di regalare viste mozzafiato in alcuni punti della mappa, solitamente sopraelevati. Le animazioni riescono a risultare realistiche e naturali, conferendo ad ogni personaggio un personale linguaggio del corpo che aiuta a distinguerlo dagli altri.
Infine, il sonoro si presenta ottimamente, con un doppiaggio in inglese pieno di emozione e estremamente professionale, oltre ad una colonna sonora eccellente e dai toni sempre perfetti.
Il gioco realizzato da Infold Games riesce a trasmettere la sensazione di tranquillità e relax tipica dei titoli del genere cozy, ma allo stesso tempo offre un'ampia esplorazione tipica solo di giochi fantasy RPG o di MMORPG, presentando al giocatore una miriade di località e eventi nascosti.
Infinity Nikki è un titolo che riesce a soddisfare le aspettative e che vuole approcciarsi a quei fan dei giochi rilassanti, senza lasciare indietro chi invece cerca una certa sfida e il brivido del crafting dato dal riuscire ad ottenere materiali estremamente rari o pericolosi da recuperare. Decisamente promosso e consigliato a chiunque voglia passare dei giorni tranquilli in un mondo di fantasia estremamente eccentrico e colorato.
Il codice per PC ci è stato offerto dall'agenzia di PR.
Ben ritrovati ragazzi in questa nuova recensione. Oggi vi parlerò di Call of Duty: Black Ops 6 e vi dico fin da subito che questo titolo ridefinisce gli standard della celebre serie di sparatutto in prima persona. Treyarch, il team di sviluppo principale, ha avuto quattro anni per lavorare a questo capitolo, e il risultato è evidente: un’esperienza rifinita e innovativa, che combina gameplay, narrazione e sistemi creativi in un mix straordinario. Ma ora bando alle ciance e buona lettura.
Il gioco è stato rilasciato con 12 mappe multiplayer “Core”, 4 mappe più piccole “Strike”, 2 mappe Zombi e una campagna di spionaggio ambientata nei primi anni ’90. Ogni modalità è curata nei minimi dettagli: il multiplayer introduce il sistema “omni-movement”, che rende il gameplay ancora più fluido e dinamico; la modalità Zombi ritorna alle origini, offrendo ore di divertimento con amici; infine, la campagna propone una trama intrigante, con personaggi iconici e missioni che spaziano da infiltrazioni furtive a epiche battaglie surreali.
Ambientato dopo gli eventi di Cold War e come sequel di Black Ops e Black Ops II, Black Ops 6 riporta in scena volti noti come Adler e Frank Woods, accanto a nuovi personaggi come Troy Marshall. La storia, che ruota intorno a un'organizzazione segreta chiamata Pantheon, offre missioni varie, da esplorazioni a momenti più lineari e cinematografici. La campagna brilla per originalità: tra viaggi psichedelici, mappe interattive e armi uniche come il rampino [che avremmo adorato vedere anche nel multiplayer N.d.R.], l’esperienza è immersiva e memorabile.
Il sistema di movimento omni-movement rappresenta una vera rivoluzione per il multiplayer, rendendo le sparatorie fluide e imprevedibili. Il design delle mappe, tra cui spiccano Payback e Rewind, supporta alla perfezione le modalità di gioco, offrendo ambienti ben bilanciati per strategie diversificate. La nuova modalità Kill Order, che introduce un obiettivo strategico in stile TDM, aggiunge profondità e varietà all'esperienza. Anche le modalità aggiuntive, come il 6v6 Faceoff e il 2v2 Gunfight, ampliano l'offerta, pur lasciando spazio a miglioramenti con l’aggiunta di nuove mappe.
Con due mappe uniche, Terminus e Liberty Falls, la modalità Zombi offre una sfida appassionante e ricca di misteri. Tornano le dinamiche a round classiche, con nuove funzionalità come il sistema Pack-a-Punch e abilità speciali che permettono una personalizzazione tattica. La varietà visiva e di gameplay tra le mappe, con ambientazioni cupe o luminose, arricchisce l’esperienza, rendendola interessante anche per chi non è un fan accanito degli Zombi.
L’implementazione di un motore di gioco unificato e la collaborazione tra i vari studi di sviluppo hanno permesso di creare un titolo che combina il meglio della serie Call of Duty. Ogni aspetto di Call of Duty: Black Ops 6, dal gameplay al design sonoro, dimostra una cura senza precedenti, confermando il valore del ciclo di sviluppo non annuale/biennale.
In conclusione possiamo dire che Call of Duty: Black Ops 6 è, senza dubbio, uno dei capitoli migliori della serie. Dal gameplay innovativo e la campagna intrigante, fino al multiplayer fluido e ricco di contenuti, il gioco rappresenta un nuovo punto di riferimento per gli FPS militari. Per noi, è il miglior capitolo dai tempi di Black Ops II e Modern Warfare II. Se amate gli sparatutto e cercate un’esperienza completa e coinvolgente, Call of Duty: Black Ops 6 non deluderà. Prepariamoci per mesi di contenuti aggiuntivi e un ciclo di vita che promette di mantenere vivo l’interesse per molto tempo.
Il codice ci è stato fornito dall’agenzia di PR per Xbox Series X.
