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[SPECIALE] Nioh e la cultura degli Yōkai

Pubblicato il 10 Marzo 2020 alle ore 0:00
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di Silvia Begotto
@Linda White

Ben ritrovati, cari ragazzi della Tribù, in questo speciale dedicato ai mostri, agli spiriti e alle altre strane creature divine e demoniache che hanno fatto la loro apparizione in Nioh o che incontreremo in Nioh 2. Cercheremo dunque di apprendere qualcosa in più sul mondo degli yōkai che popolano il folclore giapponese e vivono da sempre in dipinti, storie e leggende. Non ci resta che addentrarci in questo affascinante mondo in cui ciò che immaginiamo di vedere non è così ben distinguibile da ciò che potremo vedere davvero...

CREATURE, SPIRITI E ALTRI PRODIGI

Innanzitutto, dobbiamo tenere presente che, a differenza della visione cristiana in cui Dio è in primis “padre e buono”, in Giappone uno spirito, un demone o una divinità sono in primo luogo potenti. Il confine tra dio o demone è molto vago perché questi esseri hanno in comune la capacità di influenzare gli uomini nelle loro azioni. Quindi, kami (divinità) e yōkai (spirito, apparizione inquietante) sono entità molto simili in quanto dotate di potere; la differenza è che i kami vengono onorati, mentre gli yōkai sono temuti o al massimo ignorati. Tuttavia, un kami non è sempre per forza buono e uno yōkai non è sempre malvagio: non esistono infatti esseri che incarnino il Bene o il Male in assoluto.
Premesso ciò, andiamo a vedere più nello specifico cosa sono gli yōkai, i cui kanji 妖怪 significano rispettivamente “apparizione” e “misterioso”. Essi sono degli esseri che hanno da sempre tale forma, alcuni più animalesca, altri sono antropomorfi, altri ancora somigliano ad oggetti. Forse uno dei più conosciuti è il kappa, un essere dalla pelle verde, le dita palmate e una sorta di pozza in testa; c’è poi il tengu, dall’aspetto umano ma simile ad un uccello, o ancora il kasabake, un ombrello con un occhio e una gamba per manico. Gli incontri tra umani e yōkai sono frequenti, a volte amichevoli e altre volte no. Spesso sono spiritelli burloni e dispettosi, altre volte si tratta di veri spiriti cattivi; di certo, sono una presenza costante che esercita una certa influenza nella vita quotidiana. Nel folclore giapponese ci sono centinaia di yōkai dall’aspetto strano e curioso, e le storie che li hanno per protagonisti risalgono ai tempi antichi. Ancora oggi queste leggende sopravvivono nel Giappone moderno e grazie ai film di animazione, come quelli di Miyazaki Hayao (ad esempio Totoro o La città incantata), hanno superato i confini nipponici si sono fatte conoscere in tutto il mondo.

Altre creature simili agli yōkai e appartenenti sempre al mondo degli spiriti sono i bakemono, gli oni e gli yūrei.
I bakemono 化け物, ossia “cosa che è mutata”, sono i mutaforma che, cambiando il loro aspetto, ingannano gli uomini. I più famosi sono i tanuki, ossia i cani procioni, e i kitsune, ovvero le volpi.
Gli oni sono simili agli orchi o ai demoni occidentali. Sono antropomorfi e hanno zanne, corna e artigli. Essi sono in genere identificati come guardiani degli Inferi dai poteri distruttivi.
Gli yūrei 幽霊, traducibile con “spirito evanescente”, sono i fantasmi del folclore giapponese. Si tratta per la maggior parte di spiriti di donne e sono anime che non riescono a proseguire il loro cammino a causa di situazioni irrisolte con i mortali.

VISTI DA VICINO...

Andiamo a vedere ora più in dettaglio le caratteristiche di alcuni degli yōkai che sono apparsi in Nioh o che vedremo in Nioh 2.

KODAMA

Il kodama木魂 letteralmente è l’anima di un albero. Non si sa esattamente che aspetto abbiano: alcuni sostengono che siano spiriti invisibili, altri che abbiano forma umana. In Nioh, come in alcuni film di animazione, essi sono raffigurati come piccoli omini che vivono sugli alberi. Non tutti gli alberi sono dotati di anima e quelli abitati da un kodama non si possono distinguere da quelli che invece non lo sono; tuttavia, se si abbatte un albero in cui risiede un kodama, la sfortuna si abbatterà su chi l’ha tagliato e su tutto il villaggio. Per questo motivo in Giappone gli alberi ritenuti sede di uno di questi spiriti sono segnalati da shimenawa, corde sacre.