Ben ritrovati ragazzi in questa nuova recensione, in cui vi parlo di Eternights, un gioco molto particolare visto che è un misto di Visual Novel, Daiting Sim ed Action che inizialmente mi ha lasciato un po’ spiazzato, ma poi piano piano ha saputo catturarmi. Bando alle ciance e benvenuti nel mondo di Eternights!
Il gioco inizia con il nostro protagonista adolescente, convinto dal suo fastidioso amico Chani a creare un profilo su un'app di appuntamenti. Dopo qualche battibecco e scelte di dialogo, il protagonista si arrende e si iscrive al mondo del dating online. Dopo un rapido test della personalità, viene abbinato a una ragazza misteriosa che sembra fin troppo entusiasta di incontrarlo. Il destino, però, ha altri piani: una serie di esplosioni colpisce la città, costringendo il protagonista a rifugiarsi in un bunker. Nel frattempo, un enorme muro, degno di Westeros, circonda l'intera area. Ma non è tutto: un farmaco anti-invecchiamento chiamato Eternights sta trasformando gli esseri umani in mostri assetati di sangue. Nel caos, il protagonista viene attaccato da uno sconosciuto armato di una gigantesca spada a doppia lama, perdendo il braccio destro. Quando tutto sembra perduto, la misteriosa ragazza dell’app appare in una visione, rivelandosi un essere etereo che gli dona il potere di combattere queste creature. Tuttavia, la sua generosità nasconde un secondo fine, rendendola una figura ambigua.
Senza entrare troppo nei dettagli per evitare spoiler, possiamo dire che la trama di Eternights ci ha intrattenuto. Il ritmo non è sempre perfetto, ma ci è piaciuto avere momenti di pausa per interagire con i personaggi e approfondire i legami con loro, flirt inclusi. Non raggiunge la profondità di giochi come Persona 5, ma si difende bene. Tuttavia, se non amate battute piccanti e humor un po' grossolano, potreste trovare alcune scene meno piacevoli. Graficamente, Eternights si divide tra modelli 3D e cutscene animate in 2D. I modelli 3D sono notevoli, soprattutto i design inquietanti dei nemici, con arti distorti e armi sovradimensionate. Gli ambienti, seppur cupi e minacciosi, sono valorizzati da un’illuminazione suggestiva e ottimi effetti particellari. Durante i combattimenti, il gioco dà il meglio di sé: gli attacchi scorrono fluidi e le mosse finali sono uno spettacolo visivo. Per quanto riguarda le scene 2D, sono paragonabili ai migliori anime: curate e coinvolgenti, al punto che un adattamento animato sarebbe il benvenuto.
Abbiamo giocato con il doppiaggio inglese e siamo rimasti colpiti dalla qualità del voice acting, che riesce a trasmettere le emozioni dei personaggi. Purtroppo, la sincronizzazione labiale è inesistente, creando movimenti poco naturali. Anche la colonna sonora è degna di nota: cupa e inquietante, si adatta perfettamente all’atmosfera del gioco e ricorda i toni di un horror. Il gameplay di Eternights combina esplorazione, combattimento e interazioni con il party. L’esplorazione, pur non innovativa, funziona bene grazie a enigmi, minigiochi e ambientazioni varie.
I combattimenti, invece, sono visivamente spettacolari, ma non altrettanto profondi. Si basano su attacchi leggeri e pesanti, schivate e combo, con mosse speciali che si sbloccano progredendo. I compagni di squadra offrono supporto in battaglia, migliorando le loro abilità man mano che i rapporti si intensificano. Tuttavia, abbiamo riscontrato alcune difficoltà con i tempi di schivata e la lentezza nell’attivazione delle armi, che talvolta rendono le battaglie frustranti.
L’aspetto romantico è una parte fondamentale del gioco: legare con i personaggi non solo sblocca abilità utili in combattimento, ma offre anche momenti comici e toccanti. Ogni personaggio è ben scritto e le interazioni aggiungono profondità emotiva all’esperienza. Abbiamo trovato difficile scegliere un solo interesse amoroso...
In conclusione possiamo dire che Eternights non stravolge il genere, ma conquista con una narrazione intrigante, un cast memorabile e una grafica eccellente. Il combattimento, pur non perfetto, è visivamente gratificante, e le relazioni con i personaggi arricchiscono l’esperienza. Se cercate un mix di romanticismo, azione e dramma in un mondo apocalittico, questo gioco potrebbe essere quello giusto per voi.
Il codice ci è stato fornito dall’agenzia di PR per Switch.
Ben ritrovati ragazzi in questa nuova recensione. Finalmente riesco a parlarvi di Persona 3 Reload: Episode Aigis -The Answer-. Vista la mia unica grossa critica nella recensione di Persona 3 Reload, che era la mancanza di questo contenuto fin dal lancio e gratuito (almeno per le versioni Deluxe o Collector's Edition), vediamo insieme come si è comportato, dato che è pure molto caro come contenuto aggiuntivo. Ovviamente vi avverto subito che purtroppo ci saranno spoiler non sull’espansione in sé, ma sul gioco base, quindi se non volete spoiler vi consiglio di leggere questa recensione una volta finito lo stesso. Detto questo, "Welcome to the Velvet Room, a place that exists between dream and reality".
Persona 3 Reload è stato un remake attesissimo da molti fan. Sebbene sia riuscito a offrire una rivisitazione moderna di questo classico RPG, ciò è avvenuto a parziale discapito della sua identità originale e con l’assenza di contenuti ritenuti da alcuni essenziali. Una di queste esclusioni era The Answer, un epilogo del gioco base originariamente pubblicato su Persona 3 FES, una versione ampliata del titolo originale per PlayStation 2. L’annuncio dell’arrivo di The Answer come DLC è stato quindi accolto positivamente, offrendo una soluzione alle questioni rimaste in sospeso e rendendo il pacchetto di Persona 3 Reload più completo, malgrado il prezzo elevato. Nonostante le nostre riserve sul remake, eravamo entusiasti di vedere The Answer ricevere un trattamento migliorato. La versione originale non era particolarmente apprezzata, ma questa nuova iterazione rappresenta un netto miglioramento sotto quasi tutti gli aspetti. Tuttavia, permangono alcune criticità che potrebbero scoraggiare i giocatori.
Persona 3 Reload: Episode Aigis -The Answer- si colloca poche settimane dopo gli eventi conclusivi del gioco base, con il SEES che si prepara ad affrontare la perdita del protagonista. Mentre il gruppo cerca di andare avanti, Aigis, la protagonista di questo epilogo, lotta con il proprio dolore. Quando il tempo si blocca alla mezzanotte del 31 marzo, i SEES si trovano intrappolati in un loop temporale e scoprono una voragine sotto il dormitorio, chiamata Abisso del Tempo. Qui, un nuovo personaggio, Metis, si unisce al gruppo per risolvere il mistero e ripristinare il normale flusso temporale. Il gameplay si concentra sull’esplorazione dell’Abisso del Tempo, che ricorda il Tartaro del gioco base. I dungeon sono generati proceduralmente e suddivisi in più porte con difficoltà variabili. L’assenza di scene narrative fino alla fine di ogni dungeon mette il combattimento al centro dell’esperienza, offrendo sfide impegnative che richiedono una pianificazione strategica.
La meccanica di fusione dei Persona ritorna con alcune differenze: non ci sono legami sociali per ottenere bonus di esperienza, e le funzionalità del Compendium dipendono dal livello di difficoltà scelto. Anche le Richieste di Elizabeth fanno il loro ritorno, offrendo missioni che spaziano dall’eliminazione di nemici alla fusione di Persona specifici. Rispetto alla versione originale, l’esperienza è resa più fluida dall’eliminazione del sistema di affaticamento e da nuovi strumenti di gameplay, come la possibilità di lanciarsi contro gli oggetti per distruggerli e di avviare imboscate con maggiore rapidità. Questi miglioramenti rendono l’esplorazione dei dungeon più accattivante e meno tediosa.
Sul fronte narrativo, Persona 3 Reload: Episode Aigis -The Answer- si distingue per il suo contesto emotivo, ma soffre di un ritmo disomogeneo. La storia principale si sviluppa principalmente all’inizio e alla fine, con una parte centrale dedicata ai flashback dei personaggi, che aggiungono profondità, ma appaiono distanziati tra loro. Nonostante ciò, alcune dinamiche, come l’evoluzione di Junpei e il cambiamento di Yukari, spiccano per intensità e coerenza. Il finale offre una chiusura soddisfacente per il cast, ma il DLC privilegia il gameplay rispetto alla narrazione. Il nuovo personaggio, Metis, si dimostra versatile in battaglia, ma richiede un approccio strategico per sfruttare al meglio le sue abilità. Inoltre, il DLC include contenuti opzionali come la battaglia contro il Reaper e un cameo di un personaggio molto amato, aggiungendo sfide per i giocatori più esperti.
Nonostante alcuni limiti, Persona 3 Reload: Episode Aigis -The Answer- è un miglioramento significativo rispetto all’originale. Con una progressione più fluida, dungeon coinvolgenti e una narrazione emozionante seppur non ai livelli di quello che ci ha abituato lo studio, questo DLC è un’aggiunta preziosa per chi ha apprezzato i sistemi di gioco del remake. Tuttavia, il ritmo della storia e il prezzo potrebbero scoraggiare chi è interessato solo alla trama.
In conclusione possiamo dire che se amate il gameplay di Persona 3 Reload e cercate una nuova sfida, questo DLC merita sicuramente una chance. In caso contrario, potrebbe essere meglio lasciarlo da parte, considerandolo un’opzione per approfondire ulteriormente l’universo di Persona.
Il codice ci è stato fornito dall’agenzia PR per PS5.
Bentornati, ragazze e ragazzi della Tribù, sulle nostre pagine, stavolta per la recensione di LEGO Harry Potter Collection, la versione rimasterizzata e uscita l'8 ottobre 2024 per PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC tramite Steam. Questo titolo, che racchiude i giochi Harry Potter: Anni 1 - 4 e Harry Potter: Anni 5 - 7, è stato sviluppato da TT Games e rimasterizzato da Double Eleven così da ottenere i 60 FPS, inserire il 4K nativo, il feedback tattile per DualSense e un miglioramento delle mappe delle ombre che son state portate ad alta risoluzione.
Oggi siamo quindi qui per parlare di come si è comportata questa Remaster della Collection e di come ci siamo sentiti a rigiocare questi titoli facenti parte della nostra infanzia e adolescenza ad una risoluzione e una definizione mai viste prima.