KAPPA

Il kappa 河童è uno degli yōkai più conosciuti. Esso ha le dimensioni di un bambino, la pelle verde e squamosa, mani e piedi palmati, un guscio sulla schiena, è dotato di un becco simile a quello delle tartarughe e sulla testa ha una conca circondata da peli ispidi. Esso vive in laghi, fiumi e stagni e trae la sua forza dall’acqua che contiene nella pozza sulla testa: se l’acqua viene versata, il kappa è debole e innocuo. È ghiotto di cetrioli e di interiora di esseri umani. Infatti, grazie alla sua forza è capace di trascinare in acqua un uomo adulto e farlo annegare, così da succhiare il sangue e le viscere dall’ano. A dispetto di ciò, i kappa sono creature molto educate, amano il sumō e possiedono conoscenze mediche che sono disposti ad insegnarle agli umani che si sono dimostrati gentili con loro.

KASABAKE

Il kasabake, o kasaobake 傘おばけ, cioè “spettro ombrello”, è uno yōkai della famiglia degli tsukumogami, spiriti che si generano dagli oggetti di uso comune una volta raggiunti i cento anni. Esso ha l’aspetto di un ombrello con un solo occhio e una gamba umana al posto del manico. Il kasabake, come gli altri tsukumogami, sviluppa la sua indole in base al trattamenti ricevuto quando era un oggetto: se veniva trattato male o è stato gettato perché ritenuto inutile, diventa uno spirito maligno e vendicativo; se invece veniva trattato bene dal proprietario, diventa uno spirito benevolo e innocuo.

ONIBI

Lo onibi鬼火, “fuoco demoniaco”, è una fiammella simile al fuoco fatuo che aleggia in aria. Quando appaiono uno o più onibi è molto probabile che si manifesti un fantasma, specialmente in cimiteri, spiagge o lungo le coste. Il colore degli onibi azzurro e rosso è dato dal colore dei due demoni avvolti nelle fiamme dell’inferno, Ao Oni (demone blu) e Aka Oni (demone rosso).

KARASUTENGU

Il karasutengu 烏天狗 sono i tengu-corvo. I karasutengu possiedono corpo umano, artigli, ali piumate e un forte becco. Vivono nelle foreste e costruiscono i loro nidi sui pini, dove si riproducono e depongono le uova. Sono yōkai malvagi, accusati di rapimento di essi umani, specialmente bambini e donne, i quali vengono poi ritrovati lontano dal luogo del rapimento in uno stato di follia.

HYAKUME

Lo hyakume 百目, ossia “cento occhi”, è uno yōkai dal corpo interamente ricoperto di occhi, perciò preferisce vagare di notte quando la luce del sole non può accecarlo. Quando incontra un uomo, uno dei suoi occhi schizza in fuori e inizia ad inseguire il malcapitato, per poi ritornare al suo posto. Esso appare vicino a templi vecchi o abbandonati per difenderli dai ladri. Non ha una bocca, quindi non si sa in che modo o di cosa si nutra. Non è uno yōkai pericoloso, ma è decisamente raccapricciante.

NURIKABE

Il nurikabe 塗り壁, “parete intonacata”, ha l’aspetto di un muro che blocca il passaggio. Se si cammina di notte lungo un sentiero e all’improvviso non si riesce più a proseguire, allora è probabile che sia opera di questo yōkai. In caso di pericolo i nurikabe possono diventare invisibili e quindi difficilmente individuabili; essi perseguitano la loro vittima facendole credere di aver perso per sempre la strada e gettandola nel panico assoluto. Si dice che, per scacciare questo spirito, si debba agitare per terra il proprio bastone o colpire la base del nurikabe. In Nioh sono presenti molti di questi yōkai sparsi per la mappa di gioco.

ROKUROKUBI

I rokurokubi 轆轤首, “collo a tornio”, sono yōkai che hanno fattezze umane di giorno, in genere sono donne molto belle e raffinate, ma di notte si trasformano e il loro collo si allunga così tanto che la testa può andare dove vuole molto lontano dal corpo. Alcuni di essi non sanno di essere tali, sono timidi e si mostrano solo a ubriaconi e pazzi, altri invece sono malvagi e si nutrono dello spirito delle loro vittime addormentate. Si dice che i rokurokubi siano la reincarnazione di persone peccaminose o che hanno infranto i precetti della fede buddhista.

UMI BŌZU

L’ umi bōzu 海坊主, letteralmente “monaco marino”, è un gigantesco yōkai interamente nero che vive nell’oceano e gli unici dettagli visibili sono gli occhi luccicanti e un becco. Esso di solito appare di notte e vicino alle zone costiere. Esiste anche una versione di questo mostro senza occhi, naso o bocca. Se appare un umi bōzu, l’unica cosa da fare è stare in silenzio, altrimenti, in caso qualcuno provi a parlargli o si agiti, la nave verrà subito rovesciata con tutto l’equipaggio.

MUJINA

Il mujina 貉, “tasso”, fa parte della famiglia dei bakemono, ossia i mutaforma, cui appartiene anche il tanuki (cane procione). Si ritiene che i mujina possano stregare le persone anche meglio dei tanuki o delle volpi; infatti; si racconta che un mujina stregò il bonzo di un tempio, ne prese le sembianze e occupò il suo posto per ben sei anni prima che qualcuno se ne accorgesse.