Prima di passare alla recensione vera e propria, vi informo del fatto che LEGO Harry Potter Collection offre un contenuto tra le trenta e le cinquanta ore che racchiude tutta la storia di Harry Potter, dal primo all'ultimo film, il tutto condito delle classiche gag e scenette tipiche dei giochi LEGO, provenienti da un periodo in cui ancora non era presente il doppiaggio.
Ora senza ulteriori indugi, vi lascio alla recensione di LEGO Harry Potter Collection!
Una cosa che sicuramente ha sempre funzionato in tutti i giochi della saga LEGO è il gameplay, ormai collaudato e confermato come un'ottima esperienza. Di conseguenza anche questa Remaster non fa altro che mantenere lo stesso identico gameplay dei titoli originali, offrendo un gioco divertente sia in singolo che in cooperativa.
Ci troveremo quindi di fronte a tanti enigmi ambientali, puzzle da distruggere e riformare, incantesimi da imparare e utilizzare in giro per Hogwarts e segreti su segreti da svelare, il tutto accompagnato dalla solita ironia LEGO che fa innamorare adulti e bambini.
Comunque, anche con un gameplay così ben strutturato, si sente il bisogno di un rifacimento per renderlo più adatto ai tempi moderni, per limare ed eliminare le spigolosità rimaste che fanno ancora sentire l'anzianità dei titoli di base.
I personaggi disponibili rimangono gli stessi, con alcune aggiunte, e permettono di giocare con qualsiasi mago, strega, babbano o magonó della saga.
LEGO Harry Potter Collection, quindi si ripresenta sugli schermi casalinghi come un gioco estremamente divertente adatto a tutta la famiglia e capace di intrattenere per ore e ore, seguendo alla perfezione la famosa trama dei film di Harry Potter, anche se ogni tanto si concede qualche licenza artistica.
L'aspetto che davvero merita di essere esaminato e considerato più a fondo, è quello riguardante i miglioramenti grafici e di esperienza che sono stati applicati in questa Remaster. Li abbiamo già menzionati a inizio recensione, adesso andiamo a parlarne più nello specifico.
Il miglioramento da 30 a 60 FPS è sicuramente il più visibile e il più impattante sull'esperienza: la maggiore fluidità di gioco e di animazione rende il tutto estremamente più gradevole alla vista e godibile a livello di gameplay, specialmente in un periodo storico come quello che stiamo vivendo dove i 60 FPS sono diventati uno standard quasi imprescindibile. Oltre a questo, il 4K nativo porta un livello di definizione mai visto in questi titoli, che permette di osservare con maggiore dettaglio le espressioni dei vari personaggi e le ambientazioni esplorabili; tutto questo fa sì che ci si riesca ad immergere ancora di più nel Mondo Magico, quasi riuscendo a viverlo [per quanto sia estremamente spigoloso N.d.R.].
La grafica viene migliorata ulteriormente dall'inserimento di mappe delle ombre ad alta risoluzione, che riescono a rendere alcuni ambienti ancora più suggestivi e vicini a quelli visti nella saga cinematografica di riferimento. Per fare un esempio, la scena di inseguimento del troll verso il bagno delle femmine del primo capitolo si mostra molto più interessante e particolare grazie ai giochi d'ombre causati dalla luce che entra dai finestroni del corridoio o dal movimento di certe statue e armature.
Non ci solo miglioramenti grafici per questa Remaster: infatti sono stati anche aggiunti due DLC inclusi che offrono ulteriore contenuto inedito da esplorare, uno con al suo interno una serie di nuovi personaggi giocabili, come accennato in precedenza, mentre l'altro presenta cinque magie inedite non presenti nei giochi base. Queste aggiunte permettono ai titoli di offrire un numero di ore di gioco ancora maggiore e un'ampia personalizzazione della propria partita.
I miglioramenti fanno sì che la LEGO Harry Potter Collection riesca ad entrare in questa generazione di gaming senza risultare obsoleta, ma anzi inserendosi di prepotenza nel mercato e proponendosi a chi ancora non conosceva i titoli, nonostante si senta il bisogno di un miglioramento a livello di gameplay ottenibile solo con un rifacimento dello stesso.
Di conseguenza, se non avete mai avuto occasione di giocare Harry Potter: Anni 1 - 4 e Harry Potter: Anni 5 - 7, questa è l'occasione perfetta per prendere il pad in mano e calarsi nel Mondo Magico attraverso gli occhi di un bambino che gioca coi LEGO, un'esperienza particolare che consigliamo a chiunque, specialmente se in compagnia.
Rimane quindi solo da rispondere alla domanda principale che si pone di fronte a queste Remaster: ne è valsa la pena di fare un'ulteriore rimasterizzazione così da far approdare il titolo su console next gen?
La risposta che vi diamo noi è sì, soprattutto per tutti i piccoli fan e giocatori che meritano di poter giocare a questi titoli che ai tempi hanno fatto divertire molti di noi con spensieratezza e felicità. Approvato.
Il codice per Xbox Series X|S ci è stato offerto dal publisher.
Bentornati, ragazzi e ragazze della Tribù, sulle nostre pagine, oggi per una recensione dai sapori noir. Parliamo di Chicken Police: Into the HIVE!, un'avventura grafica realizzata da The Wild Gentlemen, pubblicata da Joystick Ventures e uscita il 7 novembre 2024 per PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, Xbox Series X|S e PC. In questo titolo ci ritroviamo nei panni di Santino Featherland, uno dei famosi detective del duo investigativo chiamato Chicken Police.
Questo gioco è parte dell'universo di World of Wilderness, che comprende anche il prequel di questo gioco, ovvero Chicken Police - Paint it RED e altri tre titoli rilasciati in precedenza.
Comunque, prima di andare a fondo nella discussione del titolo e di quello che mi ha trasmesso, voglio informarvi di due fattori importanti: il primo è che questo universo narrativo pone alla sua base l'idea che tutti i popoli senzienti [e di conseguenza i personaggi che incontriamo N.d.R.] siano umanoidi, ma con teste [e a volte persino arti o code N.d.R.] di vari animali; questo rende il tutto alquanto strano a primo impatto, ma riesce anche ad aiutare a trasmettere il messaggio di fondo, un messaggio che parla della facilità con cui si riesce ad abbandonare la propria umanità quando si finisce in situazioni di estremo pericolo.
Il secondo fattore è la quantità di contenuto presente, che riesce ad intrattenere all'incirca per un periodo di tempo tra le otto e le dieci ore per una partita completa dall'inizio alla fine. In ogni caso, questo numero viene aumentato dalla possibilità di rigiocare il titolo per scoprirne tutti i segreti e finali, presentando quindi un ottimo quantitativo di contenuto. Infine, il gioco non presenta la lingua italiana né per il doppiaggio né per i testi, nonostante siano state implementate un totale di tredici diverse lingue.
Ora, senza ulteriori indugi, vi lascio alla recensione di Chicken Police: Into the HIVE!.
La trama di Chicken Police: Into the HIVE! inizia come ogni film noir che si rispetti: una ragazza in pericolo che ha bisogno del famoso detective ormai in pensione e che gli pone davanti un caso che si collega al suo passato. Santino, o Sonny per gli amici, ormai ha deciso di partire per un viaggio in giro per il mondo che gli conceda una nuova partenza, un nuovo inizio. Nonostante ciò, qualcosa sembra frenarlo, come un affare rimasto in sospeso che non gli permette di allontanarsi da Clawville, la sua bellissima e maledetta città natale.
Sonny ancora sogna di un vecchio caso che includeva un insetto dell'HIVE [in italiano si potrebbe tradurre con l'Alveare N.d.R.]. Questo luogo è un vero e proprio ghetto nel quale sono stati rinchiusi gli insetti in seguito al Segregation Act; l'HIVE è quindi diventato un posto in mano a gang criminali, che piano piano hanno portato l'intero ghetto nel caos e nella disperazione.
Quindi, quando davanti a Santino si presenta una bella donna insetto che gli parla della scomparsa del marito, il suo bisogno di chiudere quella vecchia questione, oltre alla sua innata propensione a finire nei guai, lo portano ad accettare il caso, nonostante entrare nell'HIVE sia una sentenza di morte per chiunque non sia un insetto [e spesso lo è pure per loro N.d.R.].
La trama quindi ci porta a conoscere il fidato compagno di Sonny, Marty MacChicken, insieme al quale ha formato la Chicken Police, ormai famosa dopo le loro avventure del capitolo precedente.
Marty è un personaggio dal carattere molto forte e liberale, in completo contrasto a quello di Santino, un vecchio detective, burbero e irritabile. I due insieme iniziano ad investigare e a tuffarsi sempre più a fondo nella ragnatela alla base di tutta la faccenda, che si rivelerà essere molto più oscura di quanto ci si potesse aspettare.
L'aspetto narrativo di Chicken Police: Into the HIVE!, quindi, risulta estremamente ben costruito, grazie anche a tutte le feature inserite per rendere l'esposizione della storia il più fluida e gradevole possibile: oltre a dei dialoghi ben scritti e naturali, supportati eccelsamente da un doppiaggio in inglese quasi perfetto [grazie anche e soprattutto alle prove dei protagonisti N.d.R.], la parte che più sorprende e riesce a far immergere il giocatore è la caratterizzazione dei personaggi. Ciascuno dei trenta e più presenti infatti è ben scritto, risulta reale e non un semplice personaggio bidimensionale: ognuno possiede motivazioni e effettua azioni che possono sembrare stupide a posteriori, ma corrette al momento.
Il titolo di The Wild Gentlemen riesce a sorprendere anche sotto il punto di vista del gameplay, mostrando al giocatore come abbia reso varia e divertente l'esperienza: Chicken Police: Into the HIVE! presenta una moltitudine di tipologie di gameplay, dal classico punta e clicca delle avventure grafiche che permette di esaminare e usare oggetti o di parlare e fare domande ai vari personaggi a schermo, fino ad arrivare a gameplay da sparatutto a binari e da card game.