KITSUNE

La kitsune 狐, ossia la “volpe”, è forse il bakemono più noto. In Giappone la volpe è considerata una creatura estremamente intelligente e astuta, oltre che molto longeva. Più una kitsune è anziana, più è saggia e più code possiede, fino a nove. Si ritiene che, una volta raggiunti i cento anni, questi yōkai acquisiscano la capacità di mutare forma, e la loro preferita è quella di bellissime fanciulle. Esse posso essere sia benevole che malvagie, a seconda di come vengono trattate, e portare beneficio o sciagura alla casa nella quale si infiltrano. Le kitsune possiedono molte capacità: riescono a possedere le persone, causando isteria o allucinazioni, hanno la facoltà di entrare nei sogni, possono sputare fuoco o fulmini (kitsunebi, “fuoco di volpe”), riescono a volare e a diventare invisibili. Alcune di esse si nutrono dell’energia vitale degli essi umani anche attraverso un rapporto sessuale.
Le kitsune sono strettamente legate al dio Inari, kami dell’abbondanza, del riso e della campagna; nel santuario di Fushimi Inari Taisha, vicino Kyoto, vi sono innumerevoli statue raffiguranti volpi, considerate le messaggere del dio, con in bocca la chiave dei depositi di riso.

YUKI ONNA

La yuki onna 雪女, cioè la “donna della neve”, è uno yōkai che appare di notte durante le tormente di neve come una donna bellissima, dalla pelle bianca e i capelli nerissimi, avvolta in uno splendido kimono. Camminando non lascia impronte nella neve e in alcune versioni non possiede piedi, accomunandola agli yūrei. Nonostante l’aspetto, la yuki onna è crudele e le sue vittime vengono trovate morte congelate nella neve a causa del suo bacio.

NUE

Il nue 鵺, letteralmente “misterioso uccello notturno”, è uno yōkai che ha testa di scimmia, corpo di tanuki, coda da serpente e zampe di tigre. E’ un essere malvagio portatore di disgrazie e si dice che abbia abilità di mutaforma, in genere appare come una nuvola nera in cielo.

JORŌGUMO

Il jorōgumo 女郎蜘蛛, “donna-ragno”, è uno yōkai bakemono che di giorno ha le sembianze dei una bella donna, ma di notte si trasforma in un ragno enorme che sputa un fumo blu, il quale si trasforma in tanti piccoli ragni capaci di possedere gli uomini succhiando il loro sangue. Il ragno è da sempre considerato un animale sinistro nel folclore giapponese ed esistono molte storie e leggende sul suo conto; si dice anche che se si vede un ragno al mattino bisogna lasciarlo andare, ma se lo si vede la sera va subito ucciso.

ONMORAKI

Gli onmoraki 陰摩羅鬼, termine che indica un demone oscuro che non ha raggiunto l’illuminazione, sono gli spiriti dei defunti che si radunano in un tempio e cambiano forma, trasformandosi in uccelli neri simili agli aironi, con il volto che ricorda quello umano, gli occhi luccicanti e che sputano fiamme blu lanciando stridii inquietanti. Si dice che gli spiriti dei corpi che non ricevono subito una cerimonia funebre si trasformino in onmoraki.

YAMATA NO OROCHI

Lo Yamata no Orochi八岐の大蛇, “grande serpente dalle otto ramificazioni”, è un mostro gigantesco che possiede otto teste e otto code, dagli occhi rossi, in grado di oscurare otto valli e otto montagne, e sul cui dorso cresce del muschio e cipressi. La leggenda vuole che lo Yamata no Orochi ogni anno mangiasse una fanciulla del regno di Izumo e fu infine sconfitto dal dio Susanoo no Mikoto, che lo fece ubriacare e poi uccise con la sua spada sacra.

NIŌ

Per concludere, dedichiamo un piccolo approfondimento anche alle due figure dei Niō che danno il titolo al videogioco.
I Niō 仁王, i “due re benevoli”, chiamati anche Kongōrikishi, sono due guardiani del Buddha, molto muscolosi e minacciosi. Le loro statue si trovano solitamente all’ingresso di un tempio, nel Niōmon (cancello dei Niō), per spaventare e scacciare gli spiriti maligni.
I due si chiamano Agyō e Ungyō. Agyō è quello con la bocca aperta e i denti scoperti a pronunciare il suono “a”; esso porta una bastone del fulmine e una mazza, e rappresenta la violenza, l’agire secondo la propria volontà e la nascita. Ungyō, con la bocca chiusa a formare il suono “hum”, è rappresentato a mani nude o con una spada (è talmente forte da non avere bisogno di armi) e simboleggia la forza latente e la morte. Insieme, i due Niō rappresentano l’”Aum”, il Tutto assoluto, l’inizio e la fine di tutte le cose.

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