Tutte queste meccaniche e possibilità di gioco sono state implementate per rendere il più interattiva e divertente possibile la trama: giocare a Clawville Wildcrads con lo zio Muellen ci presenta un gioco di carte che richiede una certa concentrazione, mentre andare al poligono di tiro del distretto di polizia ci pone di fronte ad uno sparatutto su binari in cui dovremo avere una buona capacità decisionale per capire a quali bersagli sparare e quali no. Ma non solo, persino nei dialoghi si presentano elementi di gameplay, come le lotte verbali che ci permetteranno di ottenere più o meno informazioni in base a come decideremo di gestire la situazione [anche se il gioco permette di rifarli ogni volta che si vuole per ottenere punteggi migliori N.d.R.].
Insomma, il gameplay risulta estremamente vario e capace di integrarsi perfettamente con la trama così da supportarla e permettere al giocatore di entrare sempre più a fondo nei panni di Santino.
Questo aspetto inoltre è enormemente supportato dalle scelte di qualità di vita compiute dal team di The Wild Gentlemen, che ha deciso di inserire funzioni come la lente d'ingrandimento nell'angolo in alto a sinistra dello schermo, permettendo di evidenziare tutti i punti interagibili della schermata, o ancora con un diario sempre a disposizione che è utile sia per tenere conto degli obiettivi di missioni principali e secondarie, sia come almanacco dell'universo di gioco, grazie al quale sono disponibili approfondimenti su tutti gli argomenti rivelati tramite le varie discussioni e investigazioni [e ce ne sono veramente tanti N.d.R.].
Passiamo quindi a discutere degli altri aspetti del gioco, a partire da quello grafico: esso risulta di supporto alla trama e al gameplay, riuscendo a essere chiaro ed evidente negli indizi di gioco per risolvere i rompicapi e di qualità sia nelle cutscene che nelle schermate fisse.
Chicken Police: Into the HIVE! è un titolo che combina i personaggi in 2D con gli sfondi in 3D, riuscendo a dare un'ottima resa visiva. Inoltre, il team dietro a questo gioco ha inserito la possibilità di giocare in due diverse maniere: con le schermate e cutscene completamente in bianco e nero, per rimanere ancorati alla sensazione noir, o con la modalità Technicolour, che aggiunge vibranti colori a tutte le scene. L'unica cosa che non siamo riusciti completamente ad accettare è la scelta delle teste animali su corpi umani, che ci hanno lasciati un po' straniti e insicuri del fatto che sia stata una decisione ben ponderata; renderli completamente animali o completamente umani sarebbe stato meglio e avrebbe dato un minor senso di discontinuità nelle figure.
Parlando invece del sonoro, esso si mostra efficiente in quello che serve, riuscendo ad ampliare la sensazione noir che tutti i reparti del titolo vogliono spingere. Il problema si pone nella poca varietà di tracce musicali, che porta ad una ripetizione della stessa traccia solo perché si è rimasti un po' più del previsto in una schermata di gioco. Ottimo invece il doppiaggio, come già menzionato in precedenza.
Infine, l'aspetto tecnico, che si presenta bene e non mostra alcun problema o bug; il titolo gira liscio e a pieni FPS, oltre ad essere ben ottimizzato con un peso totale di circa 3.5 GB.
Ci siamo tuffati in questa esperienza senza sapere esattamente cosa aspettarci: il titolo aveva attirato la nostra attenzione e ci aveva incuriositi, ma non sempre questo tipo di giochi si rivela eccellente come ha fatto questo. Chicken Police: Into the HIVE! entra a gamba tesa nel mondo della avventure grafiche con un gameplay divertente, variegato e che supporta perfettamente la trama, che a sua volta è interessante, intrigante e molto ancorata alla realtà, che sfrutta la scelta di protagonisti animali per poter parlare di alcuni argomenti molto pesanti senza risultare troppo cruenti [anche se non hanno paura di far vedere certe cose al giocatore N.d.R.].
Insomma, il titolo merita sicuramente e offre una decina e più di ore di divertimento e di esplorazione di un mondo ben più oscuro di quanto si possa pensare ad una prima occhiata. Consigliato a tutti, ma in particolare a chi cerca un'avventura investigativa noir con lunghi dialoghi, tanta lore del mondo di gioco e personaggi carismatici. Approvato quasi a pieni voti.
Il codice per PC ci è stato fornito dal publisher.
Bentornati, ragazzi e ragazze della Tribù, sulle nostre pagine, questa volta per una recensione particolare di una visual novel che prende a piene mani dalle opere e dall'immaginario di H.P. Lovecraft.
Oggi parliamo quindi di Innsmouth 22, titolo realizzato e pubblicato da Raven Novels, un team italiano con una grande passione per la geniale follia di Lovecraft.
Prima di partire a descrivere ciò che ho provato e le sensazioni che mi ha donato il gioco nel corso di tutta la partita, vi informo del fatto che Innsmouth 22 è disponibile in Early Access dal 25 ottobre 2024 per PC tramite Steam ed Epic Games Store, e può essere giocato in cinque lingue diverse, compreso l'italiano. Vi informo anche che, purtroppo, il titolo ha una breve durata, personalmente ho impiegato solamente tre ore e mezza a concludere questa esperienza, anche se si può arrivare a cinque ore se si esplorano tutti i finali.
Inoltre, va specificato che questo gioco, come la maggior parte delle visual novel di questo tipo, è stato realizzato utilizzando Ren'Py; la conseguenza di ciò è che Innsmouth 22 non presenta un vero gameplay, ma anzi una semplice possibilità di scelta che ci permette di decidere le azioni del nostro personaggio. Per quanto sia uno standard in questo stile di giochi, abbiamo visto titoli realizzati con lo stesso motore con gameplay più estesi e immersivi, per quanto semplici.
Ora che ho finito con i preamboli, quindi, vi lascio alla recensione di Innsmouth 22!
Ci caliamo nei panni del professor Lorenzo Righi, un giovane e promettente archeologo, il quale è stato invitato dal professor Tom J. Angeli negli USA, nello specifico a Boston, per essere partecipante e relatore in una conferenza tra alcuni studiosi che verterà su miti, leggende e riti antichi.
Il nostro viaggio, però, non parte immediatamente dalla conferenza, bensì da un paio di giorni prima, nei quali il nostro protagonista visita la cittadina portuale di Innsmouth, eccitato all'idea di potersi immergere di nuovo sott'acqua. Veniamo infatti a sapere che Lorenzo è un appassionato di immersioni e che da giovane riusciva persino ad arrivare quasi a 100 metri di profondità in apnea. Tornando al presente, abbiamo due giorni di immersioni organizzate da Ellie, l'assistente del professor Angeli; Lorenzo non vede l'ora, dato che sono un paio d'anni che non ne aveva occasione.
Lorenzo quindi si sistema preso l'Eliot Hotel, dove incontra la gentile e particolare Emma, receptionist e proprietaria dello stabilimento, che gli mostra la sua stanza e lo informa del fatto che di notte non vi è il portiere, quindi che nell'hotel rimarrà solamente lui. Con queste premesse, Lorenzo inizia a tuffarsi [letteralmente e metaforicamente N.d.R.] nella storia e cultura di Innsmouth, che per qualche motivo è a lui familiare e sconosciuta allo stesso tempo.
Il professore italiano si troverà quindi in una situazione nella quale dovrà andare a scavare nelle profondità marine e nei segreti orribili del paese, ma soprattutto nelle sue stesse memoria, psiche e storia familiare.
La trama quindi risulta interessante, ma soprattutto intrigante, capace di tenerci attaccati allo schermo quanto serve. Il problema si presenta nel momento in cui si va a vedere la qualità della scrittura, che a volte non riesce a suonare naturale e rende alcuni scambi [in particolare alcuni importanti N.d.R.] molto difficili da seguire. Inoltre, la completa assenza di un doppiaggio pesa sull'esperienza totale: per quanto i dialoghi siano scritti in modo da non essere muri di testo, non avere alcun suono che possa darci un'idea del tono di voce del personaggio [come i "bip" degli Ace Attorney N.d.R.] rende il tutto molto più monotono e difficile da assorbire.
Nonostante ciò, la trama rimane di buona qualità, si vede chiaramente l'ispirazione a Lovecraft e in particolare al suo racconto L'ombra su Innsmouth (Shadow over Innsmouth) del 1936, dal quale il team di Raven Novels ha chiaramente preso a piene mani. Insomma, promossa, ma con delle riserve.
Il titolo di Raven Novels, essendo una visual novel, presenta un comparto tecnico perfetto grazie al fatto che questo tipo di gioco è estremamente leggero e con poche difficoltà che si possono presentare. Nonostante ciò, va rimarcato come il titolo funzioni in maniera perfetta tutto il tempo, riuscendo a non provocare nemmeno il minimo fastidio.
Diversamente dall'aspetto tecnico, quelli sonoro e grafico non sono altrettanto all'altezza: partendo dal grafico, Innsmouth 22 si basa su disegni realizzati tramite intelligenza artificiale, cosa che li rende poco coinvolgenti. A livello estetico sono sicuramente delle belle opere di sfondo, ma si vede chiaramente come manchino di sentimento e spirito. I personaggi sono spesso spenti nei loro ritratti e non comunicano alcuna emozione tranne quella neutra con cui li ha disegnati l'IA. Per quanto possa dare una sensazione di qualcosa che non va, cosa che gioca perfettamente a favore dell'atmosfera, la loro completa mancanza di espressione e animazione ci ha lasciato alquanto confusi da questa decisione.
Infine, parliamo dell'aspetto sonoro, il quale risulta decisamente disastroso: la colonna sonora è composta da tre, quattro diverse OST che ci accompagnano e che, a causa di alcuni dialoghi più lunghi, tendono a ripetersi all'infinito senza alcun tipo di continuità, interrompendosi bruscamente e ripartendo subito dopo. Non vi è alcun tipo di fade-in/fade-out dell'audio per simulare un cambio di OST, non vi è nulla tranne queste continue interruzioni e riprese. Inoltre, con l'assente doppiaggio e la mancanza quasi totale di effetti sonori, questo reparto è chiaramente quello in cui Raven Novels dovrà darsi da fare di più.
Questa visual novel realizzata dai ragazzi di Raven Novels ha sicuramente del potenziale, sia per la scrittura che per la capacità di veicolarla, ma manca di un vero e proprio gameplay che possa tenere incollato il giocatore e che possa allungare il tempo di gioco, dato che, al momento, basta un mezzo pomeriggio per essere completata. Nonostante ciò, pensiamo valga la pena di giocare e fare questa esperienza, specialmente se volete un titolo da giocare senza impegno, ma solo con la volontà di seguire una buona trama.
Promosso, ma consigliato solo agli appassionati del mondo di H.P. Lovecraft e ai lettori più incalliti.
Bentrovati ragazzi in questa nuova recensione, in cui vi parlo di Farmagia. Un’impressione iniziale negativa da parte del marketing può purtroppo compromettere l’interesse per un prodotto, anche se l’esperienza si rivela di qualità. Essere ignorati completamente, tuttavia, può risultare persino peggio che essere criticati o derisi. Farmagia, il nuovo gioco di ruolo d'azione di Marvelous, ha subito proprio questo destino. Dopo la sua presentazione iniziale, è apparso trascurato, quasi invisibile, al punto che non ho visto nessuno parlarne o riconoscerne l’esistenza. E capisco bene il perché: anche io ero scettico. Il trailer di annuncio mostrava un gameplay poco convincente e prestazioni mediocri. Da allora, la scarsa presenza del titolo nelle campagne promozionali ha evidenziato una possibile mancanza di fiducia o di budget. Detto ciò, andiamo a scoprire insieme se si è rivelato davvero così oppure c’è qualcosa in più e che non si è saputo valorizzare in fase di presentazione/promozione.
Con queste premesse, quando abbiamo ricevuto il codice per la recensione di Farmagia, ci aspettavamo un'esperienza nella media, al massimo. Inaspettatamente, però, il gioco ha superato ogni aspettativa, trasformandosi in uno dei nostri preferiti di quest'anno, grazie a un gameplay rinfrescante e a una struttura narrativa coinvolgente. Farmagia si distingue per la sua attenzione alla trama e ai personaggi, immersi in un mondo fantastico ambientato nelle regioni sotterranee di Felicidad. Dopo la morte del sovrano locale, il potere viene preso da Glaza, un membro dell’élite Oracion Seis, che instaura un regime di oppressione. In questo contesto, si sviluppa una resistenza: il protagonista Ten e i suoi compagni si uniscono per ristabilire la pace. I “Farmagia”, guerrieri capaci di sincronizzarsi con i mostri, diventano figure chiave in questo scontro.
Il gioco è arricchito da numerose cutscene illustrate con disegni accattivanti del creatore di Fairy Tail, Hiro Mashima, che dona uno stile inconfondibile ai personaggi. È interessante notare che tutte le scene principali sono completamente doppiate, anche in inglese, con un lavoro vocale di alto livello che dà vita ai personaggi e alle loro emozioni. Questa qualità si estende anche al sistema di legame, dove Ten può stringere patti con esseri soprannaturali chiamati Elementali. Completando missioni o offrendo doni, è possibile rafforzare il legame con questi personaggi, sbloccando lunghe scene doppiate che rivelano le loro personalità e sfide. La direzione del doppiaggio inglese è di alto livello, tra le migliori che abbiamo ascoltato di recente. Dal punto di vista narrativo, Farmagia presenta però qualche limite. Mentre alcuni personaggi principali sono ben approfonditi, la sceneggiatura a tratti cade nella trappola di introdurre male luoghi o concetti importanti, con personaggi che ignorano dettagli che dovrebbero conoscere. Questi aspetti confusi si notano soprattutto nella prima metà del gioco, ma l’ottima interazione tra i personaggi riesce a compensare questi difetti.
Nel gameplay, Farmagia presenta molteplici elementi che lo rendono vario e interessante. La componente di gestione agricola, ad esempio, è rapida e poco invasiva: bastano pochi minuti per ogni visita, e il ciclo di coltivazione e raccolta è lineare, senza richiedere grandi investimenti di tempo. Anche l’allevamento di mostri è semplificato, con la possibilità di migliorare le loro caratteristiche spendendo risorse. La vera essenza del gioco emerge, però, nei labirinti: arene dove Ten, insieme a un gruppo di quattro mostri, affronta combattimenti dinamici e tattici. In battaglia, Farmagia adotta un sistema di parata che aggiunge profondità e strategia. I nemici che lampeggiano in giallo possono essere contrattaccati per ridurre il loro indicatore di difesa, mentre gli attacchi rossi vanno evitati o contrastati con abilità speciali. Ogni mostro alleato possiede abilità uniche che si ricaricano nel tempo e possono culminare in potenti trasformazioni. Questo sistema rende i combattimenti gratificanti e, pur senza una difficoltà elevata, il senso di impatto e rapidità crea un’esperienza appagante. La scelta di design di limitare l’esplorazione dei labirinti, trasformandoli in aree di combattimento mirate, si rivela efficace.
In conclusione possiamo dirvi che, purtroppo, Farmagia potrebbe non trasmettere appieno il suo valore nei trailer, poiché la soddisfazione del combattimento emerge solo giocando. Si tratta comunque di una delle sorprese più piacevoli del 2024. Con il suo cast memorabile, il gameplay gratificante e le meccaniche di gestione accessibili, il gioco risulta coinvolgente. Nonostante alcuni inciampi nella narrazione [soprattutto nel world building interessante, ma poco sviluppato N.dR.], Farmagia è un’esperienza che raccomandiamo a chiunque voglia sperimentare qualcosa di nuovo, fresco e leggero nel mondo dei videogiochi.
Il codice ci è stato fornito per PS5 dall’agenzia di PR.